“Ho chiesto ufficialmente a Fabrizio Palenzona di essere il prossimo presidente della nostra Fondazione: e non ha detto no..”. Verso la fine della fitta conversazione con Pierangelo Taverna, presidente della Fondazione CrAl, dedicata ai progetti e agli investimenti finalizzati al consolidamento e alla crescita del polo alessandrino dell’Upo, arriva la dichiarazione, tanto ufficiale quanto inaspettata: il mandato dell’attuale presidente scade nell’aprile 2019, e da mesi in città, e non solo, ‘tiene banco’ la discussione sui futuri assetti della ‘cassaforte’ di Palatium Vetus: “Vorrei completare il decennio della mia presidenza – sottolinea Taverna – con un ulteriore impulso alla crescita del polo universitario alessandrino: la Fondazione ci ha sempre creduto e ci crede, e in stretta collaborazione con il rettore Cesare Emanuel (anch’egli in scadenza: sarà in carica fino al 31 ottobre, ma entro metà giugno si completerà l’elezione del suo successore, ndr) ha lavorato in diverse direttrici. Continueremo a fare la nostra parte anche nei prossimi mesi, soprattutto sul fronte delle residenze universitarie: confidando che nel frattempo anche il percorso per portare Medicina ad Alessandria proceda senza intoppi”. Poi, appunto, potrebbe toccare all’attuale presidente di Prelios, il cui trentennale curriculum parla da solo, guidare la Fondazione CrAl verso una nuova fase, in cui non si possono escludere nuovi percorsi di aggregazione con analoghe realtà.
Presidente Taverna, il suo ultimo anno di mandato sarà tutto all’insegna del potenziamento del polo universitario alessandrino?
Tutto no, perché la nostra Fondazione ha una vocazione ‘generalista’, e cerca di supportare il territorio alessandrino sui vari fronti, con massima priorità per i progetti nell’area del ‘sociale’. Però certamente all’Università come leva di sviluppo abbiamo creduto fin dall’inizio, e questa fase ci vede impegnati più che mai. Al fianco e in piena collaborazione con il rettore Emanuel, lo sottolineo volentieri: abbiamo sempre remato dalla stessa parte, e con grande determinazione.
La nuova sfida è quella delle residenze universitarie: a che punto siamo?
Ottimo direi. E’ un percorso avviato da anni, ormai ad uno snodo decisivo. Negli anni scorsi avevamo individuato nell’edificio ex Sordomuti di piazza Santa Maria di Castello una struttura adeguata, con tanto di progetto già pronto nel cassetto: lì rimane per il momento, essendo nel frattempo maturate altre priorità. Ma dovessero esserci in futuro le condizioni per un co-finanziamento nazionale, saremmo pronti.
Nel frattempo, però, le tappe più immediate sono altre: il seminario della Diocesi, e la struttura dell’area chiesa di San Francesco, ex ospedale militare…
Mettiamoci anche l’ex Caserma dei Carabinieri di via Cavour, di fronte a Palazzo Borsalino, di proprietà della Provincia. E sottolineo che non si tratta di progetti alternativi l’uno all’altro, ma perfettamente integrabili. La Diocesi è già credo a buon punto, e ha stipulato accordi direttamente con l’Upo. Il sindaco di Alessandria ha manifestato l’intenzione di valorizzare l’area di San Francesco come centro culturale cittadino polivalente, all’interno del quale può trovare spazio certamente una residenza universitaria con almeno 50 posti letto. Complessivamente credo che ci si debba muovere nella logica di almeno 100 posti letto, posto che parliamo di studenti, ma anche di docenti e personale non docente in trasferta. Se poi arrivasse Medicina, come auspichiamo…
Lì a che punto siamo?
Tutto procede positivamente, per quanto ne so. Al Piemonte sono stati assegnati 50 posti in più, ora è stato avviato l’iter della Conferenza Stato Regioni, e poi spetterà al Miur fare le assegnazioni definite. Per Alessandria naturalmente diventare sede universitaria della Scuola di Medicina sarebbe opportunità straordinaria, sul piano culturale, economico, sanitario. Ci speriamo davvero.
La Fondazione non è mai venuta meno in questi anni hai suoi impegni economici sul fronte Università: per le residenze universitarie quale sarà il vostro contributo?
Abbiamo già individuato in Ream, sgr partecipata dalle principali fondazioni bancarie piemontesi, lo strumento operativo per intervenire, e stimato di farci carico della differenza tra il costo reale di ogni singolo posto letto (circa 230 euro al mese), e il contributo Edisu, che si aggira sui 180 euro. L’importante è fare in modo che, in tempi rapidi, Alessandria sia dotata di un sistema di residenze universitarie moderno ed efficiente. Anche dislocato in più punti della città.
Presidente Taverna, nelle scorse settimane è stato rinnovato il cda della Fondazione, e il suo mandato di presidente scade tra meno di un anno. Voci sulla sua successione ne circolano tante: cosa succederà davvero nella primavera del 2019?
Mi piacerebbe, dopo un decennio di attività impegnativa, certamente in un contesto socio economico estremamente complicato, lasciare la Fondazione in mani solide e qualificate. Lo dichiaro ufficialmente per la prima volta: ho chiesto a Fabrizio Palenzona la sua disponibilità ad essere il prossimo presidente della Fondazione CrAl, e non ha detto no. Vedremo quali saranno gli sviluppi, ma credo che a nessuno sfugga quale potrebbe essere l’importanza, non solo per la Fondazione ma per tutto il territorio, se Palenzona accettasse la proposta.
Nell’universo delle fondazioni bancarie si parla molto anche di aggregazioni: in Piemonte sono una ventina. E’ pensabile che dal prossimo anno si assista ad accorpamenti importanti?
E’ un’ipotesi sul tappeto. Non nego di aver cercato di parlarne già in qualche circostanza, ad esempio con i colleghi astigiani. Naturalmente sul territorio c’è anche Tortona, e guardando al Piemonte Orientale ecco Novara e Vercelli. Non sono però tutte realtà omogenee, per cui qualsiasi percorso aggregativo andrebbe valutato con grande attenzione. Da parte nostra, posso dire con orgoglio che lascerò al mio successore una realtà sana, solida e trasparente: lo scorso anno abbiamo scelto di svalutare il nostro patrimonio, per allinearlo al valore reale del mercato, dopo questi anni di forti cambiamenti. Ma abbiamo anche all’orizzonte complessive plusvalenze per circa 70 milioni di euro tra Cassa Depositi e Prestiti e Banca Sistema: per cui nel 2019 la Fondazione Cral sarà realtà da 300 milioni di euro di patrimonio, ossia sostanzialmente i valori pre-crisi: uno stato di salute che possiamo esibire con orgoglio”.