Chiamparino apre ad un Piemonte autonomo, e lo fa durante la conferenza stampa di fine anno, durante la quale annuncia che la Regione Piemonte potrebbe avviare una negoziazione con lo Stato in materia di autonomia.
“Un cambio di rotta che è stato possibile grazie alla pressione esercitata dal nostro lavoro con i comitati sul territorio. – commenta Riccardo Molinari, Segretario Nazionale Lega Nord Piemont – Chiamparino e il Pd si dicevano contrari a un maggior autonomia e non hanno mai preso in considerazione le proposte di legge in tale senso presentate dal nostro gruppo in Consiglio. Oggi noto con piacere che hanno cambiato idea. Lo prendiamo come un risultato del nostro lavoro, ma non bastano le due competenze indicate da Chiamparino: Beni culturali e Formazione vanno bene, ma non ci si può certo fermare lì”.
“Il Veneto – prosegue – ha approvato una proposta di legge che prevede un intervento sulla fiscalità in grado di trattenere i 9 decimi sul territorio. Applicato in Piemonte questo criterio equivarrebbe a trattenere nelle casse regionali qualcosa come 9 miliardi, raddoppiando di fatto il bilancio dell’ente. A questo noi puntiamo, oltre a un numero maggiore di materie su cui esercitare l’autonomia. Il tema è quello della fiscalità, inutile girarci in giro cercando di evitarlo”.
A differenza di Chiamparino, però, la Lega Nord non ha intenzione di scendere a patti e domanda, a gran voce, un referendum. “La motivazione è semplice – spiega ancora Molinari – ed è da ricercarsi nel fatto che una richiesta supportata dal voto di milioni di piemontesi non può e non deve essere ignorata dallo Stato centrale, soprattutto per definire i termini dell’autonomia e delle risorse da trattenere sul territorio.
La trattativa, del resto, era già stata tentata dalla Regione Piemonte nel 2004, ma si concluse con un nulla di fatto, senza il coinvolgimento dell’opinione pubblica”.