In questa edizione della rubrica settimanale da me curata, vorrei presentare una delle più significative cartoline della mia collezione, fra quelle riguardanti l’interno della vecchia stazione ferroviaria, già pubblicata nel mio volume (oramai anch’esso d’epoca) Album Alessandrino, datato 1992.
I motivi che mi hanno indotto a cercare e pubblicare una cartolina relativa a questa tematica sono principalmente due. L’arrivo alla nostra stazione di una locomotiva a vapore con vagoni d’epoca, e l’avere appreso da una giovane mamma che il suo bambino “… da grande vorrebbe diventare proprio un macchinista dei treni a vapore…”.
Dai brevi racconti della sua mamma, ho saputo che questo curioso fanciullo è interessato ai treni ed alle locomotive – soprattutto d’epoca – e che possiede già una piccola collezione di immagini inerenti questo bellissimo mezzo di trasporto; ciò mi fa pensare con simpatia che abbia tutte “le carte in regola” per essere uno fra i più giovani collezionisti di questo settore. Inoltre, la signora mi ha raccontato che domenica scorsa , il “suo collezionista in erba”, ha potuto far visita alla locomotiva giunta nella stazione della nostra città, recandosi addirittura dove il macchinista ed il fuochista prestano servizio… Posso immaginare la curiosità, la gioia e l’entusiasmo di questo bambino! Diverse volte, in passato, avevo scritto di quanto a mio parere sia importante e stimolante collezionare, poiché le raccolte (di qualsiasi genere), sviluppando il senso della curiosità dell’individuo, aiutano a crescere e ad espandere la propria conoscenza. Inoltre, con gioia e tanto divertimento, possono aiutare i collezionisti a diventare dei veri e propri esperti del settore d’interesse.
Domenica 4 Marzo – accennavo sopra – è giunto ad Alessandria un treno, trainato da una locomotiva a vapore, partito dalla Stazione Centrale di Milano; l’avvenimento ha permesso di rievocare l’epoca quasi pionieristica dei primi viaggi in treno. A questo punto, nelle note, vorrei aggiungere un piccolo racconto, un cammeo, che si inserisce perfettamente in mezzo a quanto ho scritto finora.1
Un nutrito gruppo di milanesi, grazie a questo viaggio, è giunto nella nostra città per visitare la Cittadella militare. L’evento è stato organizzato dalla Delegazione Fai di Milano e dall’Associazione Rotabili Storici Milano Smistamento (ARSMS), in collaborazione con la Delegazioni Fai di Alessandria.2
Quale migliore occasione potrebbe esserci, se non questa, per presentare un pezzo della collezione di cui vado particolarmente fiero?
A proposito della nostra Stazione3 vorrei premettere una piccola osservazione…
Nel corso di chiacchiere con qualche amico o conoscente sono venuto a conoscenza di un fatto interessante anzi – meglio – ho constatato una notevole lacuna. Molti dei miei interlocutori erano convinti che la vecchia Stazione Ferroviaria – quella di cui si può ammirare l’interno, grazie alla cartolina che propongo oggi – fosse stata distrutta da un bombardamento e – quindi – ricostruita successivamente nelle forme attuali. Niente di più errato. Infatti quella che subì danni nel corso dell’ultimo conflitto è proprio la “Stazione Nuova”!
Non dobbiamo dimenticare che la Stazione, in quei tragici momenti, fosse un obiettivo altamente sensibile, insieme alle strade ferrate ed al vasto smistamento ferroviario. (Uno fra i più importanti d’Italia) ed è interessante leggere, proprio sui bombardamenti della città, uno stralcio del racconto che ci tramanda Nicola Basile:
“L’11 luglio 1944, dalle ore 10,05 alle ore11: bombardamento sulla stazione ferroviaria centrale e sullo smistamento di Casalbagliano. Colpiti gli impianti elettrici Borsalino e gli impianti alle caldaie, i comandi militari di corso Crimea, i capannoni militari di corso Cavallotti e via Pacinotti, il palazzo della G.I.L. in piazza Gobetti. Case crollate in corso IV Novembre. Devastato il lato ovest dei giardini pubblici di fronte alla stazione ferroviaria. 46 morti.”
Segue il lungo elenco con nomi e cognomi di questi infelici.
Parlando della storia della Stazione mi sono allontanato dalla descrizione della cartolina ma rimedio subito.
Il soggetto in mio possesso fu spedito nel 1923, e risulta timbrato dalle Poste Italiane in partenza alle ore 18 del 9 Luglio. Destinataria è la signorina Giovanna Rocca, abitante a Bologna in Frazione Alemanni al numero 186.
Dal tuo babbo baci e saluti è il breve testo di cui la cartolina fu messaggera.
Di notevole interesse il piccolo timbro riguardante il Quartiere Postale. Le grosse città cercavano di espletare il servizio postale nella maniera più celere possibile e quello di creare i Quartieri Postali è stato il modo per conseguire migliori traguardi.4
L’immagine è certamente molto suggestiva e contrasta con la visione della stazione com’è oggi. Voglio a questo punto esprimere un pensiero e riflessioni del tutto personali.
Fin dalla mia più tenera età sono stato attratto dai treni ed in particolare proprio dalle locomotive a vapore. Tanto appassionato che molte volte, nel corso delle passeggiate domenicali, i miei genitori mi portavano alla stazione per lasciarmi godere della vista dei treni. In una di queste occasioni una provvidenziale macchinetta fotografica aveva permesso di scattare un’istantanea che, per fortuna, è arrivata fino ai nostri giorni, in cui mi si vede sul predellino di una carrozza mentre sorrido felice. Siamo nel 1957.
Fin da quegli anni lontani – quindi – ho avuto modo di conoscere bene il luogo. Punto di partenza e di arrivo per i lunghi viaggi da e per la Calabria, terra dei miei genitori e dei miei avi. Conoscevo molto bene quindi ogni zona, ogni angolo della stazione. Devo aggiungere che purtroppo le cose, quando mutano, quasi sempre cambino in peggio. Infatti gli ultimi restauri e rimaneggiamenti di tutto il fabbricato sono stati a mio avviso deleteri, facendo sparire dal luogo la gradevole unicità che fino a quei momenti la nostra Stazione Ferroviaria possedeva. Ogni spazio della stazione ora risulta spersonalizzato, appare senza la sua anima antica, quella che conoscevo da bambino e da ragazzo. È diventata un posto che sento non appartenermi più.
In una prossima occasione parlerò (ancora) dei Giardini Pubblici (e dei suoi trascurati Monumenti), altro luogo che – subito dopo la stazione – accoglie il viaggiatore.
1 Due scritti molto interessanti sull’argomento:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/07/25/il-treno-e-al-casello-delle-emozioni25.html
2 Il Corriere della Sera di Milano aggiunge: “Durante il viaggio, gli esperti della Squadra Operativa Arsms hanno illustrato ai passeggeri i dettagli tecnici della locomotiva e delle vetture e spiegato il complesso lavoro di recupero e valorizzazione dei rotabili storici.”
3 Tornando a parlare della vecchia stazione è interessante sapere che venne inaugurata nel 1854 e che il primo fabbricato viaggiatori venne costruito tra il 1849 e il 1850 da Alessandro Mazzucchetti, ingegnere del Genio Civile che progettò anche le stazioni di Genova Piazza Principe e Torino Porta Nuova.
L’architettura dell’edificio era di tipo neoclassico e gli elementi architettonici più evidenti erano i capitelli, i triglifi ed il timpano che sovrastava l’ingresso. Il fronte era decorato da elementi floreali con un richiamo di tipo classico, da festoni, figure allegoriche e nella parte superiore lo stemma reale dei Savoia.
La pensilina della stazione del 1850 segna un passaggio fondamentale nella storia della architettura ferroviaria: si ha per la prima volta la realizzazione di tetti metallici al posto delle incavallature lignee.
Si trattava di una pensilina a superficie voltata composta da un grande arco ribassato costruito a traliccio e composto da ferro e dal Larice rosso di Corsica (l’uso del legno fu limitato alle correnti superiori ed inferiori della struttura ed alle travi diagonali.
Il fabbricato del Mazzucchetti venne demolito a seguito dell’approvazione del progetto della nuova stazione ed il definitivo impegno di spesa, nel 1938, da parte del Ministero delle Comunicazioni. L’anno seguente si aprì il cantiere ed il fabbricato viaggiatori fu inaugurato nel Giugno del 1940 e l ‘intero nuovo complesso nel 1942.
Fu scelto l’architetto capo Roberto Narducci, del settore costruzioni delle Ferrovie dello Stato, che aveva già progettato almeno quaranta stazioni tra cui quelle di Massa Centro e Viareggio. [fonte Wikipedia].
4 I primi tentativi di razionalizzazione della distribuzione furono fatti nell’Ottocento nella città di Roma suddividendo la città secondo i punti cardinali – nord – sud – est- ovest, ma vennero subito abbandonati per la scarsa adesione degli utenti. Si ritentò nel 1920 con maggiore determinazione; praticamente le città vennero suddivise in zone corrispondenti ai quartieri di distribuzione e i portalettere furono muniti di timbro esplicativo per abituare gli utenti. L’operazione venne pubblicizzata a mezzo di messaggi stampati sulle cartoline postali e a mezzo delle targhette pubblicitarie degli annulli meccanici in uso nel periodo; gli scritti sollecitavano i mittenti con la frase “pregate i vostri corrispondenti di aggiungere all’indirizzo il numero del quartiere postale“. Il suggerimento venne inizialmente seguito, poi piano piano abbandonato e lasciato decadere, anche se alcuni portalettere ligi continuarono ad apporre fino agli anni ‘40 il timbro di distribuzione che riportava anche il numero di quartiere postale. Nel dopoguerra intorno agli anni “50 il tentativo venne timidamente ripetuto con scarso successo. In tempi recenti le poste con il CAP si impegnarono seriamente non potendo più rimandare questo importantissimo ausilio alla lavorazione meccanica della corrispondenza. [dal Web]