Il cuore di Beppe Bergomi “è sano”. È lui il testimonial, tenuto segreto fino all’ultimo, della prima giornata dei Dialoghi della salute, organizzata dall’azienda ospedaliera ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’ di Alessandria.
L’ex calciatore, classe 1963, oggi allenatore e opinionista televisivo, è stato sottoposto, in diretta, all’esame cardiologico ecostress, mentre erano in corso i lavori ospitati nel salone dell’ospedale civile. Circa cinquanta persone, quasi tutti addetti ai lavori benché gli incontri siano aperti alla cittadinanza, hanno ascoltato le relazioni dei responsabili delle strutture dell’area cardio-toraco-vascolare e, contemporaneamente, il cardiologo Alberto Pullara eseguiva l’esame ecocardiografico che serve per accertare, e localizzare con precisione, la presenza di eventuali ischemie.
Perché Bergomi viene ad Alessandria per svolgere periodici controlli? Il contatto è Andrea Audo, da una quarantina di giorni responsabile della Cardiochirurgia. “L’esame è andato bene, non ho faticato molto, anche perché sono allenato” sorride Bergomi. Che spiega come tutto siano nato dalla conoscenza con Audo e della applicazione in ambito sportivo dei protocolli medici per la ‘morte improvvisa’, la cessazione della funzione di pompa del cuore può essere reversibile mediante tempestive e adeguate manovre rianimatorie.
Andrea Audo è stato uno dei relatori del primo incontro del ciclo che nelle intenzioni della direzione ospedaliera ha come obiettivo favorire la divulgazione, semplice e comprensibile, delle attività specialistiche dell’azienda ospedaliera. Con il direttore di Cardiochirurgia sono intervenuti Gianfranco Pistis (Cardiologia), Mauro Salvini (Chirurgia vascolare), Maurizio Mancuso (Chirurgia toracica), Ermelinda Martuscelli (responsabile della Cardio-anestesia e rianimazione). Innovazione tecnologica e chirurgica mininvasiva, la robotica, l’appropriatezza e la cura del paziente per percorsi e non più per singole specialità, sono alcuni degli elementi comuni di questa area di cura. L’evoluzione delle tecniche chirurgiche sempre meno invasive consentono di eseguire interventi su pazienti ad alto rischio e che fino a non molto tempo fa non avrebbero avuto nemmeno una minima aspettativa di vita (è stato presentato il caso di una donna di 75 anni, operata due anni fa ricorrendo alla circolazione extracorporea e fermando il cuore per cinque secondi per inserire due sonde).
Alessandria è il centro di riferimento di specialità che, nel caso dell’area cardio-toraco-vascolare, sviluppa l’attività sull’intero quadrante che copre le province di Alessandria e Asti. Nel caso, per esempio, della chirurgia toracica diversi interventi vengono eseguiti sia al ‘Santi Antonio e Biagio’, sia all’ospedale astigiano. Lo scopo del primo incontro (moderato da Paola Costanzo, direttore sanitario dell’azienda ospedaliera, e da Mauro Cappelletti, presidente dell’Ordine dei medici) è stato quello di accendere i riflettori su alcune tipologie di interventi di eccellenza che avvengono quotidianamente (in Cardiochirurgia circa la metà dell’attività è svolta in urgenza, 24 ore su 24) e le relazioni hanno dimostrato una significativa efficacia, ma non è nemmeno mancata la sottolineatura di quelli che sono ancora “gli scogli da superare”, come ha ricordato Mancuso. È il caso del trasferimento delle immagini: fra azienda ospedaliera e Asl di Asti (come per quella alessandrina) non c’è dialogo fra i sistemi informatici e questo problema allunga alcune fasi diagnostiche e quindi di cura.
I prossimi incontri vedranno focus dedicati alle neuroscienze, alla salute della donna, agli anziani, alla gestione dell’urgenza, alla medicina pediatrica e alla oncoematologia. Le date non sono ancora state fissate, in ogni caso “il ciclo si svilupperà fino all’aprile del 2018” dice Giovanna Baraldi, direttore dell’azienda ospedaliera il cui mandato scade con il mese di maggio.