Chi è davvero colui che sale sul palco a rappresentare se stesso? Un percorso di racconti tra musica & parole. Aneddoti & considerazioni, con grandi classici & brani mai interpretati.
#FINARDIMENTE: una parola composta che è insieme un avverbio, un nome, un verbo. Tre modi per rispondere al dubbio su cosa sia la Verità nell’Arte. Questo sarà il nuovo show tra musica e parole di EUGENIO FINARDI dove il cantautore cercherà di svelare la sua verità dietro ogni forma di rappresentazione artistica con un racconto sincero e sfacciato delle emozioni di intere generazioni e ovviamente la sua musica!
Queste le prossime date di #FINARDIMENTE: il 16 dicembre a Tortona (AL) al Teatro Civico; il 12 e il 13 gennaio a Milano (MI) al Blue Note, il 20 gennaio a Policastro Bussentino (SA) al Teatro Di Benedetto.
Dopo il successo dei suoi precedenti lavori “Acustica”, “Suono”, “Il Silenzio e Lo Spirito” e “Parole e Musica”, EUGENIO FINARDI torna sul palco con un nuovo progetto in cui scava ancora di più nel senso profondo delle canzoni e del motivo per cui l’unione tra l’Assoluto della Musica e L’Assolutamente Soggettivo delle Parole riesce a creare emozioni condivise, che superano in intensità la somma dei singoli fattori.
Due le esperienze recenti di Finardi che hanno costituito la scintilla creativa dell’inedito spettacolo °FINARDIMENTE: da una parte il suo “ripercorrere i luoghi della memoria” in senso proustiano, attraverso il fortunato progetto “40 anni di Musica Ribelle”, che ha permesso al cantautore di riaprire un archivio musicale e umano riscoprendo il “sé” ragazzo, prima della grande popolarità. La stessa persona di oggi, certo, eppure al contempo qualcuno che non esiste più.
Dall’altra parte, la recente realizzazione di un musical ispirato alla sua musica e vita, che gli ha permesso di osservare una rappresentazione “esterna” di sé. Il Finardi percepito dagli altri, un Finardi vero sicuramente, eppure inesistente se non nella mente di chi si è costruito un’idea di lui.
«Sempre più spesso – dichiara Eugenio – quando le persone mi aspettano per un saluto a fine concerto, mi ringraziano per ciò che ho rappresentato nelle loro vite. Da ragazzo questa cosa mi inorgogliva, adesso invece sento principalmente gratitudine e rispondo che sono io a ringraziare loro perché è attraverso la loro percezione che sono diventato la persona che sono».
Inserito in una scenografia calda e discreta e accompagnato da una formazione inusuale e raffinata (chitarra, violoncello e percussioni) Finardi darà libero sfogo alle sue doti di affabulatore per accompagnare il pubblico in un percorso di racconti e considerazioni che toccheranno temi universali ma anche aneddoti intimi, generando un’ampia tavolozza di emozioni, dalle risate alla commozione.
In scaletta, insieme ai brani fondamentali della sua lunga carriera, anche alcune chicche mai eseguite dal vivo, che ciononostante sono diventate nel tempo dei classici, come “Il Vecchio Sul Ponte” e “Shamandura”. Ma Eugenio si sentirà anche libero di improvvisare lasciandosi influenzare dall’atmosfera e dalle suggestioni del pubblico. Sul palco insieme a lui, Giovanni “Giuvazza” Maggiore alle chitarre, Claudio Arfinengo alle percussioni, Marco Lamagna al basso e Federica Finardi Goldberg al violoncello.