E’ passato soltanto qualche anno da quando un mio scritto apparve su Corriere Al sull’argomento dell’innovazione. Era l’ottobre 2014 e tra l’altro avevo scritto quanto segue:
“Anni fa, quando era ormai chiara la direzione che stava prendendo la ricerca, in Italia si disquisiva ancora di petrolio, di nucleare, di carbone pulito. Persino uno dei massimi dirigenti dell’Enel, l’ex ambientalista pentito Chicco Testa, spingeva sul nucleare, affermando con sicumera che le fonti rinnovabili al massimo avrebbero potuto coprire una percentuale minima dell’intero fabbisogno di energia elettrica in Italia. Qui da noi, in una zona già massacrata dal punto di vista ambientale, si progettava una mega centrale termo-elettrica a gas tra Ventolina e Castelceriolo e solo l’opposizione di un comitato scalcinato, sostenuto per fortuna dalle organizzazioni agricole in grado di fare pressione sull’assessorato regionale ambiente, allora presieduto da Ugo Cavallera, riuscì nel miracolo di fare cambiare idea a lor signori.
Molti sapientoni da tavolino da bar, ripetevano come pappagalli che era ridicolo opporsi al nucleare in Italia quando nella vicina Francia il nucleare produceva il 70% dell’energia elettrica necessaria ai francesi.
L’ex presidente del consiglio Berlusconi era tornato raggiante dalla Francia sventolando una bozza di accordo con il suo amico Sarkosy che prevedeva l’acquisto, a prezzo di favore, di tecnologia nucleare francese da trasferire in Italia non appena ci fossimo rimangiati il referendum del 1986. Peccato che si trattasse di tecnologia superata di cui la Francia aveva assoluto bisogno di disfarsene per poter ricavare il denaro necessario per rinnovare le sue vecchie centrali.”
A distanza di poco più di tre anni cosa è successo nel frattempo? Vale la pena fare una breve riflessione:
- Nel frattempo Berlusconi e Sarkosy hanno perso l’amicizia a causa dell’affare Libia/Gheddafi, che a quanto pare è stata la causa da un lato dell’incriminazione del premier francese con addirittura l’arresto del medesimo sia d’altro lato causa dei gravissimi problemi per l’Italia sul fronte dell’immigrazione dalle coste libiche e della contestuale perdita di influenza italiana sullo scacchiere nordafricano. Con incredibile cinismo il premier francese prima intascava soldi in nero da Gheddafi, poi faceva in modo di liquidarlo fisicamente muovendogli guerra. Il premier italiano si limitò a baciargli le mani in segno di deferenza quando venne in visita in Italia con l’incredibile codazzo di donne al seguito e poi non potè muovere un dito per salvargli la vita né per allontanare la minaccia contro i nostri interessi economici in terra libica.
- La Francia nel frattempo, attraverso la società Electricitè de France, ha assunto il controllo della Edison, uno dei maggiori produttori italiani di energia. La logica che aveva reso possibile l’accordo fra Berlusconi e Sarkosy, direbbe che la Edison dovrebbe vendere sul mercato italiano l’energia nucleare di produzione francese che costa meno, invece non è così. Proprio in questi giorni io, che ho sul tetto dei pannelli fotovoltaici per 6 kw di potenza e penso di aggiornare quanto prima il mio impianto a contratto del tipo “scambio sul posto” con Enel, mediante l’aggiunta di batterie di accumulo che mi permettano di utilizzare l’energia in eccesso che produco, ho ricevuto la proposta di stipulare un contratto con Edison che mi propone per dieci anni bolletta dell’energia a costo zero se passo da Enel a Edison,
accettando però di modificare l’impianto loro tramite, aderendo ai contributi fiscali previsti.
Com’è possibile un apparente regalo del genere?
Un incaricato di Edison mi ha spiegato che dalla Francia hanno avuto disposizione di favorire quanto più possibile la diffusione degli impianti privati di fotovoltaico, ovviamente sotto la loro gestione, perché anche a seguito degli sviluppi futuri previsti dell’accordo di Parigi sull’ambiente, la Francia dovrà smantellare quanto prima una decina di centrali nucleari obsolete, arrivate alla fine del loro percorso produttivo, ed i costi dello smantellamento e della loro sostituzione sono talmente elevati da risultare anti economici rispetto a molte fra le soluzioni alternative che nel frattempo vengono avanti (fotovoltaico, maree, vento, biomasse eccetera). Nello stesso tempo i francesi non vogliono riempire, come abbiamo fatto noi italiani, i terreni agricoli con pannelli che possono trovare più logica collocazione sui tetti delle case private e dei capannoni industriali e agricoli.
Pensate se Berlusconi avesse portato a casa la tecnologia nucleare dismessa dai francesi spacciandola per una grande operazione, un affare di favore del suo amico Sarkosy?
Sarebbe stato un bidone clamoroso le cui conseguenze avrebbero pesato per decenni sulla nostra testa e sul nostro portafoglio! Ma gli uomini del “fare” il più delle volte o riescono a fare dei bidoni agli altri o sennò al contrario a prenderli da bidonisti più scaltri di loro.
Allora, qualche anno fa, la volpe francese avrebbe vinto una importante partita contro noi italiani, ma la partita con la Libia adesso è passata nelle mani della magistratura d’oltralpe e, se è vero quello che sembra, speriamo che in Francia non facciamo decadere i termini di prescrizione del reato come siamo abituati a fare noi.
Luigi Timo – Castelceriolo