La Cia e l’agricoltura responsabile che ‘disegna’ il territorio, senza dimenticare il grano [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

“Il ministro Dario Franceschini non ha invitato gli agricoltori agli ‘Stati generali del paesaggio’ che si sono svolti a Roma, a Palazzo Altemps. Moltissimi i professionisti, i tecnici e gli studiosi, ma non chi ha responsabilità diretta nel ‘modellare’ il territorio, nel disegnare i paesaggi, nel bene e anche compiendo errori, questo lo riconosciamo. Ma la mancanza di attenzione verso un protagonista dell’economia e del territorio come è il settore primario la dice lunga sulla sensibilità della politica”.

Dino Scanavino, classe 1960, imprenditore vitivinicolo e vivaistico di Calamandrana, presidente nazionale della Cia (Confederazione italiana agricoltori), parla chiaro. L’agricoltura oggi non è solo produzione, ma “anche accoglienza, vivibilità, cultura, storia, gestione del paesaggio”. La pluralità di un prodotto è il valore aggiunto del territorio ed è una realtà che va declinata in tutto il Paese. Lo dice di fronte ai vertici della Cia della provincia di Alessandria che festeggia i 40 anni dell’associazione e che si prepara a essere ulteriormente protagonista. Infatti Gabriele Carenini, 40 anni, titolare di una azienda orticola a Valmacca, è candidato alla presidenza regionale della Cia. Una voce alessandrina che testimonia la volontà di essere protagonisti non solo nelle attività quotidiane, ma anche all’interno di un tessuto socioeconomico cui continua complessivamente a mancare un significativo tessuto connettivo.

Carla Nespolo nuovo presidente nazionale Anpi CorriereAl 2

L’evoluzione del comparto agricolo è stata al centro della giornata che la Cia alessandrina ha organizzato per celebrare il compleanno (l’atto costitutivo è stato firmato dall’assemblea costituente dell’associazione il 27 novembre 1977) e in cui sono stati protagonisti i ricordi, riassunti in un volume di 192 pagine, le iniziative per celebrare l’evento, ma anche una riflessione sul ‘Valore del paesaggio’ in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale a testimonianza della progressiva integrazione fra Ateneo e tessuto socioeconomico. “Fare agricoltura oggi – è la riflessione che arriva da  e Carlo Ricagni, rispettivamente presidente e direttore dellGian Piero Ameglioa Cia – implica professionalità, responsabilità, rispetto dell’ambiente e salubrità dei prodotti. Inoltre l’agricoltura rappresenta un grande veicolo di attrazione territoriale”. Ecco perché non è un semplice, benché ovviamente importante, compleanno quello della Cia. È anche la rappresentazione di un comparto che investe sull’innovazione, sulle scelte economiche strategiche e sulla solidarietà. Avviene con il calendario 2018 e con la raccolta di fondi collegata che vedrà impegnare le risorse a favore di aziende, associate alla Cia, ancora in difficoltà dopo il sisma che ha colpito il centro Italia. Oltre ad aiutare una ricostruzione, purtroppo ancora molto lunga, la Cia non dimentica il territorio e una parte dei fondi, compresi quelli che verranno raccolti con la vendita del libro, saranno destinati alla Fondazione Uspidalet di Alessandria. Il calendario, disponibile in tutti gli uffici della Confederazione in provincia, contiene le immagini di dodici aziende rappresentative dei diversi modi oggi declinare l’agricoltura, dalle storiche coltivazioni del territorio alla moderna accoglienza.

Il volume pubblicato per i 40 anni dell’organizzazione ripercorre i passaggi storici con testimonianze, fatti, fotografie, rassegna stampa. E contiene un capitolo interamente dedicato al grano e al sistema agricolo dell’Alessandrino. Una scelta motivata da due ragioni: la disponibilità della ricerca storica realizzata da Luigi Timo, appassionato studioso locale, e l’attualità di una ‘guerra del grano’ che ha segnato il territorio e i rapporti fra le organizzazioni di categoria. Infatti, come avviene anche per altri fronti, Cia e Confagricoltura Alessandria si sono mosse in piena sintonia, mentre Coldiretti ha mantenuto una posizione isolata, puntando alla difesa e autopromozione del proprio sistema associativo.

L’anno scorso, dopo le tensioni legate al crollo delle quotazioni del grano, che erano state anche sospese alla Borsa Merci della Camera di Commercio, Cia e Confagricoltura hanno dato vita al progetto ‘Coltiviamo il buon grano di qualità’ in collaborazione con le cooperative ‘Centro Agricolo San Michele’, ‘Settevie’ e ‘Produttori Mais di Alessandria’, rivolto “a tutti gli agricoltori della provincia per raggiungere, finalmente, l’obiettivo di concentrare la produzione di frumento, commercializzando partite di qualità omogenea in tempi e in modi che rispondano alle necessità delle industrie di trasformazione”.

Il futuro “è aggregazione” per arrivare a produrre “una sufficiente massa critica di prodotto” da immettere sul mercato industriale, garantendo la necessaria e doverosa tracciabilità. “Per raggiungere questo obiettivo – ricordano i vertici Cia – occorre adottare una tecnica colturale che consenta il raggiungimento delle caratteristiche merceologiche basilari per ogni contratto agroindustriale”. Le varietà individuate sono tre panificabili superiori/di forza – Bologna, Rebelde e Forcali – scelte perché “sono quelle che forniscono le migliori produzioni nelle aree più fertili e vocate e consentono di produrre farine della qualità richiesta dal mercato e inoltre consentono un’ottimale partenze della coltura e assicurano la tracciabilità della produzione”.