“Proponiamo una vera rivoluzione nel comparto delle macchine di assemblaggio, al pari di quello che fu l’avvento degli smartphone sui cellulari tradizionali: per Nokia sarebbe stato impossibile pensare che quell’oggetto che tutti usavamo solo per telefonare e mandare sms sarebbe diventato anche un GPS, una macchina fotografica, un negozio, un POS, un social network…”.
Lucia Tagliabue sa comunicare e lo dimostra subito, con un’immagine che rende immediatamente l’idea del cambio di paradigma con cui Smart Factory (www.smartfactory.it) intende scrivere una storia nuova.
L’azienda è una vera start-up 4.0, dedicata all’innovazione dei processi industriali, e ha messo radici, dall’inizio di quest’anno, al Parco Scientifico Tecnologico di Tortona, per iniziativa di tre soci fondatori: Andrea Pozzi, ingegnere delle telecomunicazioni esperto IT (41 anni), Carlo Tagliabue, ingegnere meccanico (27 anni) e Lucia Tagliabue l’unica del trio con una formazione di tipo economico, con un’importante esperienza di 7 anni in una società di consulenza strategica internazionale. Con loro lavorano un operaio specializzato e due softwaristi, ma la squadra iniziale è certamente destinata a crescere.
“E’ tutto nato da due chiacchiere al caffè,“– ci dice Andrea – “quando io e Carlo cominciammo a confrontarci su un’idea di base. Progettare una macchina di assemblaggio del tutto diversa da quelle esistenti oggi sul mercato: una macchina che potesse essere flessibile, concepita a moduli, interconnessa ed energeticamente efficiente. Ci abbiamo lavorato a lungo, e ci siamo riusciti: eccola qui”.
La macchina è lì, dinanzi a noi, nella sede dell’azienda: i tecnici stanno apportando gli ultimi ritocchi, ed è Carlo Tagliabue a mostrarcela con orgoglio: “E’ modulare, completamente gestita dal nostro software di programmazione, in grado di offrire prestazioni finora impensabili, come scambiare la sequenza delle stazioni di lavorazione in pochi minuti, eliminare l’aria compressa, e controllare ogni processo attraverso i big data”.
Qual è il mercato di riferimento a cui si rivolge Smart Factory con questa soluzione?
“I nostri mercati di sbocco sono il settore del packaging, con particolare interesse al mondo della cosmetica, e della componentistica elettrica. – sottolinea Lucia Tagliabue – Ma la caratteristica innovativa della soluzione che proponiamo è la sua capacità di essere ‘trasversale’ rispetto a numerosi comparti industriali. Ci rivolgiamo a chiunque, in ambito industriale, abbia necessità di eseguire assemblaggio e lavorazione di oggetti medio/piccoli. Le nostre soluzioni sono in grado di svolgere funzioni tradizionali, come stampa e marcatura, avvitature e pressature, controllo qualità, ma anche processi innovativi come la saldatura ad ultrasuoni o la magnetoformatura”.
Smart Factory è un’azienda 100% italiana, ma con l’obiettivo di vendere sul mercato internazionale. “Una volta a regime – precisa Lucia Tagliabue – vogliamo crescere sui mercati esteri: ad oggi non esistono sul mercato soluzioni simili alla nostra, capaci di essere così modulari, con stazioni intercambiabili in stile ‘plug & play’.
Il nostro posizionamento-prezzo è in linea con all’offerta di mercato: con la caratteristica, rivoluzionaria, di una flessibilità e precisione senza paragoni: un’unica linea di assemblaggio può essere utilizzata per più prodotti contemporaneamente, può essere integrata nel tempo con stazioni incrementali, e può essere riprogrammata per usi diversi a costi contenuti e in poco tempo: questi sono i vantaggi dell’industry 4.0”.
Per intenderci: sono finiti i tempi delle produzioni di massa e standardizzate, quando un’azienda poteva permettersi di acquistare un macchinario che avrebbe utilizzato, e ammortizzato, producendo lo stesso prodotto per molti anni.
“Il mondo del packaging – spiega Lucia Tagliabue – ha ormai tempi rapidissimi: è lontana l’epoca in cui un’azienda leader nella cosmetica o nel largo consumo stava sul mercato con un solo prodotto e manteneva invariato il packaging per decenni. Oggi il consumatore è alla continua ricerca di novità, di un prodotto fatto a sua misura, customizzato ai suoi gusti e alle sue esigenze di consumo.
Per i produttori di packaging diventa fondamentale innovare i sistemi produttivi per soddisfare le esigenze dei propri clienti, e poter offrire soluzioni customizzate anche su piccoli lotti, con facilità e a costi ridotti”.
La realtà ‘aumentata’ e i ‘big data’: controllo qualità e manutenzione ottimizzate
“Oltre alla flessibilità – dice Andrea Pozzi – le soluzioni di Smart Factory consentono di monitorare via cloud tutte le operazioni di lavorazione e di ottenere un controllo qualità senza paragoni, precisissimo e predittivo, grazie all’utilizzo di sistemi di visione avanzata e di analisi big-data enabled. Le nostre soluzioni sono davvero intelligenti, non solo scartano i pezzi se non conformi, ma registrano quanto ogni pezzo si discosti dai parametri di riferimento, ottimizzando le statistiche di produzione”.
Oltre al controllo qualità, Smart Factory pone grande attenzione alla manutenzione degli impianti. “Grazie all’analisi dei big data, siamo in grado di fornire un servizio di manutenzione predittiva che consente di pianificare gli interventi di manutenzione prima che avvengano fermi macchina, migliorando l’OEE (overall equipment efficiency).” – ci spiega Carlo – “Inoltre forniamo ai nostri clienti, oltre ai manuali di manutenzione obbligatori per legge, anche un visore di realtà aumentata”. Una particolarità che sa tanto di azienda 4.0, e anche un po’ di ‘realtà virtuale’. Provare rimane sempre, in questi casi, il modo migliore per credere. Per cui chiediamo ai fondatori di Smart Factory di testare le Hololens – il risultato è strabiliante: guardando l’impianto attraverso gli occhiali, compare una barra di comandi ‘virtuali’ accessibili attraverso ‘gestures’, che consentono di consultare elettronicamente istruzioni, accedere in tempo reale ai dati di processo, e soprattutto di fornire indicazioni di intervento all’operatore in caso di fermi macchina. Attraverso le Hololens, è come se Smart Factory fosse sempre accanto all’operatore: possiamo vedere esattamente ciò che vede chi è a bordo macchina e dare istruzioni precise. Questa tecnologia ci consente di fornire un servizio di assistenza immediato ai clienti”.
Niente vacanze estive, quest’anno, per i soci della start up tortonese: “non ce le siamo potute concedere, ma va bene così: sono tante le scadenze che ci attendono, dalla consegna della prima macchina alla messa a punto di un prototipo che terremo qui in azienda, mostrandone le potenzialità ai clienti che ci verranno a trovare, e che porteremo alle fiere di settore per farci conoscere”.
“Gestiamo internamente programmazione ingegneristica, meccanica e software – conferma l’ingegner Pozzi – e anche le fasi di cablaggio elettronico e meccanico. Affidiamo ad un network di partner selezionati le attività di carpenteria”.
L’obiettivo di Smart Factory è vendere, nel corso del 2018, almeno altri tre macchinari ‘personalizzati’ in base alle esigenze dei committenti: “per ora procederemo con le nostre forze – sottolinea Lucia Tagliabue – per poi aprirci a fondi di investimento a partire dal 2019 per potenziare lo sviluppo commerciale e aprire alla frontiera ‘servitizzazione’ delle macchine industriali, un servizio che consentirà alle aziende di trasformare da CAPEX a OPEX il costo degli impianti produttivi, con notevoli vantaggi dal punto di vista economico industriale”.
Ultimo aspetto, oggi non certo marginale, è quello della detraibilità fiscale: “I nostri impianti rispondono ai prerequisiti per l’iper-ammortamento al 250%, e consentono di avere sgravi fiscali pari al 60% del valore dell’impianto (l’acquisto del bene deve avvenire entro la fine del 2017 e l’installazione entro settembre 2018). E non solo: essendo noi start-up innovativa, fino al 2020 le aziende che ci scelgono per lo sviluppo di un impianto industriale o per un servizio di progettazione possono avvalersi del credito d’imposta del 50% per Ricerca e Sviluppo, cumulabile con l’iper-ammortamento. Praticamente siamo gratis!” – ci dice sorridendo Lucia.
Ettore Grassano