Casale Monferrato finalista per diventare la ‘Capitale italiana della cultura 2020’ (insieme ad Agrigento, Bitonto, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso) ha discusso la candidatura di fronte alla commissione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. L’assegnazione avverrà il 16 febbraio.
Casale Monferrato leader della logistica integrata e, adesso, anche di quella specializzata in abbigliamento e retail, il tutto grazie all’accordo di joint venture fra BCube di Casale (nel 2016 ha realizzato un fatturato di 600 milioni di euro) e M2Log di Alba (sedi a Pollenzo e Castagnole delle Lanze, appartiene al gruppo albese Miroglio che, sempre nel 2016, ha registrato un fatturato di 622 milioni di euro) ha portato alla nascita di B Fashion.
Casale è una città che deve ancora uscire del tutto dalle contraddizioni e dalle ferite (alcune autoinflitte) dell’amianto, ma è un costante esempio di quanto sia capace di fare un sistema in cui il pubblico e il privato, pur in mezzo alle tensioni e ai conflitti della politica, riescono a trovare sintesi di grande efficacia. È accaduto per la candidatura a Capitale della cultura, portando a Roma anche la Regione, oltre alle imprese, le istituzioni, le associazioni culturali e di promozione. Ed è accaduto per la candidatura, anch’essa sostenuta e presentata dalla Regione Piemonte, per l’impianto di Dtt (Divertor Tokamak Test facility) e del centro di ricerca connesso che avrà l’obiettivo di accertare la fattibilità fisica e tecnologica delle soluzioni necessarie per colmare il divario oggi ancora esistente tra le attuali macchine sperimentali e l’impianto dimostrativo della fusione nucleare. La realizzazione comporterà un investimento di circa 500 milioni di euro reperibili soprattutto da fondi europei, statali e regionali (il Piemonte interverrebbe con un massimo di 35 milioni) e richiederà almeno 270 addetti per la costruzione e 500 per la sperimentazione, ai quali si aggiungeranno rispettivamente 350 e 750 posti nell’indotto terziario. La costruzione richiederà sette anni, mentre la gestione si protrarrà per almeno 25 anni con ricadute in termini di reddito sul territorio stimate in due miliardi di euro.
Capitale italiana della cultura, Casale sede del centro di ricerca sulla fusione nucleare? Si vedrà. Resta il fatto che Casale non vuole fermarsi. Come non lo vuole fare, pur con un tessuto socioeconomico e tradizioni d’impresa diverse, Novi Ligure. Ma anche Valenza, dopo una fase, non certo ancora conclusa, di trasformazione, è tornata a giocare un ruolo da protagonista nel mondo dei gioielli e dell’oro, al punto che il Monitor dei Distretti del Piemonte, elaborato da IntesaSanpaolo, ha confermato le “prestazioni eccellenti” dell’area che l’oreficeria di Valenza che nel terzo trimestre 2017 si è messa in evidenza nella classifica dei migliori distretti italiani, confermandosi “al primissimo posto in termini di crescita delle export in valore”. Le esportazioni sono aumentate di 129 milioni di euro tra luglio e settembre, rispetto allo stesso periodo del 2016, grazie “al balzo dei flussi verso la Svizzera, Hong Kong e gli Stati Uniti, riconducibile principalmente all’avvio della produzione nel nuovo stabilimento Bulgari”.
La joint venture fra BCube e M2Log è un altro esempio, tutto privato, di quanto sappia esprimere il territorio. B Fashion sancisce una alleanza che avrà “finalità sia strategiche, sia commerciali e punterà alla creazione di un nuovo polo di eccellenza logistica in grado di valorizzare appieno le migliori competenze delle due aziende, entrambe con sede nel Nord ovest d’Italia. B Fashion – si legge su una nota congiunta – consentirà lo sviluppo di importanti sinergie tra le due realtà, proponendosi quale player altamente competente e concorrenziale sul mercato in continua evoluzione della logistica distributiva del fashion. Dal punto di vista organizzativo e commerciale B Fashion potrà fare affidamento su tutte le strutture e gli stabilimenti delle due società, per presentarsi al mercato con un’offerta differenziante, competitiva e ad elevato valore aggiunto. La mission – conclude la nota – è garantire alla clientela un servizio d’eccellenza in tutti gli ambiti produttivi e distributivi della logistica per il fashion”.
La Bcube è stata fondata nel 1952 dalla famiglia Bonzano e opera nei settori Automotive, Industrial, Energy, Aerospace & Defence, Food & Beverage, Fashion & Luxury, Banking & Document Management, Air Cargo, Consumer & Healthcare. Il Gruppo Miroglio è una realtà industriale che opera dal 1947 nei settori del tessile e della moda femminile. È presente in 34 paesi con 49 società operative e quattro insediamenti produttivi.
Nel panorama della provincia alessandrina si deve ancora una volta fare i conti con le molteplici velocità dell’economia che continuano a vedere il capoluogo segnare il passo. Ad Alessandria quello che viene costantemente alimentato è il fiume delle parole, mentre quello dei fatti resta quasi all’asciutto. Certo, le idee non mancano. Alcune anche mirabolanti. In fondo in questa città torna periodicamente l’idea di Marengoland, di cui si discute con disarmante candore esattamente come 30 anni fa. Ma negli ultimi dieci-quindici anni non c’è stato verso di fare decollare qualcosa di davvero significativo. E oggi? Ci sono voluti vent’anni tondi tondi, ma pare che qualcuno si sia finalmente davvero accorto che esiste l’università, con tutto quello che può rappresentare in quanto a valore aggiunto. Esistono progetti per un corso di laurea in medicina e per un Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) da fare nascere all’interno dell’ospedale di Alessandria. Esiste un rinnovato impulso anche sul fronte della Fondazione Slala (Sistema logistico del nord ovest) che sta cercando di creare connessioni con imprese e territorio ligure. Qualcosa, insomma, si muove. L’importante è che qualcuno, proprio in questo 2018 in cui il capoluogo festeggia gli 850 anni, non solo se ne accorga, bensì agisca di conseguenza.