Guala Closures non vende. Le offerte arrivate sono risultate al di sotto del valore stimato di 1,2 – 1,3 miliardi di euro (debito compreso) e quindi il processo è di fatto congelato. I vertici della società, che di alessandrino conserva la sede di Spinetta Marengo, nella zona industriale D6, mentre quella legale è in Lussemburgo, non si sbilanciano. Solo Marco Giovannini (foto sotto), presidente della multinazionale che produce chiusure di sicurezza per il beverage, la farmaceutica e la cosmetica, conferma che per ora è tutto fermo, ma aggiunge anche che si riprenderà fra qualche mese. Come? I fondi aPriori Capital Partner e Nb Renaissance, azionisti di riferimento di Guala Closures, non lasciano trapelare nulla. Voci di mercato parlano di due ipotesi: un nuovo tentativo di trovare compratori, oppure il ritorno alla quotazione di Borsa a una decina di anni dalla precedente esperienza a Milano. Una eventualità di cui in azienda si era parlato, mesi fa, ma guardando a un mercato borsistico europeo e non solo meneghino, anche in considerazione del fatto che la piazza finanziaria di riferimento è quella lussemburghese.
La corsa alla Guala Closures per ora si ferma. E vede restare a bocca asciutta gli unici due contendenti: il fondo francese Astorg e la cordata fra Edizione Srl e la banca d’affari Goldman Sachs. Entrambi hanno evidentemente presentato, agli advisor Credit Suisse e Barclays, offerte inferiori alla soglia minima prevista. Per la italiana Edizione Srl, holding del Gruppo Benetton, c’è da dire che anche questa diversificazione non è andata in porto. Ecco allora che forse si comprende meglio la reticenza di Marco Patuano, alessandrino, classe 1964, amministratore delegato di Edizione, che a margine di un incontro, a fine gennaio, organizzato dal Lions Club Marengo di Alessandria, non si era sbilanciato in alcun modo.
Patuano, dal 2011 al 2016 amministratore delegato di Telecom, assumendo lo stesso ruolo alla Edizione Srl (la società controlla il gruppo infrastrutturale Atlantia e il colosso della ristorazione Autogrill) aveva subito proposto di puntare ad altre diversificazioni di investimento. Da poco in sella alla holding, Patuano decide di puntare su Ducati. Ma dopo vari mesi di trattative e rimescolamenti di carte, la casa motociclistica di Borgo Panicale resta nelle mani di Audi Group. Nessuna cessione né all’ex proprietario Andrea Bonomi (nel 2012 aveva ceduto la società ai tedeschi per 860 milioni) con la sua Investindustrial, né alla Edizione Holding, né alle indiane Hero Motor, Bajaj Auto ed Eicher Motors. Poi la Edizione Srl punta sulla cartiera Fedrigoni, insieme alla Investindustrial di Bonomi, per una acquisizione del cento per cento del gruppo. Anche in questo caso, siamo al giugno 2017, l’operazione non va in porto, mentre verso la fine dell’anno la cartiera viene ceduta al fondo americano Bain Capital. Infine, il tentativo per Guala Closures, senza successo.