Prendete un bicchiere di vetro.
Riempitelo d’acqua fino all’orlo.
Diciamo che arrivate fino a che la misura sia colma.
Osservando bene da vicino, noterete che l’acqua in superficie tende a formare una cupola creando un effetto divertente, quasi magico.
Ciò è possibile grazie a una doppia proprietà fisica: coesione e adesione.
La prima è una grande forza che le tiene unite e consente alle molecole d’acqua di essere estremamente legate fra loro.
La seconda fa in modo che le stesse molecole aderiscano potentemente alle pareti in vetro del bicchiere.
Potete rompere gli equilibri facendo saltare i legami tra molecole: semplicemente aggiungendo un altro po’ d’acqua oppure immergendo un dito nel centro del bicchiere.
In questo modo l’acqua fuoriesce.
Immaginate però di essere piccoli come molecole d’acqua.
La tensione superficiale del bicchiere di vetro ricolmo d’acqua rappresenterebbe per voi una sfida incommensurabile che vi vedrebbe soccombenti in partenza.
Rompere gli equilibri tra molecola e molecola oppure tra molecole e ambiente circostante diventerebbe praticamente impossibile.
E la cupola avrà sempre la meglio.
C’è una seconda strada percorribile.
Fatevi piccoli e trasformatevi in H2O.
A quel punto la cupola sarete voi.