“Il ritmo ci dà la percezione di noi stessi e qui c’è un concentrato di anime pure”. Parole di Sergio Cherubin, entusiasta, carismatico, sensibile, energetico creatore e leader dei Drum Theatre, gruppo di percussionisti (anche finalisti di Italia’s got talent nel 2013), che crede nel valore dell’inclusione delle persone diversamente abili (ragazzi con sindrome Down, persone con disabilità fisiche o cognitive), attraverso le percussioni e il suono dei tamburi, tutti creati con materiale da riciclo (ricordano un po’ gli Stomp che negli anni ‘90 avviarono questo genere, ma con un’ambizione solidale legata all’integrazione che ne fa il valore aggiunto) e che martedì 23 gennaio, chiamato dagli educatori della Riss Mons. Minazzi (la comunità Oda per persone con disabilità psiocofisica di via Biblioteca a Casale Monferrato), ha dato vita a una grande, appassionata e a tratti commovente “session”, che ha coinvolto tutti.
Questo è uno dei punti focali: non solo gli ospiti, ma anche gli educatori e parte del personale disponibile, compresi direttore e presidente dell’ente, si sono mescolati e cimentati, insieme ai componenti della band, con improvvisazioni di fortissima intensità emozionale e aggregativa. Sennò… dice Sergio, in perfetta linea coi progetti riabilitativi perseguiti dalle comunità di Oda, che inclusione è?
L’altra caratteristica del laboratorio è stata la sua struttura, composta da momenti diversi in una alternanza di performance percussionistica (su ritmi tribali o improvvisazione pura) con spazi intensi di silenzio, o di verbalizzazione di pensieri, dall’impatto pari a quello del suono che li aveva preceduti, perché in perfetta dialogicità, così come gli abbracci e lo scambio di emozioni attraverso lo sguardo e il tatto.
La straordinarietà di questa esperienza sta nella sua capacità empatica, che ha messo non solo ogni ospite – in base alle sue personali e soggettive capacità – in grado di effettuare la performance, ma anche di entrare in una sintonia autentica con gli altri componenti del gruppo. Un esempio, tra tutti, la “volta” di Tiziana, ospite della Riss Minazzi da alcuni anni, a causa di una disabilità fisica che la obbliga alla sedia a rotelle con una parte del corpo immobilizzata, che ha suonato il tamburo con una mano, mentre, in una sorta di simbiosi ritmica, altri sei ospiti e componenti del gruppo, alternavano la percussione sugli strumenti a quella, delicata, sulle ruote, sullo schienale e sul suo braccio: le sue prime parole al termine del pezzo sono state “sono dodici anni che non sentivo vibrare il mio braccio malato”.
Il laboratorio coi Drum Theatre, terminato con tanto di taglio della “torta intitolata alla giornata” si inserisce in un quadro di insieme di progetti riabilitativi delle comunità sia dell’area della Salute Mentale che della Disabilità psicofisica di Oda, tutti sotto al comune denominatore della integrazione sociale: tra questio il laboratorio di pasticceria solidale La Bottega dell’Oda e l’adesione al progetto Vivaio Eternot, che vede le comunità dell’Ente condividere con altre associazioni del terrutorio la respoinsabilità dell’ innaffiaggio e cura delle “piante dei fazzoletti”.
Se il credo del progetto dei Drum Theatre è quello di creare armonia e abbattimento di muri, personali e sociali, attraverso questa espressione artistica, l’esperienza creatasi con il laboratorio è stata potente e intensa, come anche la sua funzione di liberare espressività e creatività. La stessa che aveva animato, esattamente un anno fa, e la data non è stata scelta a caso, un altro laboratorio che è stato molto amato dai “ragazzi” della Riss Minazzi, quello di pittura, della Fabbrica dei Colori , curato dal pittore Paolo Emilio Gironda, scomparso pochi mesi fa e nel cui ricordo, in un pezzo dedicato a lui, hanno battuto i tamburi e i cuori di tutti.