Alessandria, i tempi della piscina e quelli del compleanno (sono 850) [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

La storia recente della piscina di Alessandria e la festa per gli 850 anni del capoluogo: due vicende emblematiche in cui alcuni protagonisti si comportano in modo diametralmente opposto.

Che il bando per la piscina sia andato deserto viste le condizioni dell’impianto, i costi altissimi per riattivarlo e la remunerazione economica che non sarebbe stata garantita nemmeno dopo anni, è cosa nota. Ora si può voltare pagina, a una condizione: la precisa volontà politica dell’amministrazione di farlo. In questa vicenda si segnala, per il metodo seguito, il lavoro di Federico Guerci, consigliere comunale di Forza Italia. Per mesi ha spiegato che la strada imboccata dal Comune, quella del bando, se da un lato era pressoché obbligata per arrivare davvero a una svolta, dall’altro non avrebbe portato a nulla. E così è stato. Ma lui intanto ha incontrato, anche fuori Alessandria, operatori, tecnici, progettisti, ha sondato disponibilità e interessi, ha verificato la reale percorribilità di altri percorsi. E alla fine dice chiaramente che, se Alessandria vuole una piscina, bisogna scegliere la strada del project financing oppure dell’affidamento gratuito a una società sportiva. “In entrambi i casi – dice Guerci, che ha anche depositato in Commissione toponomastica la richiesta di intitolare l’impianto a Benito Michelon, per ricordare l’ex pugile – l’amministrazione pubblica conserverebbe una piccola partecipazione nella società”. Certo il projetc financing è quello che consentirebbe di cambiare volto alla zona, ovviamente con investimenti milionari. “Se si decide di resettare l’area, ripartire da capo con un impianto moderno, dotato di servizi, vasche (coperta e scoperta, campi da basket, volley, calcetto (per fare un esempio), allora si rivaluta l’intera area, la struttura viene capitalizzata, aumentando di valore. Il mercato oggi chiede ambienti ben diversi dal passato. I trampolini per i tuffi non interessano più, mentre sono necessari spazi adeguati, confortevoli e lettini. Alessandria può tornare a essere un polo attrattivo, pur in presenza di altri impianti nelle zone vicine. La scommessa, però, è di un’area polifunzionale che lavori tutto l’anno e non solo per pochi mesi”. In sostanza, se la volontà è quella di mantenere una piscina ad Alessandria, queste, a giudizio di Guerci, sono le condizioni e le sostenibilità economiche.

Per un consigliere che prima di parlare e spiegare quali strade percorrere, ha impiegato mesi per informarsi e confrontarsi con addetti ai lavori, c’è un Consiglio che ancora l’altro giorno ha mostrato un grande affanno e una certa dose di improvvisazione nella gestione degli eventi e delle iniziative per celebrare gli 850 anni della città. Convocato con all’ordine del giorno un solo punto – “850° anniversario della fondazione della città di Alessandria” – alla presenza dei consiglieri comunali ad honorem, e con solo una minima parte di adesioni da parte degli ex amministratori, si è risolto in un’ora di parole, molte in libertà, e mancando totalmente l’obiettivo di “approfittare dell’esperienza dei consiglieri e amministratori del passato per contribuire a quello che potrebbe essere il futuro della città”, per usare le parole introduttive di Emanuele Locci, presidente del Consiglio comunale.

La gestione dei lavori è stata affidata a Piero Formaiano, storico esponente del Partito socialista, che ha introdotto parlando dell’Alessandria del secolo scorso e della politica che, pur in mezzo a liti e contrasti pesantissimi, ha dato vita a scelte precise, dagli insediamenti industriali al nuovo teatro, dalla nascita dell’azienda dei trasporti alle opere pubbliche. Era una città in cui il Psi, il Pci e la Dc (e non solo perché il Pri e il Pli hanno espresso anch’essi una classe di amministratori) hanno scritto la storia, gettando davvero le basi per un ruolo nuovo del capoluogo “che è stato al centro di molte analisi e inchieste anche da parte del giornale Il Piccolo”. Diretto da Paolo Zoccola, fra gli anni Ottanta e Novanta il bisettimanale ha preso posizioni forti, condotto battaglie di impegno civile, come quella a favore della nascita dell’università, ha saputo approfondire temi economici, sociali e di costume, formulando “preziose riflessioni sul ruolo della città e sulla collocazione logistica che avrebbero anche stimolato progettualità di sviluppo” ha sottolineato Formaiano. Quella tratteggiata è stata una Alessandria impegnata a ragionare su se stessa, a pensare a modelli di sviluppo e ad azioni tese a migliorare la qualità della vita in cui l’intera società, dai partiti ai giornali, dalle banche alle associazioni di categoria, era protagonista.

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Decisamente all’opposto del capoluogo di oggi. E la dimostrazione è arrivata durante il consiglio. Gli interventi sono stati quelli di Paolo Berta che ha letto un breve comunicato del gruppo Pd e Lista Rossa, Antonio Maconi (comitato promotore Alessandria 850), Renzo Patria (storico esponente dello scudocrociato), Enzio Notti (oggi presidente onorario della sezione di Italia Nostra di Alessandria e già amministratore comunale). Quindi, veloce chiusura, applausi e liberi tutti.

Cosa hanno detto? Berta ha chiesto di “dare segnali simbolici e concreti intervenendo in modo deciso nella programmazione e redazione del calendario degli eventi legati agli 850 anni di Alessandria e, velocemente, di riproporre, nel modo che si riterrà più opportuno, le intitolazioni di vie o piazze agli illustri alessandrini già votate e deliberate dagli organi competenti. Ad oggi, non abbiamo novità, tutto tace dopo l’ultimo Consiglio comunale. Il tema è sempre lo stesso: conoscere per cambiare, sapere da dove veniamo per decidere dove vogliamo andare”. Renzo Patria ha proposto una pubblicazione per ricordare “gli amministratori non più viventi rispetto al ruolo che hanno avuto e alle cose che hanno fatto per Alessandria”, mentre Enzio Notti ha detto di “non avere capito bene perché ci avete invitato, pensavamo di ascoltare e discutere le proposte della giunta per il compleanno”.

Maconi è stato l’unico a dare concretezza all’incontro. “Per il compleanno della città vanno seguiti tre filoni di ragionamento. Il primo è quello del ‘passato’, con l’Alessandria che ha riscoperto le radici autentiche medioevali e un esempio è il recupero di Palatium Vetus. Poi c’è il ‘presente’ segnato dalla profonda trasformazione della comunità. Oggi gli alessandrini da almeno due generazioni sono una minoranza, mentre aumentano i ‘nuovi alessandrini’ e gli stranieri. Più riusciremo a essere orgogliosi della nostra identità, più saremo capaci di accogliere i nuovi alessandrini”. Maconi si è detto d’accordo con un intervento recente in Consiglio comunale di Michelangelo Serra (consigliere e già candidato a sindaco per il Movimento 5 Stelle): “La voglia di riscatto e la resilienza sono caratteristiche importanti di Alessandria”. Poi “c’è l’economia, a cominciare da quei servizi che hanno contraddistinto il tessuto del capoluogo, ma che non sono più quelli che il mercato e la società chiede. Anche su questo la trasformazione è sotto gli occhi di tutti e va affrontata e gestita”.

Infine, l’ultimo filone: il ‘futuro’. “Bisogna immaginare nuovi percorsi per Alessandria, città che oggi ha una sede universitaria, una culla di innovazione e di stimolo in cui crescono i servizi 4.0. E poi vanno declinati i nuovi ruoli della cultura, del turismo, del commercio, dell’artigianato”. Gli esempi positivi? La mobilitazione, con la mostre recentemente inaugurata sulla Borsalino e “la decisione del vescovo di lasciare esposta la Madonna della Salve fino al 6 maggio” ha concluso Maconi.

Mentre si spengono le luci nell’aula consiliare di Palazzo Rosso c’è chi comunque assicura che “la prossima settimana sarà quella decisiva per la presentazione delle iniziative promosse dalla Giunta per celebrare questo compleanno storico”.