ho appreso dai mezzi di informazione che il 23 e 24 Giugno a Casale Monferrato (AL) si terrà la 1° Mostra del Coniglio, abbinata alla prima Fiera di Giugno: «Esposizione e vendita conigli di razze amatoriali, nani e da reddito (…) tenerissimi coniglietti di razze rarissime, ma non solo… ci saranno anche animazione e intrattenimento per i più piccoli e bancarelle agroalimentari e non solo, con la possibilità di assaggiare specialità alimentari, bere buona birra artigianale e gustare deliziosa carne alla griglia con il mitico churrasco brasiliano! (…)»
L’evento è organizzato da G.A.R.C. (Gruppo Amatori Razze Cunicole) e si fregia del patrocinio della Città di Casale Monferrato.
C’era davvero bisogno di dare inizio a una nuova mostra di animali… come se non avessimo abbastanza di fiere di bovini (gioiello della zootecnia piemontese), equini, animali da cortile, cani e gatti di razza, rettili, animali esotici, uccelli e via elencando con la schiavitù…
Si vuole forse trasmettere l’idea che il coniglio sia “animale d’affezione”? La mostra è dunque a fin di bene?
A me pare sia una kermesse basata su allevamento e commercio: un messaggio che considero negativo nel rapporto tra esseri umani e non umani. Ciò che mi colpisce ulteriormente in questa iniziativa è il culto della “razza” che considero estraneo a una cultura di rispetto degli animali, anche se esso non fosse causa diretta di concreti maltrattamenti. Spesso si promuovono queste fiere come occasioni utili a far conoscere e tutelare il mondo degli animali, nelle loro “razze” ma ciò è contraddittorio poiché in natura non esistono le razze che invece sono il frutto di una selezione operata dall’uomo nel tempo per soddisfare i propri interessi, che siano ornamentali o economici.
Ritengo che in questo baraccone gli animali non si sentano a proprio agio perché migliaia di visitatori creano un ambiente caotico non gradito, se non addirittura ostile, agli animali. A ciò si aggiunge il caldo della stagione che non giova al benessere degli animali costretti a restare esposti come oggetti per due giorni.
Questi eventi non aiutano a creare una cultura dei diritti animali. Basterebbe un regolamento comunale che vietasse fiere con animali ma il Comune di Casale Monferrato non ci arriva proprio.
Pensare che l’evento sia un’attrazione per bambini è ancora più grave. Oltre 650 psicologi hanno sottoscritto un documento in cui esprimono «motivata preoccupazione rispetto alle conseguenze sul piano pedagogico, formativo, psicologico della frequentazione dei bambini di circhi, manifestazioni e spettacoli in cui vengono impropriamente impiegati animali. Queste realtà, infatti, comportano che gli animali siano privati della libertà, mantenuti in contesti innaturali e in condizioni non rispettose dei loro bisogni, costretti a comportamenti contrari alle loro caratteristiche di specie. Tali contesti, lungi dal permettere ed incentivare la conoscenza per la realtà animale, possono essere veicolo di una educazione al non rispetto per gli esseri viventi, indurre al disconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacolare lo sviluppo dell’empatia, che è fondamentale momento di formazione e di crescita, in quanto sollecitano una risposta incongrua, divertita e allegra, alla pena, al disagio, all’ingiustizia.»
Esistono rifugi e santuari che accolgono animali da allevamenti, macelli, laboratori di sperimentazione animale: qui gli animali vivono e muoiono felici, attorniati dall’amore sincero e incondizionato di chi li cura. I santuari e i rifugi per animali fanno progetti didattici, sono aperti alle visite del pubblico e insegnano una convivenza interspecifica sia tra animali che tra esseri umani e animali nel segno della pace e della nonviolenza. Questi sono i luoghi in cui gli animali si conoscono per come sono veramente e nulla hanno a che fare con mostre come quella di Casale.
E che cosa dire della «deliziosa carne alla griglia» offerta alla fiera? Non sarà carne di «tenerissimi coniglietti di razze rarissime» ma forse di conigli “da reddito”.
Così scrive Enrico Moriconi, Garante degli Animali della Regione Piemonte, nel suo libro “Le fabbriche degli animali”, Edizioni Cosmopolis, 2007: «I conigli sono allevati in gabbie di rete metallica, di dimensioni molto piccole, anzi si potrebbe dire che lo spazio è ridotto al minimo vitale, tanto che gli animali non possono neppure girare su se stessi. Il coniglio è notoriamente timido (…) Ogni volta che si avvicina una persona, l’animale tenta disperatamente di fuggire ma lo spazio non lo permette e quindi sbatte contro le pareti, cercando la fuga (…) Nelle piccole gabbie non viene rinchiuso un solo animale ma anche due o tre, cosicché si può dire che siano obbligati a rimanere tutta la loro vita quasi nella stessa posizione.»
Resta il fatto che nessun animale dovrebbe essere smontato e piazzato su una griglia in nome del gusto, soprattutto per far festa in una fiera. Nessuna fiera vale la vita di nessuno.
Cordiali saluti.
Paola Re – Tortona (AL)