Caserma Valfré: com’era, e non è più #2 [Un tuffo nel passato]

di Tony Frisina.

 

Corso Roma era – oltre che per noi alessandrini – il luogo ideale del passeggio anche per i soldati e nei nostri ricordi risalenti agli anni ’50 / ’60 si ripresentano tutti questi ragazzi in divisa mischiati agli altri cittadini in abiti borghesi. Le occasioni del passeggio erano le solite e forse non mancava in quei giovani allontanati da casa per colpa del servizio militare la speranza di trovare graziosa compagnia che facesse sentire meno dura la lontananza dalla famiglia.

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Ecco un articolo sulla Valfré, sotto forma di “lettera dal pubblico”.

Lettere del pubblico – Un grave inconveniente

Già ebbe ad occuparsi la stampa cittadina d’un inconveniente che tocca parte non piccola della popolazione alessandrina. Le autorità interessate fornirono a suo tempo col mezzo della stessa stampa cortesissime assicurazioni circa la sua rimozione, ma a tutt’oggi – tranne l’adozione temporanea di alcune misure che sostanzialmente si dimostrarono palliativi – l’inconveniente è al punto di partenza. Come qualche lettore probabilmente ricorderà, si tratta delle esalazioni mefitiche della Caserma Valfrè, i cui letami giacciono sotto le finestre delle prospicienti abitazioni civili. Poichè la caserma ricovera centinaia di quadrupedi, ognuno può immaginare quale atmosfera stagni nelle abitazioni in parola, specialmente nella stagione calda. Sia lecita la domanda perchè l’autorità menzionata non provvede a tutelare adeguatamente l’igiene pubblica col trapiantare alfine detti letamai verso il deserto Viale di Circonvallazione, come del resto ne ha data da tempo assicurazione. (A.Z.) Giriamo la giusta protesta del nostro lettore a chi di dovere con la certezza che sarà provveduto.

IL PICCOLO (Settimanale di cronaca) – Anno III – N. 37 – Alessandria, 17 Settembre 1927