‘Corriamo per la Closures’. Patuano conferma e spiega come deve funzionare il capitalismo familiare [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 
A che punto è la corsa per Guala Closures? La domanda arriva mentre Marco Patuano sta salutando. Un attimo di quasi apparente incertezza, poi la risposta secca è “stiamo correndo” e viene anche accompagnata anche da un gesto che mima proprio la corsa. Niente di più, però. Una reticenza comprensibile vista la delicatezza della partita. Che peraltro è al momento proprio nelle mani della multinazionale delle chiusure guidata da Marco Giovannini.

Il processo, avviato mesi fa, per l’ingresso di nuovi soci in Guala Closures è nella fase in cui si punta a massimizzare il valore aziendale, stimato (compreso il debito) tra 1,1 e 1,3 miliardi. Le offerte arrivate agli advisor Credit Suisse e Barclays vedrebbero in prima linea il fondo francese Astorg e la cordata Edizione e banca d’affari Goldman Sachs. Mentre l’australiana Amcor non sarebbe andata oltre alla proposta iniziale, la Cornell Capital (società privata di investimento con sede a New York) potrebbe avere più chance di quanto si prevedesse in un primo momento. In ogni caso se le condizioni non fossero ritenute soddisfacenti, Guala Closures potrebbe anche non vendere per il momento. Ecco perché Marco Patuano, alessandrino, classe 1964, amministratore delegato di Edizione Srl, holding del Gruppo Benetton, non si sbilancia. Molto più articolato, invece, l’intervento al Lions Club Marengo di Alessandria (il presidente è Walter Giacchero) che ha spaziato dalle nuove frontiere della ricerca genomica all’intelligenza artificiale, dai ruolo dei big data alla crisi delle leadership e dei sistemi politici, dai grandi cambianti economico-finanziari alle ricadute sul capitalismo familiare. Non a caso il titolo della relazione era proprio ‘Il ruolo del capitalismo familiare negli attuali scenari economici e politici’, che ha avuto uno sviluppo in cui non sono mancate analisi anche socioeconomiche a livello globale.

‘Corriamo per la Closures’. Patuano conferma e spiega come deve funzionare il capitalismo familiare [Centosessantacaratteri] CorriereAl

“Il capitalismo familiare deve fare i conti con i cambiamenti. Non è obbligato, certo. Ma deve essere chiaro che a ogni decisione segue un effetto ben preciso. Quella del capitalismo familiare è ancora una macchina potentissima, con un solo grande limite, quasi autarchico: le energie dell’imprenditore che fa tutto. I casi positivi sono pochi (cita l’esempio di Caprotti con Esselunga, ndr), mentre l’incapacità di managerializzare e di diversificare ha come conseguenza che oggi solo il quattro per cento delle imprese familiari arriva alla terza generazione. Il passaggio da imprenditore ad azionista è la chiave di volta”.

La riflessione di Marco Patuano si chiude con con queste parole: “La macchina del capitalismo familiare deve essere alimentata dal cambiamento”. Un’azienda che non riesce a gestire in modo efficace la diversificazione insieme all’assetto finanziario, a scindere tra la figura dell’azionista e della del manager (a partire dall’amministratore delegato), a capire con sufficiente anticipo le evoluzioni dei mercati e dei contesti internazionali in cui opera, oggi sarà sempre più in affanno. E purtroppo esempi di capitalismo familiare che ha impattato, anche malamente, contro uno di questi nuovi ostacoli si registrano anche in provincia di Alessandria.

Senza citare in modo dettagliato l’esperienza professionale in Telecom (dal 1990 al 2016 ha operato all’interno del Gruppo Telecom Italia dove dal 2011 al 2016 ha ricoperto la carica di amministratore delegato; ha trascorso vari anni all’estero fra il 2002 e il 2008 occupando, tra gli altri, i ruoli di Cfo Brazil, General manager Latin America e Ceo Telecom Argentina), gruppo che ha lasciato con le dimissioni da amministratore delegato nel 2016, ha ovviamente tratteggiato quella in Edizione, dove alcune delle regole enunciate nell’incontro organizzato dal Lions Marengo trovano, a suo giudizio, piena applicazione. “In Edizione non lavorano né i figli, né i nipoti di Benetton, loro fanno gli azionisti” puntualizza Patuano. “La diversificazione avviene da anni. Oggi il tessile in casa Benetton vale circa il cinque per cento” aggiunge. Edizione è una società non quotata e interamente controllata dalla famiglia Benetton, holding di partecipazioni italiane con investimenti nei settori di infrastrutture e servizi per la mobilità, ristorazione autostradale e aeroportuale, tessile e abbigliamento, immobiliare e agricolo. Il fatturato consolidato di fine 2016 è stato di 11,7 miliardi e le società del gruppo impiegano complessivamente più di 64.000 dipendenti. Un caso significativo è quello di Autogrill, di cui Patuano è amministratore: fattura circa quattro miliardi l’anno di cui il sessanta per cento negli Stati Uniti con la ristorazione negli aeroporti. E che l’obiettivo sia quello di procedere con le diversificazioni e gli investimenti lo si capisce quando viene citata la ‘cassa’ che oggi ha una disponibilità di due miliardi. Ampiamente sufficiente per offerte come quella per Guala Closures.