Le cartelle incenerite, il problema ‘di vicinato’ e l’edificio dimenticato dall’ospedale di Alessandria [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

L’area è stata quasi totalmente distrutta da un incendio nel 2009. Restano in piedi solo i muri esterni, una porzione di edificio in mattoni, parte del tetto. All’interno, rifiuti di ogni genere. Siamo in via 1821, di fianco al carcere di Alessandria, all’altezza del numero civico 93. Una zona fatiscente, abbandonata, dimenticata, sulla quale una interpellanza del consigliere comunale Maurizio Sciaudone cerca di riportare un po’ di attenzione. La richiesta, indirizzata al sindaco di Alessandria, è di “mettere in sicurezza” l’area per evitare che diventi “un ricovero di animali e un sito di deposito di immondizia”. Poi il consigliere comunale di Forza Italia chiede se sia possibile “procedere con una notifica” ai “soggetti aventi causa” affinché “provvedano a ripristinare le strutture in modo da garantire il decoro della via e dei residenti”.

Dietro al linguaggio burocratico della interpellanza si nasconde un nodo irrisolto che fa capo all’azienda ospedaliera ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’ di Alessandria. L’edificio andato a fuoco era infatti la sede dell’ufficio delle cartelle cliniche ed è di proprietà dell’ospedale. Perché sia rimasto così a quasi dieci anni dall’incendio non è dato sapere. L’unico elemento certo è che alcuni dei residenti sono evidentemente esasperati dalla situazione. Alcuni giorni fa un gruppo di persone, fra cui tecnici dell’azienda ospedaliera e un legale, hanno effettuato un sopralluogo per “una questione di vicinato”, come viene definita, da sistemare. Non si sa esattamente cosa faranno, ma qualche intervento, assicurano, verrà eseguito per mettere un po’ in sicurezza quel che resta della struttura ed evitare che chi abita a fianco debba convivere con una piccola discarica nel centro del capoluogo.

Resta irrisolto il quesito di fondo: perché l’azienda ospedaliera non è più intervenuta sull’area? A oggi continua a essere proprietaria di uno spazio abbandonato a se stesso, ma che forse potrebbe essere utilizzato diversamente, magari per attività amministrative. Ma se si scoprisse che non sarebbe economicamente e logisticamente sostenibile un decentramento di uffici, perché non mettere tutto in vendita? Il mercato immobiliare non è certo alle stelle, però una destinazione potrebbe essere trovata. E magari eviterebbe contenziosi legali che qualche residente potrebbe sempre decidere di avviare.