Vittorio Sgarbi, il ponte sul Tanaro e la Cittadella [Un tuffo nel passato]

I Giardini Pubblici [Un tuffo nel passato] CorriereAl 20di Tony Frisina

 

 

Lo scorso martedì, 13 febbraio, il critico d’arte onorevole professor Vittorio Sgarbi ha tenuto una conferenza presso l’aula magna dell’Università (mi piace ricordare che sorge in zona ex Macello Civico) parlando della cultura come traino della ripresa economica del territorio; l’organizzazione del pomeriggio è stata curata dalla Confartigianato della provincia di Alessandria.

Titolo dell’incontro: Salvaguardia del Patrimonio Culturale del Territorio. Elemento trainante di una nuova Economia.

Ascoltare il grande critico ferrarese è sempre divertente ed interessante al tempo stesso. E con questi due aggettivi non voglio sminuire di certo l’importanza ed il valore di tutto ciò che ha detto e di tutto ciò di cui abitualmente si occupa.

In seguito ed a margine della Conferenza ho letto da qualche parte, in questi giorni, che Sgarbi avrebbe pronunciato discorsi omofobi e di questo mi sono meravigliato moltissimo. Certamente ha parlato in chiave sarcastica nei confronti del nuovo ponte sul Tanaro, il cosiddetto ponte Meier – asserendo, per denotarne alcune caratteristiche alla sua maniera – che Passandovi sopra per una passeggiata si diventa finocchi.

Certamente Sgarbi non ha bisogno di un improbabile avvocato difensore quale sarei io, ma mi piace esprimere i miei pensieri in tal proposito. Chi avesse notato in queste frasi connotazioni sessiste non ha capito assolutamente nulla relativamente all’argomento da lui trattato, anche perché il professore ha specificato di non aver nulla contro il mondo omosessuale. Addirittura asserisco che – seppure io stesso fossi omosessuale – non mi sarei sentito offeso da quelle frasi.

Naturalmente – e questo vale per tutti coloro che si esprimono per parola o per iscritto – ogni locuzione ha un senso e si regge su un intero discorso e si può capire esattamente il pensiero di chi parla soltanto nella complessità di tutte le espressioni e di tutte le parole. Salvo invece volerne strumentalizzare i concetti.

Detto questo – dopo averlo ascoltato e letto ormai centinaia di volte nei suoi discorsi, conferenze, dialoghi, chiacchierate e monologhi – dovremmo ormai conoscere bene il grande critico d’arte e quindi non stupirci in maniera eccessiva quando usa determinate coloriture.

Per me quest’ultima è stata la terza occasione di stare in sua presenza.

La prima volta fu nel 1999, in piazza della Gambarina, in occasione di una rappresentazione della favola musicale Pierino e il lupo, dove Vittorio Sgarbi era la voce narrante. Con una semplice stretta di mano gli avevo dimostrato il mio apprezzamento.

La seconda volta – qualche anno dopo, davanti a Montecitorio – avevo chiacchierato con lui, amichevolmente, di diversi argomenti e di amicizie comuni, in particolare del grandissimo Enrico Colombotto Rosso1 , pittore torinese scomparso nel 2013 (residente a Camino Monferrato) di gran rilievo e di grandezza e fama mondiale. A Vittorio avevo poi fatto avere una mia raccolta di sonetti scritti (2005) dopo un’accurata analisi di disegni dell’Artista torinese, racchiusi nel prezioso volume: Bestiario per adulti.2

C’è poco da fare e c’è poco da dire, anzi ce ne sarebbe anche troppo!

Martedì, nell’Aula Magna, Vittorio Sgarbi ha trattato temi fra i più svariati riguardanti il territorio alessandrino e – più in generale – quello italiano. Tutto il suo dire ed ogni sua esternazione mi vedono proprio allineato al suo pensiero, in particolare ai suoi concetti sulla salvaguardia del territorio.

Sono perfettamente concorde, come sostiene Sgarbi, nel voler salvare gli immobili, almeno quelli costruiti fino agli Anni ’40, che ormai fanno parte della nostra realtà, della storia dell’uomo e dell’ambiente. Totalmente concorde nel rispetto dell’architettura e nel criticare palazzi e palazzacci che da almeno sessant’anni tante menti malate hanno saputo progettare ed erigere rubando sempre maggiore spazio. In questa città ci sono centinaia di esempi a proposito di questa architettura fallimentare ma in questa occasione ve li risparmio.

Concordo con Sgarbi su ogni punto, su ogni frase, su ogni parola. In particolare mi sento particolarmente allineato al suo pensiero a proposito della salvaguardia dei beni architettonici e artistici.

Già all’inizio della sua bella lezione-conferenza riusciva a spiazzare gli illustri ospiti che sedevano al tavolo con lui.

Tanto per incominciare con giochi dialettici ha smantellato il titolo della conferenza stessa, ha contraddetto chi lo aveva introdotto (il quale sosteneva che Sgarbi non avrebbe parlato di politica e questo contrariamente a ciò che invece aveva sostenuto qualche organo di stampa, o La Stampa stessa) e deliziato tutti con i suoi paradossi e con il suo eloquio fluido, salvo poi ammettere di aver letto. Infatti concludeva bacchettando chi gli aveva dato la risposta finale e conclusiva dicendo “… Ma io so leggere con calore e con la giusta enfasi e non lo faccio capire! Non come hai fatto tu!”.

Sarebbe lungo e forse diventerebbe noioso per il lettore se proseguissi sul resoconto di quella bella ora seppure, a mio giudizio, di notevole interesse; quindi qui mi fermo.

Vittorio Sgarbi, il ponte sul Tanaro e la Cittadella [Un tuffo nel passato] CorriereAl

Vittorio Sgarbi ha accennato al Ponte sul Tanaro, ultimamente denominato Ponte Cittadella o solo Il Cittadella e ha parlato della nostra storica fortezza a cui lo stesso era affiancato in maniera più logica che non quanto possa fare il ponte attuale. Risparmio gli epiteti ed i gustosi intercalari che, come tutti sanno, fanno parte della sua maniera di colorita espressività.

Per rimanere in sintonia con la tradizione della mia rubrica ho cercato nelle mie collezioni immagini relative ad alcuni degli argomenti trattati da Sgarbi nell’occasione alessandrina e ne propongo qualcuna.

Vittorio Sgarbi, il ponte sul Tanaro e la Cittadella [Un tuffo nel passato] CorriereAl 2

Una cartolina del vecchio ponte sul Tanaro, o meglio di alcune arcate del ponte con tanto di burcen in primo piano, un’altra cartolina, non molto comune, dell’ingresso alla Fortezza ed infine una fotografia risalente agli anni Trenta, facente parte del nutrito numero di fotografie appartenute a Carlo Necchi o anche scattate da lui – di cui più volte mi sono occupato in questi anni – e che custodisco con molto affetto.

Vittorio Sgarbi, il ponte sul Tanaro e la Cittadella [Un tuffo nel passato] CorriereAl 3

A corredo di queste pagine voglio proporre anche la copia di un articolo apparso su La Stampa del 28 Luglio 1999, scritto da Franco Marchiaro, riguardante proprio la partecipazione straordinaria di Sgarbi a Notestive, di cui faceva parte la rappresentazione di Pierino e il Lupo.3

Vittorio Sgarbi, il ponte sul Tanaro e la Cittadella [Un tuffo nel passato] CorriereAl 1

 

1 https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Colombotto_Rosso

2 SONETTI PER ADULTI nati dalla rilettura del BESTIARIO PER ADULTI di Enrico Colombotto Rosso. Giugno 2005.

Presso la Bibiblioteca Civica della nostra città è depositata una copia di questa raccolta e chi fosse particolarmente curioso può recarvisi per leggerla.

http://www.librinlinea.it/search/public/appl/dettaglio.php?bid=TO01631280

3 In un breve brano presente su YouTube è possibile ascoltare la parte finale della famosa favola musicale:

https://www.youtube.com/watch?v=kqRktp7iuGI