Ospedali, Scuole di Medicina e il Protocollo che per ora non si trova. La pulce nell’orecchio di Confintesa Ugs Medici [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

La vicenda relativa a Gian Carlo Avanzi, direttore della struttura complessa di Medicina e Chirurgia d’Urgenza dell’ospedale ‘Maggiore’ di Novara e candidato alla carica di Rettore dell’Università del Piemonte Orientale, su cui è intervenuto il sindacato Confintesa Ugs Medici (si legga qui, e qui), potrebbe indirettamente aprire un nuovo fronte che vede coinvolta questa volta la Regione Piemonte.

Sarebbe infatti al centro di una prossima interrogazione consiliare, si apprende da ambienti torinesi, il rapporto fra le aziende ospedaliere universitarie e le scuole di medicina piemontesi.

In questo caso nel mirino ci sarebbe la delibera numero 9-7209 del 10 marzo 2014 relativa al protocollo di intesa tra Regione Piemonte, Università del Piemonte Orientale e Università di Torino. L’atto doveva “regolamentare i rapporti tra la Regione Piemonte, l’Università degli Studi del Piemonte Orientale e l’Università di Torino sotto il profilo dell’integrazione tra le attività proprie degli enti interessati, di assistenza, di didattica e di ricerca”, definendo “il funzionamento delle aziende ospedaliero-universitarie di riferimento territoriale (Torino, Orbassano e Novara)”.

Il testo dell’interrogazione, in base alle indiscrezioni raccolte finora, dovrebbe ruotare su due quesiti: “I rapporti fra Regione Piemonte, Università di Torino e Piemonte Orientale sono regolati dal Protocollo d’ Intesa del 6 novembre 2009, oppure ne sono stati redatti dei successivi”? “In caso di esistenza del solo Protocollo d’intesa del 2009, essendo questo scaduto come si concilia la presenza delle Scuole di Medicina di Torino e dell’Upo all’interno delle aziende ospedaliere universitarie di Torino e Novara, essendo nel frattempo stati assunti in regime di convenzione personale universitario anche con posizioni dirigenziali”?

Ancora una volta è il sindacato Confintesa Ugs Medici a mettere la classica pulce nell’orecchio. E lo sta facendo perché, finora, il protocollo del 2014 non risulterebbe recepito negli atti aziendali novaresi. Qui i rapporti fra l’ospedale e la Scuola di Medicina dell’Upo sono regolati dal Protocollo regionale di intesa del 6 novembre 2009. Nella successiva deliberazione del 21 dicembre 2009 relativa alla ‘Presa d’atto del Protocollo d’intesa tra Regione Piemonte e Università degli Studi del Piemonte Orientale’, all’articolo 16 relativo alla ‘Durata’ è riportato che “il presente Protocollo d’Intesa entra in vigore alla data della stipulazione e ha la durata di tre anni prorogabili, per espressa volontà delle parti, sino alla stipulazione del nuovo Protocollo”. Che quindi sarebbe quello del 2014. Però scorrendo il testo dell’atto aziendale, scaricabile dal sito internet dell’ospedale ‘Maggiore’, si trova solo il riferimento al protocollo del novembre 2009 e non a quello successivo.

Cosa significa la mancanza di un rinnovo esplicito, previsto dopo il primo triennio? “Sostanzialmente è come un inquilino che per proseguire la locazione deve rinnovare il contratto stesso di affitto” dice Confintesa Ugs Medici. Che adesso è in attesa di andare a fondo nella ricerca della documentazione perché “se la forma è sostanza allora la forma ha un suo valore”. E Pietro Garavelli, sindacalista di Confintesa Ugs Medici e medico ospedaliero a Novara, aggiunge: “In Italia esistono medici ospedalieri e universitari che operano all’interno dello stesso ospedale dipendendo da diversi ministeri e con diversi regolamenti. I problemi nascono da qui. In caso di esistenza del solo Protocollo d’intesa del 2009, se questo fosse scaduto – aggiunge – come si concilierebbe la presenza delle Scuola di Medicine dell’Università del Piemonte Orientale all’interno del ‘Maggiore della Carità’ di Novara, essendo nel frattempo anche stato assunto in regime di convenzione del personale universitario pure in posizione di direttore di struttura complessa”?

Si comprende quindi anche come in alcuni ambienti ospedalieri novaresi inizi a crescere la preoccupazione per i possibili futuri sviluppi.