La UIL di Alessandria ha presentato giovedì l’avvio di un progetto di ricerca che si pone come obiettivo quello di scoprire l’entità del fenomeno della Gig Economy in provincia di Alessandria, “ossia l’ economia dei lavoretti che si trovano tramite app e piattaforme dedicate in continua espansione”.
Il progetto è realizzato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale e l’agenzia di comunicazione integrata ModusOperandi di Alessandria.
“Proprio un anno fa, nel mese di aprile 2017 – dice una nota UIL – avevamo tenuto un convegno intitolato Dal Jobs Act al Jobs App: l’era della Gig Economy, argomento che è stato anche il fulcro della relazione che il segretario generale della UIL di Alessandria, Aldo Gregori, ha esposto agli invitati e ai delegati in occasione del diciassettesimo congresso confederale territoriale Uil del 6 aprile scorso.
Soltanto pochi giorni fa è arrivata la prima sentenza italiana del Tribunale di Torino che ha respinto il ricorso di sei fattorini di Foodora che si occupano di consegnare pasti a domicilio, muovendosi in città a cavallo della biciletta, che avevano intentato una causa. Il giudice ha dato ragione a Foodora, sostenendo che il lavoro dei riders, in quanto lavoratori autonomi e non dipendenti, potesse essere interrotto in qualsiasi momento da parte dell’azienda. Il caso è stato in testa ai tg e sui giornali, seguito dalla notizia della prima carta dei diritti del riders predisposta dal Comune di Bologna, primo tentativo per regolamentare il fenomeno dei lavoretti a chiamata, che da occasionali per molte persone, rappresentano l’unica fonte di reddito.
Ogni giorno ormai veniamo a conoscenza della nascita di nuove app e servizi, come la consegna a domicilio dei farmaci, una start up sperimentata prima ad Asti poi attivata a Torino, come le app cinesi che forniscono servizio trasporto da e per l’aeroporto.
Il fenomeno ha portato alla nascita di piattaforme online, con relative app, che vedono tra gli iscritti occupati, disoccupati, cassintegrati e tanti giovani che offrono il loro tempo e la loro prestazione in differenti settori. Le persone sempre più spesso per arrotondare i bassi stipendi o la totale mancanza di lavoro, si mettono in gioco proponendosi per lo svolgimento di lavori saltuari, che spesso poi possono sfociare in una prassi, cronicizzando il sistema.
Alcune delle app più note dove caricare il proprio profilo e candidarsi per i lavoretti richiesti sono Tiaiuto, Vicker, Jobby, Petme,CornerJob, Feveever, Justeat, Pronto.Pro.it e tante altre ancora.
La Uil di Alessandria ha voluto così portare avanti una riflessione sul fenomeno, localizzandolo in provincia di Alessandria, per capire quanti soggetti lavorano tramite app, quali utilizzano, che mansioni svolgono, come e quanto vengono pagati e che tipo di tutela hanno.
Per avere queste informazioni abbiamo creato grazie al lavoro di uno studente borsista dell’Università del Piemonte Orientale e alla supervisione della Professoressa Fabrizia Santini, Professore Associato in Diritto del lavoro all’UPO, un questionario che diffonderemo per poter raccogliere e in seguito elaborare dati sulla ricaduta del fenomeno a livello locale.
Il questionario, rigorosamente anonimo, potrà essere compilato da tutti cliccando semplicemente sul portale www.chelavoretto.it, appositamente creato per l’occasione. Verrà promosso e diffuso su più canali, come il sito www.uilalessandria.org, media locali, pagine Facebook, agenzie per il lavoro, università, ecc…
Aldo Gregori, Segretario generale UIL Alessandria: “Come sindacato non possiamo farci cogliere impreparati, non studiare e comprendere dinamiche legate allo sviluppo della tecnologia, allo scambio di domanda e offerta di prestazioni lavorative che avviene online tramite app dedicate, scaricabili su smartphone e tablet, per lo svolgimento lavori di diverso genere, come giardinaggio, pulizie in casa o negli uffici, l’accudimento dei bambini. Vogliamo capire se esistono margini per intervenire, come comportarci per tutelare i lavoratori oltre a portare alla conoscenza di tutti gli operatori Uil che lavorano sul territorio l’esistenza di questa forma di scambio di domanda e offerta, che avviene ogni giorno online, lontano dagli uffici. Questi fenomeni spesso rischiano di sfuggire al controllo e alla regolamentazione, vogliamo quindi approfondire l’argomento, conoscere come si è articolato il fenomeno e come ha preso piede diventando realtà in un contesto socio-economico difficile a livello globale e anche per il nostro Paese, tra instabilità, precariato, aziende che chiudono, disoccupazione”.