Aral, una crisi con radici profonde: ora raccolta differenziata con tariffa puntuale!

Alessandria alla guerra contro i poveri CorriereAldi Davide Serafin*

È una crisi che ha radici lontane, quella di Aral, l’azienda che si occupa del trattamento e della gestione dei rifiuti dell’alessandrino. Radici che si insinuano sino al 2011, quando la giunta Fabbio decise di smantellare – più per ragioni ideologiche che per ragioni economiche – la raccolta differenziata porta a porta. L’ex sindaco la chiamava la “Ferrari” della raccolta differenziata.

Sono trascorsi sette anni, sette anni in cui la politica non è stata in grado di modificare una rotta che avrebbe portato comunque all’esaurimento dei siti destinati a discarica e che avrebbe comunque condotto a scelte gravi e dannose per l’ambiente e la salute dei cittadini.

Ora, direbbe il poeta, siam giunti al muro che vien detto futuro: e pare non esserci più scampo ad una mera gestione dell’emergenza, in cui Amag Ambiente si impegna in onerosi – e giocoforza temporanei – contratti con privati al fine di non interrompere anche la raccolta in città e trasformare Alessandria in una pattumiera. Alessandria che è stata troppo spesso a guardare, troppo spesso intenta a dire che la differenziata è inutile, che intanto poi tutto viene mescolato lo stesso. Ogni intervento che verrà prospettato di qui in avanti, sarà costoso. Sia esso una nuova discarica, o un inceneritore. Pagheremo tutti molto cara questa inerzia che ci ha contraddistinto.

Aral, lunedì in Prefettura incontro decisivo. Borasio: “Ma non esiste emergenza rifiuti per i cittadini” CorriereAl 1Il lettore dirà che non si prospetta alcuna soluzione, in queste righe, che al solito si critica ma non si propone. Non è vero. La soluzione è una sola, lo è sempre stata e si chiama raccolta differenziata, accoppiata alla tariffazione puntuale che serve a restituire ai cittadini i risparmi e i benefici della valorizzazione del rifiuto medesimo. La ‘matrigna Europa’ la chiama Economia Circolare. Non ce lo potevamo permettere nel 2011, e invece oggi, con i rifiuti alla porta, con le discariche colme dei veleni che qualcuno ha lì sotterrato pensando a fare cassa, oggi ci possiamo ancora permettere di inglobare il costo nascosto in danni all’ambiente e – di riflesso – alla salute di tutti noi cittadini?

 

* Possibile comitato Macchiarossa