Ancora una segnalazione di capi uccisi dai lupi giunge negli uffici Cia di Ovada, dove un privato di Trisobbio ha documentato l’aggressione a 7 delle sue 13 pecore, sbranate dai lupi. Il mancato controllo della fauna selvatica, quindi, non riguarda più solamente il comparto agricolo e la sua imprenditoria, ma anche la sicurezza pubblica e l’incolumità della popolazione, come già più volte segnalato dalla Cia di Alessandria.
“Abbiamo affrontato la questione più volte ai Tavoli di lavoro istituzionali e abbiamo ribadito come prioritaria, anche ai candidati del territorio per le prossime elezioni politiche, la necessità di ripristinare un equilibrio della popolazione selvatica attraverso l’intervento selettivo degli ungulati negli areali interessati e più attenzione alla presenza dei lupi” spiega il presidente provinciale Cia Alessandria Gian Piero Ameglio.
Secondo i dati elaborati dalla Cia, i danni da fauna selvatica nei comuni ATC (Ambito Territoriale di Caccia) AL4 più colpiti costituiscono un importo di 357.361 euro per un totale di pratiche presentate di 245 nel corso del 2017 (ricordiamo che la rilevazione è una stima per difetto, in quanto molti agricoltori ormai non porgono nemmeno più denuncia). Nel dettaglio, il numero pratiche presentate per i danni da capriolo sono state 91 (importo di 138242 euro) e 154 da cinghiale (219118 euro). I dodici comuni ATC AL4 più colpiti sono stati: Cremolino, Spigno Monferrato, Terzo (15 pratiche ciascuno), Visone (14), Cartosio (13), Acqui Terme, Ovada e Morsasco (12), Bistagno e Castelletto d’Orba (11), Parodi Ligure e Bosio (7).
Secondo il calcolo in via di definizione, i danni da fauna nella provincia di Alessandria sono stimati in oltre 845 mila euro.
Commenta il direttore provinciale Cia Carlo Ricagni: “Coloro che amministrano e gestiscono la fauna selvatica non possono nascondersi di fronte a numeri di questo genere. Gli agricoltori di questi territori hanno reclamato ai politici ed agli amministratori interventi urgenti ed indifferibili per l’annata agraria che si è appena avviata. Caprioli e cinghiali determineranno l’abbandono di interi areali del nostro territorio e l’impoverimento delle comunità rurali che vedono nell’agricoltura l’unica economia possibile”.
Gli agricoltori sono stremati dalla situazione, impotenti nell’affrontarla senza le linee istituzionali e alcuni di loro stanno pensando a dismettere l’attività.