Polveri sottili e spray inglesi: lo strano caso di Alessandria [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

Nel 2018 una società con base in Inghilterra propone di sperimentare l’abbattimento delle polveri sottili pm10 in area urbana con un sistema di filtraggio dell’aria. Succede ad Alessandria dove l’idea viene presentata da Claudio Rizzo, direttore-consulente della Spraytecs Technologies, a Paolo Borasio, assessore comunale all’Ambiente, che dopo essersi dichiarato disponibile, a nome dell’amministrazione guidata dal sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco, a “valutare il progetto” si attiva per sottoscrivere un protocollo di intesa fra il Comune di Alessandria, Arpa (Agenzia per la protezione ambientale) Piemonte e la Spraytecs Technologies.

Progetto a costo zero per l’amministrazione, un mese e mezzo circa di prove poi la verifica e il controllo incrociato dei dati da parte dell’Arpa. Si dovrebbe iniziare a metà marzo, anche se il protocollo non è stato ancora firmato e la delibera deve prima passare in giunta. Appositi filtri posizionati all’interno di fioriere, realizzate appositamente, si attiveranno in caso di sforamento dei limiti di concentrazione delle polveri aspirando il pm10 e restituendo aria in parte ripulita. Il tutto avverrà in quattro punti del centro storico compresi fra via dei Martiri, piazzetta della Lega e corso Roma, angolo via Piacenza.

La collocazione è stata decisa dalla Spraytecs che parla di un’area coperta dai filtri di circa trecento metri. “Sulla base della relazione che sarà fornita da Arpa, valuteremo gli effetti della sperimentazione. Se i risultati saranno soddisfacenti è nostra intenzione partecipare ai bandi europei denominati Life per ottenere un contributo per la realizzazione del progetto” conclude Borasio.

Quindi nulla a che vedere con il 1978 quando un ospite di Enzo Tortora durante la trasmissione ‘Portobello’ propose di ‘spianare’ il passo del Turchino per eliminare il problema della nebbia in val Padana. Sembrebbe infatti di essere di fronte a una progettualità industriale scientificamente rivoluzionaria e tutta da scoprire. Ma è davvero così?

Rizzo (classe 1959, nato a Voghera) rispetto al filtro per contribuire a risanare l’aria inquinata dalle polveri sottili spiega che “utilizza tecnologie semplici e ampiamente usate” e che il brevetto è il frutto “della aggregazione di più conoscenze”.

Però il viaggio alla scoperta della Spraytec Technologies riserva qualche sorpresa. Innanzitutto la società. La sede è nel Maggie O’Neill Resource Centre, 433 Liverpool Road, Huyton, Liverpool L36 8Ht. La Spraytec Technologies nasce nel 2013 con un capitale sociale di mille sterline, suddiviso in quote uguali fra la Vir Solutions Limited con sede a Wembley e la Three Crowns Trading Corporation con sede a Dubai. L’anno successivo l’intero capitale fa capo alla Vir Solutions Limited che, in base ai documenti inglesi consultati, risulta sciolta il 27 dicembre 2016.

La vita della società diretta da Rizzo proprio nel 2016 registra un episodio di insolvenza in conseguenza del quale sceglie un ‘accordo volontario’ (voluntary arrangement), procedura prevista in Inghilterra e Galles che permette al debitore di evitare il fallimento proponendo un concordato preventivo. Attualmente la Spraytec Technologies nei registri inglesi risulta ‘active (dormant)’, attiva (dormiente).

Durante la presentazione a Palazzo Rosso lo stesso Claudio Rizzo (nella foto in alto) non fornisce particolari in più. In modo esplicito si rifiuta di fornire indicazioni sul costo del progetto e su quanto viene investito sul piano industriale. Alla domanda diretta sulla Spraytec Technologies, risponde affermando che è “una società di ricerca che opera attraverso consulenti e non ha dipendenti”. In merito al voluntary arrangement replica “lo possiamo chiudere domani” e aggiunge: “Le società di ricerca spesso sono in rosso”.

Il sito della Spraytec Technologies (www.spraytecs.com/it/) dice ancora altre cose. Parla di “Innovazione in tecnologie di spruzzo e cattura di particelle. Produttori di ugelli industriali e sistemi”, ma quando si apre la sezione ‘Mercati e applicazioni’ appare questa frase: “Le immagini e i dati relativi ai prodotti Spraytecs riferiti a questo settore produttivo (in tutto sono diciassette, ndr) sono attualmente in elaborazione per l’inserimento in questa pagina e saranno disponibili nelle prossime settimane”. Nelle sezione ‘Chi siamo’ si può, fra l’altro, leggere: “Oggi sviluppiamo componenti e prodotti per la tecnologia spray con le nostre officine, situate esclusivamente nel Regno Unito ed in Italia, e specializzate nella produzione di ugelli spruzzatori. La tecnologia degli spruzzatori consente solo in pochi casi la protezione brevettuale, e solo alcuni costruttori hanno sviluppato particolari tecniche e macchine speciali per produrre la gamma di ugelli adatta alle crescenti esigenze dell’industria in termini di prestazioni e qualità. Spraytecs ha disponibile un ampio parco macchine di assoluta qualità per la produzione di ugelli, teste di lavaggio ed altri prodotti per lo spruzzo di fluidi: molte di queste macchine sono specializzate per le tipiche lavorazioni in questo settore e lavorano con tecnologia Cnc e Cam 3D”. Una attività che non trova corrispondenza nella descrizione dei documenti inglesi in cui la natura del business viene sintetizzata così: “Manufacture of other general-purpose machinery not elsewhere classified” (produzione di altre macchine di impiego generale non classificate altrove).

 

 

Qui alcune precisazioni di Claudio Rizzo, Managing Director di Spraytecs Technologies Ltd