Water alliance [Piemonte Economy]

di Cristina Bargero

 

 

Due anni fa in seguito a una frase estrapolata da un mio intervento alla Camera fui sommersa di insulti dalla rete, in quanto avevo sottolineato che il servizio idrico integrato non avesse la natura di bene pubblico, bensì quella di servizio ad interesse generale.

Affermazione la mia che poteva parere un sofismo accademico, ma che, invece, voleva sottolineate che il servizio idrico è la risultanza di una serie di investimenti: se non ci fosse un’opera di depurazione potabilizzazione, una rete ( acquedotto) che lo porta nelle nostre case ne saremmo esclusi.

La crisi idrica dell’estate scorsa e la recente condanna all’Italia da parte della Corte di Giustizia UE a 25 milioni di euro di multa, cui vanno ad aggiungersi 30 milioni per ogni semestre di ritardo, per l’inadempimento di 74 agglomerati urbani, in 18 diverse regioni d’Italia, delle norme in materia di raccolta e di trattamento delle acque reflue urbane, rendono attuale il senso di quelle parole.

Non era certo mia intenzione incarnare le vesti di una novella Cassandra, ma piuttosto mettere l’accento sulla situazione di gap infrastrutturale in cui versa il nostro paese: le reti mostrano un alto tasso di vetustà: il 60% circa delle infrastrutture ha circa 30 anni, il 25% più di 50 anni e le perdite di reti hanno percentuali pari al 26% al Nord, al 46% al centro, a 45% al Sud.

Il fabbisogno finanziario complessivo degli investimenti necessari per ATO (Ambito Territoriale Ottimale) nella nostra Regione per eliminare il rischio ammonta a quasi 158 milioni di euro, cui si sommano più di 21 milioni di euro per gli interventi urgenti.

ATO

Interventi straordinari

Interventi per eliminazione rischio residuo

Somma Urgenza

Urgenti

1.Verbano, Cusio, Ossola

5.000.000

5.000.000

2.Biellese, Vercellese, Casalese

41.500

182.157

8.594.147

3.Torinese

24.216

4.Cuneese

90.470

2.062.000

22.707.000

5.Astigiano, Monferrato

42.414.000

6.Alessandrino

199.024

13.866.279

79.000.000

Totali

355.210

21.110.436

157.715.147

Fonte: Osservatorio Regionale dei servizi idrici integrati del Piemonte

Una cifra considerevole che le aziende che gestiscono il servizio idrico da sole non riescono a fronteggiare. Un possibile canale di finanziamento consiste nell’accedere ai fondi Bei del Piano Juncker che richiede, tuttavia, garanzie di cofinanziamento consistenti.

Anche per ovviare a tale problema, nel luglio 2016 12 aziende pubbliche piemontesi “in house”, ossia affidatarie dirette (nella nostra provincia AMAG e AMC, ma anche SMAT di Torino), che servono un’utenza di oltre 3,5milioni di abitanti (ossia l’80% della popolazione) hanno stipulato un contratto di rete “la Water alliance“, con l’intenzione di ovviare alle debolezze legate al sottodimensionamento delle aziende, e poter intraprendere quegli investimenti necessari all’ammodernamento della rete idrica.