Selfie, applausi e abbracci di sostenitori, ma anche promesse importanti, come “è già pronta una legge che impedirà alle aziende che beneficiano di aiuti di Stato di rilocalizzare altrove”.
Matteo Salvini, segretario federale della Lega, arriva nel piazzale dell’Ilva di Novi Ligure in perfetto orario, alle 14 di sabato pomeriggio: seconda tappa del tour elettorale piemontese, dopo la mattinata trascorsa a Cuneo. Ad accompagnarlo c’è l’alessandrino Riccardo Molinari, segretario nazionale della Lega Piemont, che ricorda “Matteo ad Alessandria ormai è di casa, e ci ha trascinati alla vittoria alle comunali del 2017: importante ora fare tappa all’Ilva di Novi, azienda simbolo della scellerata politica del lavoro del centro sinistra e dei governi tecnici alla Monti, che in pochi anni hanno prodotto la situazione che tutti gli italiani conoscono, e subiscono”. Molinari è in corsa in prima persona in queste elezioni: candidato unitario del centro destra al collegio uninominale Alessandria Tortona Novi Ovada, e capolista della Lega nel listino proporzionale.
Ad accogliere il leader del Carroccio nel piazzale Ilva ci sono i militanti della Lega di Novi, e di tutta la provincia, in un tripudio di foto, bandiere, e persino cane ‘leghista’, ossia con cappottino-bandiera.
Salvini, maglioncino azzurro e stile informale e concreto, punta deciso verso i rappresentanti delle aziende degli autotrasportatori, alcune delle quali, secondo quanto dichiarato dai presenti, “in fortissimo ritardo nell’incasso delle spettanze, addirittura dal 2014”. A loro, e ai lavoratori dell’Ilva, Salvini promette un cambio di passo e di attenzione, in caso di vittoria elettorale della Lega, e del centrodestra. “No alla rilocalizzazione altrove degli stabilimenti per le aziende che beneficiano di aiuti di Stato, e no ai furbetti che vogliono approfittare del pessimo job act per cancellare i diritti pregressi dei lavoratori”.
L’entusiasmo attorno a Matteo Salvini è palpabile, ma non mancano domande ‘scomode’: sul tema dell’immigrazione, ad esempio, o sullo ‘sventolato’ timore di ritorno del fascismo. Il segretario della Lega risponde rilassato, ma perentorio: “Per i clandestini in Italia non c’è posto, gli italiani sono tutti con noi, e dopo le elezioni cercheremo di tornare ad essere un paese normale. Non credo al pericolo di ritorno del fascismo, come del comunismo. La storia va avanti, sono altre le emergenze con cui la gente che lavora, o che vorrebbe lavorare e non ci riesce, oggi deve fare i conti”.
Ad ascoltare il leader (e candidato premier) della Lega anche alcuni giornalisti norvegesi, a cui il segretario della Lega Piemont Riccardo Molinari fa da prezioso inteprete.
C’è ancora tempo per le foto ‘di rito’ con i militanti, i selfie, l’invito a tornare a Novi l’anno prossimo, quando ci saranno le elezioni comunali. Poi Salvini e Molinari risalgono in auto, e corrono verso Novara, dove sono attesi per un dibattito pubblico nel pomeriggio. Sono i ritmi frenetici di questa campagna elettorale, ormai entrata nel vivo.