Sanità, l’informatica ospedaliera di Alessandria nel mirino della Regione [Centosessantacaratteri]

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Arriverà in Consiglio regionale la richiesta di chiarimenti di Davide Gariglio, capogruppo del Partito Democratico in Regione e segretario regionale del partito. Nelle scorse settimane è stata infatti presentata una richiesta di accesso agli atti da parte di Gariglio in merito a una serie di affidamenti diretti avvenuti in diverse Asl e Aso (azienda ospedaliera) piemontesi, sempre verso la stessa azienda che opera nel settore informativo.

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Ad Alessandria, in particolare la richiesta riguarda un affidamento diretto di circa 2,5 milioni di euro deliberato dall’azienda ospedaliera ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’, diretta da Giovanna Baraldi. Tra le altre Asl interessate ci sarebbero la To5 e la Città della Salute di Torino. L’affidamento riguarda la gestione del TrakCare, un sistema “informativo nativamente integrato che permette la cura coordinata all’interno di un ospedale” come spiega la InterSystems Italia (sede a Milano) che in Piemonte ha ricevuto numerosi incarichi.

Dopo che il Pd, partito di maggioranza, ha presentato in Consiglio, insieme a Mdp e Movimento 5 Stelle, un atto di indirizzo, approvato, che chiede alla giunta regionale di presentare entro sessanta giorni una proposta di deliberazione al Consiglio regionale per accorpare l’Aso e l’Asl di Alessandria, è ancora il Pd che sollecita altri chiarimenti. E dovrà essere Antonio Saitta, assessore alla Sanità, a rispondere.

La storia di questi affidamenti, in realtà, non è nuova. Come non è nuovo il ricorso ad affidamenti diretti. Il fatto è che sono impegni di spesa milionari per i quali è normalmente prevista una gara a evidenza europea. Invece così non è. Non che sia peraltro una abitudine dei tempi recenti. All’inizio del 2017 era già stata al centro delle cronache in quanto erano stato rinnovati diversi di questi incarichi dalle maggiori aziende sanitarie e ospedaliere della regione. “Il sistema c’era già, cambiarlo avrebbe comportato costi superiori” hanno detto, mesi fa, alcuni dei direttori generali. Una posizione, stando alle cronache di quei giorni, ribadita anche da Giovanna Baraldi. La critica, avanzata sempre nei mesi scorsi, è rivolta alla presenza di centinaia di sistemi diversi utilizzati nelle aziende sanitarie e che in molti casi non dialogano fra loro, ma le aziende hanno continuato a fare ricorso ad affidamenti diretti, procedendo in ordine sparso.

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Anche questo aspetto, legato alla gestione informatica, rilancia il problema di un dialogo, finora difficoltoso, fra le aziende che si occupano della sanità. “I tentativi compiuti negli anni per mettere in rete tutti i presidi sanitari alessandrini con l’obiettivo di razionalizzare, qualificare e potenziare l’offerta non hanno prodotto risultati soddisfacenti” commenta Domenico Ravetti, presidente della Commissione regionale Sanità e consigliere del Pd. “La cooperazione tra Asl e Aso è sempre stata debole e a parlare sono i dati prodotti dalle aziende stesse sui risultati di esercizio del primo semestre: la Asl di Alessandria ha un deficit di 11,4 milioni di euro, recuperabile, è vero, ma è la peggiore performance tra le Asl di Piemonte 2. Stesso discorso per l’azienda ospedaliera che perde 6,4 milioni (la cifra è peraltro di poco superiore a quella dell’azienda ospedaliera di Novara che sfora per 5.929.000, ndr). Inoltre abbiamo la maglia nera sulla mobilità passiva, numeri impressionanti prodotto della politica del passato che dicono che per diverse patologie gli alessandrini vanno a curarsi altrove. Accorpare – aggiunge Ravetti – non è ridurre. Infatti non va ridotto nulla. Nemmeno il trasferimento del Fondo sanitario regionale attualmente erogato alle due aziende”.

Sulla proposta di accorpamento sono invece piovute le critiche del centrodestra, con Forza Italia che parla di “una proposta irricevibile nel merito e nel metodo” come ha dichiarato Massimo Berutti. Una dura presa di posizione non accompagnata da proposte alternative e che quindi sembra quasi dire che le cose forse vanno meglio oggi. Peccato che l’attuale assetto sia quello messo a punto dalla giunta regionale con l’assessorato di Saitta, da sempre attaccato dal centrodestra. Lo stesso Berutti ha poi presentato in Consiglio regionale una proposta di ordine del giorno per impegnare la giunta “a un approfondimento in sede di Commissione consiliare competente delle complesse e articolate problematiche” della fusione fra Asl Al e Aso. La proposta è stata però respinta dal Consiglio. “In Piemonte vi sono altre realtà come quelle di Cuneo e Novara dove operano Aso e Asl. Risulta difficile comprendere le motivazioni della proposta di fusione valida solo per Alessandria, quando quando vi sono realtà identiche che permangono” commenta Berutti.