“La fontana malata” di Aldo Palazzeschi è una poesia che si incontra sui banchi di scuola.
«Clof, clop, cloch,/ cloffete,/ cloppete,/ clocchette,/ chchch……/ È giù,/nel cortile,/ la povera/ fontana/ malata;/ che spasimo!/ Sentirla/ tossire./ Tossisce,/ tossisce,/ un poco si tace…/ di nuovo./ Tossisce./ Mia povera/ fontana,/ il male/ che hai/ il cuore/ mi preme./ Si tace,/ non getta/ più nulla./ Si tace,/ non s’ode/ rumore/ di sorta/ che forse…/ che forse/ sia morta?/ Orrore/ Ah! No./ Rieccola,/ ancora/ tossisce,/ Clof, clop, cloch,/ cloffete,/ cloppete,/chchch…/ La tisi/ l’uccide./ Dio santo,/ quel/suo/ eterno tossire/ mi fa/ morire,/ un poco/ va bene,/ ma tanto…/ Che lagno!/ Ma Habel!/ Vittoria!/ Andate,/ correte,/ chiudete/ la fonte,/ mi uccide/ quel suo/ eterno tossire!/ Andate,/ mettete/ qualcosa/ per farla/ finire,/ magari…/ magari/ morire./ Madonna!/ Gesù!/ Non più!/ Non più./ Mia povera/ fontana,/ col male/ che hai,/ finisci/ vedrai,/ che uccidi/ me pure./ Clof, clop, cloch,/ cloffete,/ cloppete,/ clocchete,/ chchch…»
Palazzeschi vuole attaccare i modelli ingessati e retorici della poesia tradizionale facendo una parodia de “La pioggia nel pineto” di D’Annunzio e prende bonariamente in giro i poeti crepuscolari proponendo un’idea ludica, gioiosa e anarchica della poesia tramite l’abbondante uso di onomatopee, ripetizioni, assonanze e rime. L’antropomorfizzazione della fontana aggiunge ulteriore ironia; infatti essa tossisce come farebbe una persona malata. Ne risulta un’immagine comica e bizzarra che fa pensare a tutto fuorché alla malattia. A bambini e bambine le fontane piacciono così.
Se qualcuno di loro facesse una passeggiata nel cortile (con tanto di giardini!) del Palazzo Municipale di Tortona, troverebbe davvero una fontana malata nel vedere un rudere sgretolato e scalcinato che fa da contenitore a rifiuti immersi in acqua verdastra, stagnante, putrida e puzzolente ponendo anche interrogativi dal punto di vista igienico. Di fronte a essa c’è pure l’A.S.L.: oltre al danno, la beffa.
E’ grottesco che questa perla del cattivo gusto sia proprio nel cortile di un palazzo che recentemente ha pensato di imbellettarsi mettendo in mostra le emozionanti fotografie di Fausto Coppi, sfortunato campionissimo tirato in ballo soltanto quando serve a creare consenso, e soprattutto conteso fra Tortona e Novi Ligure come un prezioso gioiello turistico.
A Tortona esistono un Assessore ai lavori pubblici e un Assessore a decoro e vivibilità urbana, ultimo ritrovato di questa Amministrazione Comunale, ma di decoro in giro se ne vede ben poco. Se viene ripulita un’aiuola, l’evento è così straordinario da sfornare un comunicato stampa. La situazione è in continuo peggioramento ma a Tortona ci sono gli eventi a tenere alta l’attenzione: si pensa che la loro promozione ossessiva possa avere una funzione lenitiva sulle brutture della città.
Le fontane di Tortona sono una disgrazia, una delle tante nel tessuto urbanistico della città. Oltre a questo capolavoro del degrado, quelle ai giardini Giulio Pastore e ai giardini Falcone e Borsellino sono deprimenti, quella davanti alla scuola Gianni Rodari è il nulla, quella in Piazza Fiume è inguardabile, quella in Piazza Malaspina è un cestino per rifiuti, quella in Piazza Tito Speri è morta in un cantiere sudicio e trasandato.
La fontana è un elemento urbanistico che racchiude in sé un significato perché legata all’acqua, da sempre riconosciuta simbolo della vita. Lo slogan “Tortona è viva” campeggia ovunque nelle vetrine dei negozi ma non nelle fontane.
Cordiali saluti.
Paola Re – Tortona