Io, soggetto Asperger

di Fausto Mamberti*

 

 

Che cosa sia un soggetto Asperger è molto difficile da spiegare soprattutto per me che ho scoperto di essere tale da pochi mesi. Lo chiamano autismo ad alto funzionamento e molto spesso viene confuso con la debolezza di carattere, forse lo è anche, ma la cosa più preoccupante è che si ha a che fare con una persona apparentemente inserita senza problemi nel tessuto sociale, ma spesso scambiata per una persona sgarbata, scortese e asociale.

Si tratta di una gestione molto diversa delle emozioni che differisce tantissimo nel sentire comune.

Intanto un Asperger ha difficoltà di codifica delle emozioni degli altri. Ad esempio in un contesto lavorativo o sociale è difficile che un Asperger riesca a gestire in maniera corretta i rapporti con gli altri. A scuola è quasi sempre lo zimbello della classe, perché semplicemente non capisce o non coglie in maniera totale il sarcasmo, lo vede come fastidio. Di questa condizione, in quasi mezzo secolo della mia esistenza, se ne sono approfittati in molti. Avere la meglio su una persona come me è sempre stato un gioco da ragazzi. La sofferenza è o è stata pensare di essere come gli altri, cercare di essere disperatamente come gli altri e di farmi accettare, senza avere strumenti emozionali per poter interagire correttamente con le altre persone.

Poi con le donne ovviamente è sempre stato un disastro, primo perché vinceva sempre l’altro, secondo perché l’asperger non comprende situazioni di complicità, o di frasi non dette, basilare in un corteggiamento o in un rapporto. Ed ecco che sofferenza e frustrazione si trasformano in rabbia incontrollata. Assieme ad essa arrivano tutti i comportamenti ossessivo-compulsivi, tipo la paura di vedere una persona anche solo idealizzata con un altro in un locale o in giro. Tutto questo è Asperger. Tutto questo l’ho vissuto fin dall’adolescenza.


L’Asperger è riconoscibile da atteggiamenti goffi soprattutto nelle attività sportive, prova totale fastidio per rumori improvvisi come suoni di clacson o sirene di ambulanze, va nel panico in luoghi affollati, non sopporta che gli vengano assegnate attività urgenti ed improvvise, deve pianificare la sua giornata con i suoi ritmi e le sue esigenze. Tutto questo l’ho scoperto alle soglie dei cinquant’anni dopo immani sofferenze. Spero che questa mia opera di divulgazione serva soprattutto a coloro che magari scambiano uomini irosi e persone violente per soggetti da condannare e isolare. Potreste avere un asperga in famiglia e non lo sapete. Pensateci

* Giornalista e Asperger