È stato presentato mercoledì ad Alessandria, con la collaborazione di Confindustria Alessandria, l’accordo triennale “Progettare il futuro” siglato tra Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo, dedicato alla competitività e alla trasformazione delle imprese, per cogliere le opportunità offerte dalla “quarta rivoluzione industriale”.
La partnership mette a disposizione un plafond nazionale di 90 miliardi di euro. Alle imprese del Nord Ovest sono destinati 10 miliardi, dei quali 8 per il Piemonte.
I contenuti dell’accordo sono presentati dentro i luoghi deputati ad accogliere e far proprie le finalità dell’accordo: le imprese. L’evento odierno, in particolare, è stato ospitato nella sede di Prisma Impianti di Basaluzzo, system integrator attivo da oltre 35 anni nella realizzazione di impianti elettrici, strumentali e di automazione, con un know-how all’avanguardia per quanto riguarda la fornitura d’impianti nuovi e di revamping, realizzati in ottica Industria 4.0.
All’incontro hanno partecipato Gianluigi Viscardi, Vice Presidente Confindustria Piccola Industria per l’Innovazione, Tiziano Maino, Presidente Piccola Industria Confindustria Alessandria, Luca Calò, Direzione Regionale Piemonte Valle d’Aosta e Liguria Intesa Sanpaolo, Giovanni Foresti, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo.
I supporti al rinnovamento del sistema produttivo sono stati il tema della tavola rotonda, alla quale hanno preso parte Paolo Musso, Direttore Commerciale Imprese Piemonte Valle d’Aosta e Liguria Intesa Sanpaolo, Manuel Alfonso, CEO Prisma Impianti, Daniele Battaglia, Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione Politecnico di Torino, Alfredo Pollici, Amministratore Delegato Notarianni, azienda alessandrina produttrice di etichette autoadesive in bobina per tutti i settori industriali, che si distingue per la capacità di aggiornare i processi di lavorazione con le tecnologie più innovative e sofisticate. A moderare il giornalista Domenico Lanzilotta.
Per l’industria italiana, costituita soprattutto da PMI, lo sviluppo di Industria 4.0 e il relativo Piano del Governo possono essere la strada per recuperare competitività e per creare nuovi posti di lavoro grazie a elevate competenze, nuovi modelli di business e tecnologie innovative. Le opportunità di sviluppo per le realtà aziendali che riusciranno a cogliere questa sfida sono enormi, ma richiedono un intervento a tutto tondo, con investimenti su capitale umano, ricerca, innovazione, organizzazione aziendale, digitalizzazione e più in generale sulla diffusione di una nuova cultura d’impresa. Occorre partire subito, perché le tecnologie sottostanti Industria 4.0 necessitano di 10-15 anni per raggiungere la completa maturità nel mercato ed essere pienamente efficienti.
Tra i temi trattati nell’incontro, un’attenzione particolare è stata riservata all’innovativo modello di rating messo a punto da Intesa Sanpaolo anche grazie alla pluriennale collaborazione con Confindustria Piccola Industria. Insieme alla consueta valutazione economico finanziaria, il nuovo modello, validato dalla BCE dopo un lungo percorso di elaborazione, dà valore anche ai fattori qualitativi intangibili dell’impresa, quali i marchi, i brevetti, le certificazioni di qualità e ambientali, le attività di ricerca e sviluppo, d’innovazione e digitalizzazione, i progetti di sviluppo e di posizionamento competitivo, la gestione del rischio d’impresa, la proprietà e il management.
Anche l’appartenenza a una filiera è un valore intangibile di cui il modello di rating tiene conto. Le prime sperimentazioni hanno già dimostrato i vantaggi, in termini di facilitazione di accesso al credito e condizioni economiche più favorevoli.
Gianluigi Viscardi, Vice Presidente Confindustria Piccola Industria per l’Innovazione: «Competitività, vocazione internazionale ed evoluzione continua: queste devono essere le tre parole chiave per le imprese. Le nostre PMI per competere devono essere facilmente riconfigurabili, riadattabili e interconnesse, capaci di rispondere velocemente alle richieste dei nuovi consumatori e alle sfide di un mercato globale. Per creare valore aggiunto e fare la differenza è indispensabile puntare con forza sulla conoscenza, sulla formazione e sulla cultura d’impresa, investendo sul capitale umano e utilizzando le nuove tecnologie per una migliore condivisione di know how e competenze. Non deve mancare poi l’interconnessione per far dialogare le macchine tra loro e l’impresa con il resto del mondo. L’accordo che abbiamo siglato con Intesa Sanpaolo va proprio in questa direzione: sostenere gli investimenti, la formazione in ottica 4.0 e la trasformazione delle imprese.»
Luca Calò, Responsabile Coordinamento Territoriale Prodotti-Segmenti Piemonte Valle d’Aosta Liguria Intesa Sanpaolo: «In Piemonte a fine anno erogheremo oltre 3 miliardi di euro a imprese e famiglie, con una crescita di oltre il 10% rispetto al precedente esercizio. La favorevole congiuntura di tassi e incentivi fiscali ha rafforzato la fiducia degli imprenditori, soprattutto nel secondo semestre, e continuerà anche il prossimo anno. Con il nuovo modello di rating certificato, che va a valorizzare gli elementi qualitativi intangibili delle aziende, contiamo di distinguerci nell’accesso al credito, per dare maggiore impulso agli investimenti che possano rendere più solide e competitive le nostre imprese clienti. Il contesto competitivo globale è sempre più complesso, ma i nostri imprenditori hanno la capacità di accelerare ed essere flessibili. Per questo, raccomandiamo maggiore attenzione agli investimenti in formazione e capitale umano. Con i nostri programmi diffusi sul territorio, abbiamo portato in aula oltre 200 imprese ed erogato oltre 3.000 ore di formazione su temi portanti come l’internazionalizzazione, la digitalizzazione, l’innovazione, e sensibilizzato sugli stessi argomenti oltre 1.000 imprese con iniziative di networking sul territorio. Questi sono i fattori critici di successo che devono essere valorizzati.»
Tiziano Maino, Presidente della Piccola Industria di Confindustria Alessandria: «L’ampio raggio d’azione dei nuovi strumenti messi a disposizione da Intesa Sanpaolo permetterà alle piccole e medie imprese di beneficiare di sostegni strategici per la crescita. L’accordo rende infatti concretamente fruibili anche alle imprese di piccole e medie dimensioni di molteplici comparti produttivi ed alle start up i vantaggi aperti dal piano nazionale di Industria 4.0. Un impatto positivo potrà derivare, in particolare, sul fronte della valutazione del credito grazie all’innovativo modello di rating che valorizza anche gli elementi qualitativi intangibili dell’impresa e che le piccole e medie imprese sono oggi chiamate a incrementare sempre più in un’ottica di competizione globalizzata: dall’innovazione alla digitalizzazione, dai brevetti ai marchi, dagli investimenti in ricerca e sviluppo alle reti d’impresa.»
Giovanni Foresti, Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo: «L’Italia deve riuscire ad accelerare i propri ritmi di crescita e raggiungere la media dell’Eurozona. La forte presenza nel nostro sistema dell’industria manifatturiera richiede azioni di politica economica che rafforzino il sistema produttivo. Sono dunque positive le scelte legate a Industria 4.0, in quanto politiche trasversali che agiscono in maniera orizzontale sulla produttività del sistema e rafforzano la competitività. Il piano Industria 4.0 può innescare un processo virtuoso di crescita: la spinta alla domanda interna di beni di investimento può alimentare il portafoglio ordini delle imprese italiane e piemontesi della meccanica, dove è alta la quota di aziende che produce macchinari 4.0. Per potenziarne gli effetti sulla crescita economica, Industria 4.0 deve essere intesa in senso ampio e far parte di politiche a favore del rafforzamento del capitale umano, della diffusione della banda larga e di un più efficiente utilizzo delle tecnologie digitali. Un’azione coordinata, di ampia portata, può significativamente migliorare il livello di crescita potenziale del nostro Paese.»
I QUATTRO PILASTRI DELL’ACCORDO
ECOSISTEMI DI IMPRESE E INTEGRAZIONE DI BUSINESS
FINANZA PER LA CRESCITA
CAPITALE UMANO
NUOVA IMPRENDITORIALITÀ
Ecosistemi di imprese e integrazione di business
Intesa Sanpaolo e Piccola Industria Confindustria intendono mettere a disposizione un insieme di soluzioni che permettano alle imprese di trasformarsi, migliorando i processi produttivi, ricorrendo a nuove tecnologie e a nuove metodologie, tra cui i percorsi “Lean 4.0” che abilitano le imprese alle tecnologie digitali. Per la realizzazione dei progetti di sviluppo delle imprese, Intesa Sanpaolo si avvarrà anche del proprio Innovation Center, struttura che raccoglie tutte le iniziative avviate dal Gruppo nel campo dell’innovazione. L’iniziativa intende rappresentare anche un momento evolutivo di “AdottUp, il Programma per l’adozione delle start up” e offrire nuove opportunità alle start up in esso sviluppate.
Finanza per la crescita
L’accordo punta a finanziare la crescita del business valorizzando il patrimonio intangibile delle imprese attraverso un nuovo modello di relazione basato sui fattori qualitativi legati al credito: tra questi la capacità innovativa, la formazione e la strategicità della catena fornitore-champion. Sono inoltre previste adeguate soluzioni finanziarie a medio-lungo termine oltre al migliore utilizzo degli strumenti di supporto, a cominciare dal rinnovato Fondo di Garanzia. Per programmare la crescita, bilanciando i livelli di debito a favore del capitale di rischio, è fondamentale il ricorso all’Equity per il rafforzamento del sistema produttivo. A tal proposito l’accordo intende sviluppare iniziative che favoriscano la patrimonializzazione delle imprese. Infine si prevede l’estensione a comparti strategici per l’economia italiana del Progetto Filiere, l’innovativo modello di credito di Intesa Sanpaolo che ha finora prodotto 495 contratti con aziende capofila (di cui 55 in Piemonte), con oltre 15.000 fornitori, 89.000 dipendenti e un giro d’affari di 69 miliardi.
Capitale umano
L’accordo punta anche a favorire l’alternanza scuola-lavoro con l’obiettivo di far diventare l’azienda il luogo in cui lo studente consolidi e arricchisca le conoscenze apprese, sviluppando competenze spendibili nel mondo produttivo o acquisendo esperienze funzionali alla creazione di nuove imprese, in linea con il Piano Nazionale Industria 4.0.
Nuova imprenditorialità
Intesa Sanpaolo mette a disposizione il modello di valutazione delle start up. È un nuovo algoritmo DATS (Due Diligence Assessment Tool Scorecard), già inserito nelle Regole di concessione del credito, a supporto della valutazione creditizia delle start up e in futura estensione alle PMI innovative. Si tratta del primo modello di valutazione “forward looking” adottato da una banca per i finanziamenti in debito, basato su logiche derivate dalla valutazione degli investitori in Venture Capital, mutuando le competenze costruite negli ultimi anni all’interno del Gruppo Intesa Sanpaolo. Questo nuovo strumento consente alle imprese e alla banca di cogliere al meglio le opportunità offerte dalle misure governative e le agevolazioni per la crescita, recentemente estese dal Piano Industria 4.0.
L’ECONOMIA DEL PIEMONTE
L’economia piemontese può contare su un’ottima vocazione industriale. Grazie alla forza della sua industria il Piemonte riesce ad esprimere un buon avanzo commerciale, pari a circa 13,7 miliardi di euro nel 2016 (più di un quarto del totale italiano). L’export regionale, dopo aver chiuso il 2016 in leggero arretramento, ha ripreso a correre nel primo semestre 2017, registrando una variazione tendenziale pari al +11,3%, superiore al dato complessivo italiano (+8%). Sono stati trainanti l’automotive, la meccanica, l’oreficeria e la chimica.
La provincia di Alessandria, in particolare, offre un importante contributo all’avanzo commerciale della regione (pari nel 2016 a 2,4 miliardi di euro). L’export provinciale che aveva chiuso il 2016 in leggero arretramento (-0,5% la variazione tendenziale), nel primo semestre 2017 ha visto una crescita sostenuta delle esportazioni (+ 17,1% tendenziale), grazie al traino in primo luogo dell’oreficeria, seguita da chimica, metallurgia e meccanica.
Il contributo del canale estero non è tuttavia sufficiente per ridare slancio all’economia della regione. È infatti cruciale la spinta del canale interno e, soprattutto, degli investimenti. Più in particolare, sarà importante vincere la sfida del digitale attraverso un’accelerazione degli investimenti, finora frenati dall’incertezza che domina i mercati. L’ambiente è certamente favorevole, grazie alla presenza di significative misure governative a sostegno degli investimenti innovativi, alla disponibilità di buone condizioni di finanziamento e di un bacino di risorse interne.
Si tratta di una grande opportunità per le imprese di questa regione che mostrano un grado di utilizzo delle tecnologie ICT in aumento e già su livelli ottimi nel 2016:
• la diffusione della banda larga nelle imprese è pari al 93,6%;
• la quota di addetti che utilizza computer connessi a Internet è salita al 40,7%;
• la percentuale di imprese con sito web è pari al 77,2%, mostrando un vantaggio nei confronti della media italiana;
• l’11% delle imprese sono attive nel commercio elettronico (in linea con la media italiana).
In termini di dotazione di capitale umano e tecnologico il Piemonte appare ben posizionato: il numero di laureati in materie scientifiche e tecnologiche è superiore alla media italiana (nel 2012 il 17,6 contro il 13,2 italiano ogni mille abitanti tra i 20 e 29 anni), così come il numero di impiegati in ricerca e sviluppo (nel 2013 il 5,9 contro il 4,1 italiano ogni mille abitanti).
Inoltre, il Piemonte è la prima regione italiana per incidenza della spesa totale per R&S sul Pil (2,2% rispetto all’1,4% medio italiano), grazie agli elevati investimenti delle imprese in R&S (pari all’1,6% del PIL per il Piemonte e allo 0,7% in Italia).
Buona l’intensità brevettuale: spicca, in particolare, la provincia di Torino, che si posiziona al secondo posto in Italia per numero di brevetti (l’8% circa del totale italiano), alle spalle di Milano. Ad Alessandria l’1% dei brevetti italiani. Numerosa la presenza di start up sul territorio piemontese, attive nei processi di trasferimento tecnologico: 451 a dicembre 2017, il 5,5% del totale nazionale; di queste 308 sono localizzate nella provincia di Torino (terza città in Italia dopo Milano e Roma). Nella provincia di Alessandria risultano operative 21 start up. Anche la meccanica piemontese sembra essere pronta a vincere la sfida di Industry 4.0. Sono questi i principali risultati che emergono da un’indagine ad hoc condotta ad aprile 2017 nella Direzione Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Intesa Sanpaolo. Tra le 61 imprese della meccanica intervistate, il 64% produce beni strumentali che possono beneficiare dell’iper-ammortamento qualora “connessi” (impianti 4.0). Di queste, il 67% produce effettivamente macchinari 4.0, un dato solo di poco inferiore a quanto osservato tra i competitor internazionali. La propensione ad esportare questi macchinari è elevata: il 42,3% delle imprese dichiara di realizzare più della metà del fatturato da macchinari interconnessi attraverso la vendita sui mercati esteri. Lo sviluppo di macchinari 4.0 è stato possibile grazie alla presenza di centri interni di R&S all’azienda e all’interazione con clienti e fornitori, italiani ed esteri. Un ruolo ancora marginale è ricoperto dall’Università.