Venerdì 26 gennaio alle ore 17:30 presso la Sala Convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona si terrà l’incontro organizzato dal Gruppo di ricerca filosofica “Chora” e dall’ANPI di Tortona, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona e con il patrocinio del Comune di Tortona Pensare Auschwitz. Tra “male radicale” e “male banale”.
Interverranno Matteo Canevari e Alessandro Galvan del Gruppo Chora, introdotti dalla Presidente dell’ANPI Maria Grazia Milani. Accompagneranno gli interventi alcune letture di Roger Marchi.
L’appuntamento si inserisce nell’ambito delle manifestazioni previste a livello nazionale per la ricorrenza della Giornata della Memoria, a ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti.
“Pensare Auschwitz” significa tentare di guardare in faccia il volto del male estremo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale pochi studiosi hanno avuto la costanza e il coraggio intellettuale di esplorarne i tratti come ha fatto la filosofa ebrea Hannah Arendt, emigrata prima a Parigi e poi negli Stati Uniti per sfuggire alle discriminazioni e alle persecuzioni naziste. Quando, nel 1963, la filosofa pubblicò “La banalità del male”, il suo celebre resoconto del processo ad Adolf Eichmann, le tesi sostenute in quel testo fecero scalpore e suscitarono la veemente critica di illustri studiosi del mondo ebraico, come Gershom Scholem. Tuttavia, per molti aspetti, la posizione della filosofa sulla responsabilità individuale dei gerarchi nazisti nel genocidio degli Ebrei era l’esito conseguente delle riflessioni svolte un decennio prima in alcuni saggi allora poco noti (del periodo 1944-46) e nel testo che la rese famosa, “Le origini del totalitarismo” (del 1951). Quest’opera, ancora attualissima per rigore e profondità analitica, affrontava per la prima volta la nascita, lo sviluppo, le strutture organizzative e le finalità ultime del più spaventoso regime politico della storia, il totalitarismo. Il suo sguardo faceva luce nell’abisso del male in cui il nazifascismo e lo stalinismo avevano precipitato l’umanità occidentale, riconoscendo nell’anonimato deresponsabilizzante dell’organizzazione tecnico-burocratica dello sterminio la terribile modernità di quei regimi. La Arendt inaugurava così un filone di riflessione sulla condizione umana presa nel confronto con il suo destino storico che avrebbe aperto la strada per la mole successiva di studi sui fenomeni totalitari del Novecento, facendo de “Le origini del totalitarismo” un punto di riferimento per gli storici e un classico della filosofia politica.
L’evento è ad ingresso libero, fino ad esaurimento posti.