Il Museo di Marengo di Alessandria riapre. La conferma arriva quasi in coda alla presentazione dell’evento che venerdì 8 dicembre segnerà l’apertura di una nuova stagione per la struttura espositiva che racconta della battaglia del 14 giugno 1800 e dell’epoca napoleonica. Si riaprono così le porte dell’edificio, con tanto di piramide esterna su un’idea originale di Napoleone, ristrutturato negli anni a suon di milioni e che un po’ per colpe locali, un po’ per congiunture istituzionali (come la riforma delle Province) era finito prima ai margini della promozione culturale, poi chiuso.
Il Museo di Marengo e il parco torneranno a vivere, per ora nei fine settimana, grazie all’accordo fra Comune di Alessandria (gestisce le attività culturali e promozionali) e Provincia, proprietaria dell’intera struttura che comprende oltre al parco e all’edificio principale, anche l’auditorium e una serie di spazi originariamente destinati a uffici e poi anch’essi in larga misura abbandonati. Il comodato d’uso, fino al 2022, consentirà all’amministrazione comunale di garantire l’apertura nei fine settimana (dalle 15 alle 19) e, su prenotazione, alle scuole, mentre allo stresso tempo sarà possibile svolgere attività culturali come mostre ed eventi. Il servizio verrà affidato al personale dell’azienda speciale Costruire Insieme, controllata dal Comune di Alessandria (il contratto di servizio verrà rinnovato nel 2018), mentre sarà la Provincia a farsi carico della manutenzione ordinaria che prevede una spesa media annua di 60/70.000 euro. “Massima apertura alla collaborazione dei privati per l’organizzazione di iniziative ed eventi all’interno” viene assicurato dall’amministrazione di Palazzo Rosso con il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco e dal presidente della Provincia, Gianfranco Baldi.
“Tutti gli strumenti di valorizzazione internazionale verranno messi in atto” assicurano gli amministratori dei due palazzi. E Luca Rossi, consigliere provinciale, aggiunge: “Il Museo dovrà avere una dimensione europea, esercitando un richiamo turistico non solo per gli appassionati della storia napoleonica. Dovrà essere lo strumento di promozione turistica di un territorio più vasto”. Ovvero, Marengo come “una casa da vivere, in cui tutti gli enti pubblici coinvolti lavorano insieme e con un solo obiettivo” aggiunge Federico Riboldi, vicepresidente di Palazzo Ghilini. Sarà così? Domanda scontata alla luce delle dichiarazioni, simili, delle precedenti amministrazioni, e dei fatti che invece hanno portato da tutt’altra parte la struttura e il progetto culturale. Solo il tempo dirà se la ripartenza, senza eccessiva enfasi e grancassa, a parte l’iniziativa di venerdì 8 dicembre, che punta innanzitutto a garantire una onesta ordinaria amministrazione che coincide, per ora, con l’apertura nei fine settimana, consentirà di gettare solide basi per lo sviluppo di un progetto culturale e di promozione turistica.
Quello che la cronaca registra è la volontà di riprendere il Marengo Museum dove si era fermato ormai alcuni anni fa, come gli accordi internazionali con la rete dei musei napoleonici e quelli di Parigi. Quegli atti erano sono stati messi nero su bianco, avevano reso credibile la volontà delle pubbliche amministrazioni, diventate affidabili agli occhi dei francesi. È da qui che bisogna riprendere, garantendo intanto la funzionalità minima dell’esposizione museale.
A volte la normalità, come una apertura costante sebbene ai minimi termini, vale più di progetti roboanti mai diventati realtà.