Piscina comunale di Alessandria: solo amarcord, o anche futuro? [Un tuffo nel passato]

di Tony Frisina

 

 

In quest’occasione avrei voluto ancora parlare di Benito Michelon, personaggio sportivo alessandrino e fondamentale figura di Assistente Bagnanti presso la Piscina Comunale di Alessandria; sarebbero ancora molte le cose che avrei da raccontare avendo lavorato al suo fianco per ben tre stagioni balneari. Per questa volta, però, voglio dare solo un cenno sulla nostra sfortunata piscina e sulle ultime notizie che la riguardano.

Purtroppo è di questi giorni la notizia che il bando d’asta per l’assegnazione della gestione annuale della piscina sia andato deserto e che, quindi, anche quest’estate Alessandria non avrà la sua piscina. Fra le altre congetture mi viene da pensare che potrebbe avere ragione chi asserisce che ci sia una logica sotterranea nel volere questa situazione di chiusura (non da parte della nostra amministrazione comunale) da parte di chi ha interessi nello stesso settore… e qui mi fermo.

Cosa ci ha insegnato il passato se siamo arrivati a questo punto? Con che animo e con quali occhi si può guardare al futuro osservando questo presente così desolante e deludente?

Qualcuno a volte mi taccia di essere un nostalgico. Come si può essere amanti del presente e avere speranze per il futuro se ciò che si vede è sempre e soltanto negativo rispetto a ciò che il passato ancora è in grado di mostrare? Forse è riduttivo amare il passato e riviverlo attraverso i ricordi e osservandolo mediante le cartoline d’epoca. Però questa è la realtà dei fatti; ammirare ancora oggi il bello è possibile soltanto ed unicamente attraverso le raccolte fotografiche.

Osservare la situazione odierna della piscina comunale – ma non solo quella – lascia l’amaro in bocca. E lascia l’amaro in bocca anche l’osservare la Nazione che sta andando alla deriva. Un Paese, quindi, che non ha saputo far tesoro degli insegnamenti del passato e che ancora oggi dimostra di non saper fare tesoro degli esempi che le nazioni vicine – molto più progredite e sviluppate rispetto alla nostra – quotidianamente ci mostrano. Eccomi qui, allora, a proporre soltanto un breve cenno sulla nostra piscina comunale, mostrando un paio di cartoline d’epoca relative ai primi anni dell’apertura.

Da bambino avevo sentito dire – non saprei se la cosa corrisponda al vero – che la piscina comunale1 fosse stata voluta per far fronte alle numerose perdite di vite umane che ogni anno Alessandria doveva tributare ai suoi fiumi, soprattutto al Tanaro. Effettivamente la piscina comunale si è dimostrata subito un luogo sicuro, oltre che accogliente e ben gestito. Testimone sono io, per averla frequentata un decennio come bagnante e averci poi prestato la mia opera.

Nelle due immagini che oggi propongo si osservano bambini festanti fare il bagno nella piscina profonda poco più di un palmo e belle signorine intente a pavoneggiarsi, mentre giovani mamme osservano i loro piccoli sguazzare felici.

Durante gli anni ‘50 – e anche successivamente – la piscina è stata un pullulare di vita e di allegria; era tutto un accorrere di gente festosa che amava passare il tempo libero in maniera spensierata, in compagnia di amici e conoscenti.

Quale miglior luogo c’era per far nuove conoscenze e per allacciare nuove amicizie e nuovi amori?

Le immagini proposte oggi ci svelano soltanto due fotogrammi reali di ciò che la piscina comunale fu per gli alessandrini.

In una delle cartoline2 fanno bella mostra una signorina bionda con costume bianco a pallini scuri ed una mora, che le è accanto, immortalate anche in una delle cartoline già proposte; posso immaginare che sia stata una scelta del fotografo per impreziosire gli scatti fotografici. Chi potrà mai svelare se queste comparse fossero semplici bagnanti indigene ovvero due modelle oriunde? A prescindere da queste osservazioni posso affermare che il livello e la qualità delle persone che frequentavano la piscina, tranne qualche rara eccezione, fossero sempre alti.

La piscina era frequentata in particolare da scolari e studenti che avevano molto tempo libero rispetto ad altre categorie di cittadini. I lavoratori, come anche i militari di leva, accorrevano in questo luogo con più frequenza il sabato e durante i giorni festivi. Insomma in piscina comunale erano rappresentate tutte le categorie sociali.

Concludo con una nota di speranza e con l’augurio che gli amministratori e tutti coloro che a diverso titolo sono in grado di fare qualcosa, possano operare con onestà al fine di ridare alla città il luogo principe per il tempo libero e per un sano divertimento.

 

 

1 “Le piscine comunali furono inaugurate ufficialmente il 20 Maggio 1956 e avrebbero dovuto costituire il primo lotto di una più complessa struttura polisportiva che era stata presentata l’anno prima all’Esposizione Internazionale dello Sport presso il Valentino di Torino. La nuova struttura riscosse un immediato successo presso gli abitanti non solo di Alessandria ma anche delle città vicine. Il Piccolo del 14 Luglio 1956 riferì che solamente tra il 10 Giugno e l’8 Luglio si erano registrate ben 24.329 presenze e tra queste 8.657 erano di bambini” [da 80 anni di storia alessandrina, a cura di Alberto Ballerino; 25 Novembre 2005].

2 La cartolina, Edizioni Celebromo – Alessandria, risulta essere stata spedita il 27 Luglio 1956.