Arriva Vittorio Sgarbi ad Alessandria e in moltissimi si stupiscono di quello che dice (la discussione su svariate pagine di Facebook raggiunge preoccupanti livelli di approssimazione e nazionalpopulismo). Forse lo stupore sarebbe stato giustificato solo se quella che ha organizzato Confartigianato Alessandria, in collaborazione con la Camera di Commercio e l’Università del Piemonte Orientale, fosse stata una reale ‘lectio magistralis’, come hanno annunciato nei giorni scorsi il presidente provinciale di Confartigianato Alessandria, Adelio Ferrari, e il presidente regionale e nazionale di Confartigianato imprese restauri, Vincenzo Basiglio, presentando l’incontro ‘Salvaguardia del patrimonio culturale del territorio, elemento trainante di una che nuova economia’ organizzato nell’aula magna del Disit (Dipartimento di scienze e innovazione tecnologica) di viale Michel.
Invece Sgarbi è stato quello di sempre, capace di dire cose note con l’enfasi e la teatralità che contraddistingue un personaggio in discreta misura prigioniero di se stesso. Usando i soliti strumenti di una oratoria in cui l’uso della volgarità vorrebbe essere provocatoria, salvo dimostrarsi inutile, pesante e ininfluente perché non scandalizza più da tempo, ecco che parla per l’ennesima volta dell’abbattimento del ponte Cittadella, deciso dall’amministrazione comunale guidata da Piercarlo Fabbio, e del nuovo Meier. Prima gli insulti all’ex sindaco (e in platea molti ridono e alcuni esponenti di Forza Italia applaudono) e all’architetto statunitense Richard Meier, poi i suggerimenti sul come trovare gli spunti per valorizzare una specifica area ricorrendo a tesi che strappano più ilarità che stimoli alla riflessione, hanno scandito l’intervento di Sgarbi quando affronta il capitolo della promozione del patrimonio culturale (a tutto tondo, da quello artistico a quello enogastronomico).
Solo verso la fine dell’incontro riemerge la cultura e la conoscenza del critico d’arte che ricorda l’opera di Felice Giani, pittore e decoratore nato a San Sebastiano Curone e morto a Roma, uno dei massimi esponenti del neoclassicismo italiano. Parla di Giani e dei disegni che possedeva e che gli sono stati rubati, parla con passione dell’artista e del “migliore gelato che abbia mai mangiato” proprio a San Sebastiano Curone. Alla sua maniera ecco lo Sgarbi che riflette su come due espressioni dell’arte e della tradizione possano trovare sintesi in un unico luogo.
All’interno di un lungo monologo che parla della politica e della cultura (“senza la seconda non c’è la prima”, ripete più volte), della necessità della “conoscenza per salvaguardare il patrimonio”, dell’economia “della bellezza”, dei musei “che nella mia visione dovrebbero essere gratuiti, come avviene in Inghilterra (poi dice che gli ingressi dovrebbero essere agevolati, l’esempio arriva sull’onda della vicenda del museo egizio di Torino, anche “per i cristiani nei musei del Vaticano”, usando per l’incontro alessandrino il testo della rubrica che sarebbe uscita il giorno dopo su Il Giornale), Sgarbi si lancia ripetutamente in una sorta di beatificazione di Carlo Petrini e Oscar Farinetti, con la “grande rivoluzione” di Slow Food e la poesia di Tonino Guerra al servizio al servizio dell’intuizione imprenditoriale del fondatore di Fico (Fabbrica italiana contadina, Eataly World) a Bologna. Il tutto condito da ripetuti elogi per i prodotti del territorio, dai tartufi al vino, ma sistematicamente parla solo di Langhe e Roero, tutelati dall’Unesco, e cita unicamente Alba e Barolo. Solo al termine c’è chi gli ha fatto notare che il paesaggio vitivinicolo diventato patrimonio mondiale dell’umanità è quello di Langhe–Roero e Monferrato. “Non sapevo del Monferrato” è stato il laconico commento.
Quello di Vittorio Sgarbi è stato un incontro organizzato da Confartigianato Alessandria e fissato da tempo (anche se il fatto di essere candidato alle politiche avrebbe dovuto suggerito all’associazione di categoria di dare un altro taglio all’evento che invece si è trasformato in un bagno di folla e una, non si sa quanto involontaria, passerella per molti dei candidati locali di centrodestra) che avrebbe dovuto avere al termine un momento di confronto con gli iscritti al Master in Economia, innovazione, comunicazione e accoglienza per l’impresa turistica diretto da Marco Novarese. Le domande, per motivi di tempo, sono però state ridotte a pochissimi quesiti, uno dei quali Sgarbi si è fatto ripetere forse perché non lo aveva ascoltato. Le risposte? Semplici e quasi scontate. Soddisfatti gli iscritti al master? Essere soddisfatti è un’altra cosa..