di Jimmy Barco
www.lacantera.club
Il campionato è finito, l’Alessandria si è piazzata al 6° posto in classifica. Adesso sotto con i play off.
Ma prima di parlare del presente e del futuro vorrei rilevare che Livorno, Padova e Lecce, le squadre che in questa stagione hanno vinto i rispettivi gironi di C, hanno raccolto rispettivamente 68, 63 e 74 punti alla fine della regular season. Risultato questo lontano anni luce da quello ottenuto la scorsa stagione dai Grigi (78 punti), anche considerando che in questa annata sportiva la Terza Serie ha disputato due partite in meno.
E con 78 punti l’anno passato abbiamo trovato chi, a qualche titolo, ha fatto meglio di noi nel girone: pazzesco! Nell’attuale stagione agonistica invece i Grigi hanno raggranellato 56 punti che, a prima vista, sembrano pochi ma se qualcuno il giorno di Ognissanti dell’anno passato ci avesse assicurato che alla fine ci saremmo piazzati al 6° posto dopo aver vinto pure la Coppa Italia di categoria gli avremmo dato del matto.
Quello che fatico a razionalizzare è fino a che punto sia stata fallimentare la gestione tecnica e sportiva di Sensibile e Stellini e quanto saggia quella di Cerri e Marcolini. Chiaro: la prima negativa, la seconda positiva ma non saprei dare percentuali esatte perché alcuni passaggi sono stati talmente clamorosi da chiamare in causa, nella fattispecie, la Dea Eupalla e i suoi proverbiali capricci.
Ma…così è, se vi pare; Pirandello docet. E comunque onore al merito a Di Masi il quale, dopo aver difeso ad oltranza le scelte di Sensibile, quando ha rotto gli indugi e ha ribaltato il tavolo l’ha fatto individuando il buon senso, l’equilibrio e il pragmatismo gli ingredienti totalmente ignorati dal management tecnico sportivo della prima parte della stagione.
E meno male che il Presidente non è stato a sentire quegli scienziati che l’anno scorso, di questi tempi, spiegavano che, sostanzialmente, un presidente di una squadra di calcio dovrebbe individuare un collaboratore in grado di far girare il mulino, dargli i soldi per farlo funzionare e limitarsi a venire allo stadio quando ci sono le partite.
Se Di Masi nel novembre scorso non avesse fatto scelte coraggiose non so come poteva finire questa stagione, sotto l’egida irresponsabile di Sensibile.
Nel week end si sono scannate le squadre che, nel nostro girone, si sono classificate tra il 5° e l’11° posto e, direi, grosse sorprese non ce ne sono state. Quando si passerà alle finali nazionali, quelle nelle quali l’appartenenza al girone non sarà più prevista e tutte le finaliste sono individuate a prescindere, entrerà in gioco anche l’Alessandria.
Diciamo subito che play off di questo tipo possono rappresentare un autentico gioco al massacro; inoltre una sola vincente tra una trentina di aspiranti non aiuta a razionalizzare questo mini torneo.
Non necessariamente a Pescara, dove sarà giocata la finalissima, vincerà quindi la squadra più forte fra quelle qualificate agli spareggi ma certamente chi vincerà sarà la più forte. E sarà la più forte (e magari anche la più fortunata….) perché si tratta del collettivo che ha gestito meglio le energie fisiche e nervose, che non è stata oltremodo penalizzata dagli episodi negativi mentre ha tesaurizzato quelli positivi e che ha saputo incanalare tensioni e ambizioni nel modo più produttivo ed intelligente.
L’Alessandria affronterà, a parte l’eventuale finalissima, turni articolati con partite di andata e ritorno, cosa che può essere vantaggiosa perché una disfida da 200’ è meno legata alla casualità rispetto alla partita secca e ti consente di avere più occasioni a disposizione per recuperare un risultato compromesso. Questo naturalmente è destinato ad avvantaggiare le squadre più dotate e quelle più regolari.
Certo è che questi play off saranno un autentico, piccolo campionato supplementare destinato a rinnegare certe gerarchie che si sono cementate nelle 38 partite della regular season. E chi avrà più filo tesserà più tela, come dicono in Cina (ma forse lo dicono anche qui…)