Un altro concerto, un’altra città, altri volti.
Le cose nuove ci rendono fecondi di conoscenza, di cultura umana, di sapienza.
La vita vissuta nasconde qualcosa di profondo rispetto allo studio e palesa l’arte di saper stare al mondo, ciascuno con la propria personalità, con il proprio stile, nel mio caso con la propria musica.
Alba è una città ricca: di storia, di fascino, di lavoro.
Rappresenta l’Italia di provincia che è riuscita a gestire un sano rapporto tra il passato e il futuro, a tenere il primo piede nella tradizione e lanciare il secondo aldilà del tempo.
Risultato: un presente di benessere e di prospettiva.
“Facciamo i conti con la crisi ma per noi è lieve” spiega Ignazio.
Lungo la via Maestra si legge sul volto dei passanti che la serenità non è utopia, anche per i turisti inglesi, tedeschi, americani che affollano le vie del centro e sorridono estasiati guardando le vetrine oppure seduti ai caffè sorseggiando un calice di vino.
La Chiesa della Maddalena è un piccolo gioiello Barocco nel cuore della città.
Costruita alla metà del Settecento, è suddivisa in due ambienti: la raccolta Cappella e l’ampio Coro ligneo situato alle spalle dell’altare, teatro del concerto.
Il concerto si dipana tra emozioni, silenzi e applausi.
Al termine usciamo dalla Chiesa.
Ha piovuto a dirotto, ora l’aria è tiepida, il ciottolato è imperlato di gocce e pozzanghere.
“Senti che profumo?” dice Ignazio.
Inspirando si percepisce un intenso aroma di nocciola con note di cioccolato.
Mi vengono alla mente piacevoli sensazioni di giochi antichi, voci di bambini e sorprese preziose rinchiuse dentro un ovetto giallo.
Cammino verso il ristorante, alleggerito di molti anni e con un profumo in più nella mia personale Banca Olfattiva.