La Cittadella di Alessandria, fortezza settecentesca più grande d’Europa, fra degrado e abbandono restituisce l’immagine dell’immobilismo alessandrino. Non che non sia mancata l’attività quotidiana (da anni iniziative ed eventi, più o meno autorizzati e consentiti, certo non mancano, come fanno peraltro bella mostra di sé occupazioni abusive e rifiuti abbandonati) all’interno dei bastioni e delle caserme in disuso, bensì è l’immobilismo rispetto alle alte progettualità, alla capacità di unire e non dividere, alla visione di sviluppo.
Ogni maggioranza che arriva a governare Palazzo Rosso ha una idea, una visione e un interesse da perseguire.
Prima il centrodestra, con Piercarlo Fabbio, la mette al centro di infinite progettualità inserite nel Piano Strategico, salvo dimenticarsi che non c’era una effettiva disponibilità del bene, poi il centrosinistra, con Rita Rossa, formula altrettante progettualità, spendendo promesse per la Cittadella in ogni occasione. Solo verso la fine del mandato arriva la prima svolta con la firma del Protocollo di intesa fra il Comune e il Ministero dei Beni culturali che prevede, sulla base di norme rigide, l’erogazione di venticinque milioni di euro e l’accordo con la Regione Piemonte per ricevere 7,5 milioni di euro legati al Por Fesr (sono fondi europei). Siamo di fronte al giro di boa tanto atteso per la Cittadella? Al netto delle roboanti dichiarazioni della politica, sembra di sì. Ma arrivano le elezioni, gli alessandrini bocciano l’amministrazione uscente di Rita Rossa e a Palazzo Rosso entra Gianfranco Cuttica di Revigliasco. Se è normale che tutto si fermi per un po’ di settimane, lo è meno il fatto che si allunghino a dismisura i tempi relativi alla serie di azioni che sono obbligate se si vuole usufruire dei finanziamenti, altrimenti il rischio è perderli.
Cosa accade invece? Che la nuova amministrazione alza il livello di attenzione su progetti di valorizzazione culturale che puntano sull’ex ospedale militare, dove si vorrebbero girare parte delle risorse europee, mentre sulla Cittadella si intrecciano nuovamente idee confuse, incidenti di percorso nella gestione quotidiana e la certificazione degli enormi problemi di staticità del ponte di ingresso, cosa peraltro nota da anni e anni ma che è sempre stata, di fatto, ignorata da chi ha governato.
Ancora l’ultima riunione della Commissione consiliare Cultura e istruzione (presidente Carmine Passalacqua) è stata esemplare. Fra la minoranza (prima maggioranza) che attacca la giunta guidata da Cuttica di Revigliasco e la maggioranza (prima minoranza) che, un po’ in affanno, cerca il cavillo per fare pendere la ragione dalla propria parte, rilanciando le accuse dall’altra parte dell’aula consiliare, la sintesi è una sola: lo stato dell’arte non si conosce. In questo quadro hanno avuto buon gioco le polemiche politiche da entrambe le parti, sfruttando anche l’ordine del giorno dei lavori di una Commissione convocata nei giorni in cui il primo cittadino è ancora in vacanza in Thailandia (date note da tempo, sia quella della convocazione, sia quella delle ferie, quindi la discussione era inevitabilmente strumentale su tutti i fronti) il cui testo recita: “Chiarimento da parte della Giunta e del direttore Legnazzi sullo stato di avanzamento dei lavori del team interno che si occupa di gestire la fase di transizione nella gestione della Cittadella”. Il sindaco (che ha la competenza della cultura) non c’è, come non è presente alcun membro di giunta, ma non c’è nemmeno, per colpa dell’influenza, il direttore della Direzione Affari generali, politiche educative, culturali e sociali, Rosella Legnazzi, che in prima mattina comunica l’assenza. A due ore dalla riunione non è stato possibile fare altro che svolgere i lavori lo stesso. Ecco con quale risultato.
La mancanza di dirigenti e sindaco ha lasciato spazio prima a un po’ di rammarico da parte dei consiglieri comunali presenti, quindi agli interventi della minoranza con Vittoria Oneto (ex assessore alla Cultura) e Rita Rossa (ex sindaco) che alla luce delle assenze hanno prima parlato di “profonda mancanza di rispetto nei confronti dei consiglieri”, poi di “problema politico sulla Cittadella”. Quindi l’affondo. “La Regione Piemonte – dice Oneto – ha affidato al Politecnico di Torino l’incarico di redigere, con stanziamenti della Compagnia di San Paolo, uno studio di fattibilità del valore di 50.000 euro. Ci risulta che questo studio sia stato consegnato alla Regione e al ministero a settembre. Il Comune lo sa? L’amministrazione ha coscienza che si rischiano di perdere i milioni stanziati dal governo e anche i fondi Por Fers”?
A fine maggio l’architetto responsabile del gruppo di lavoro del ‘Poli’, Matteo Robiglio, aveva presentato, proprio in Cittadella, alcune anticipazioni dello studio e aveva parlato di un cantiere che poteva essere aperto “nell’estate 2018”, se la progettazione fosse andata in va in porto in tempi rapidi insieme alla Soprintendenza. La prima fase per allestire “uno dei grandi cantieri tecnico-culturali d’Europa” era stata stimata in 5/6 anni “senza mai chiudere l’accesso alla fortezza”. La Soprintendenza (è la stazione appaltante per tutti gli interventi che dovranno avvenire all’interno della fortezza) aprirà la sede territoriale di Alessandria – Asti – Cuneo all’interno, ma non si sa, in realtà, quando arriverà all’interno della Cittadella.
Se l’allora primo cittadino, Rita Rossa, per mesi non aveva perso occasione per parlare di una sede che “potrebbe aprire a breve”, negli ambienti torinesi si parlava una lingua un po’ diversa. “Ci vorranno anni” ha ripetuto un funzionario durante uno dei tanti sopralluoghi. L’organizzazione dei dipendenti, da un lato, e l’adeguamento della caserma (quella che ospita il Fai, ndr), dall’altro, sono i primi problemi. Senza contare l’aspetto della gestione del personale e il radicale cambio dei ritmi di vita. Ecco perché c’è chi ha parlato di ‘freno a mano tirato’ rispetto all’arrivo della Soprintendenza ad Alessandria.
La Commissione si è infine avvitata sui battibecchi fra maggioranza e opposizione, con gli interventi di Demarte del gruppo misto (“Siamo stati convocati per niente”) e Serra del M5S (“Innanzitutto è necessario un regolamento per l’uso della Cittadella che finora è stata gestita in modo anarchico”), quello di Sciaudone di Forza Italia (“Massima condivisione sulla necessità di intervenire sul fronte della sicurezza, ma il tema di oggi era lo stato di avanzamento dei lavori del team e non su cosa fare dei fondi”) e di Lorenzo Iacovoni della Lega Nord: “La questione Cittadella, vitale per la nostra città, non dovrebbe essere oggetto di speculazioni elettorali. Il Comune sta lavorando con la Regione per definire il nuovo progetto sull’Ospedale militare, che non va ad inficiare in alcun modo l’investimento statale sulla Cittadella. Questo progetto sarà presentato alla cittadinanza non appena sarà pronto e, di certo, la Commissione Cultura di questa mattina non era la sede deputata a ciò”.