Ancora troppi i dubbi che rimangono aperti sulla gestione dell’autostrada A21 Torino–Piacenza, la cui concessione, controllata dal gruppo Gavio, è scaduta il 30 giugno scorso, ma per la quale non
si conoscono ancora le reali intenzioni del Governo, che sembra sempre più propenso a mettere a gara il rinnovo, questa decisione, favorirebbe ovviamente il concessionario uscente.
Considerato che non sono previsti rilevanti investimenti nei prossimi anni né, presumibilmente, rilevanti indennizzi da corrispondere al concessionario uscente, perché invece di continuare ad affidare la nostra autostrada ai privati, non riportiamo il servizio “in house”, magari affidandolo all’ANAS?
Il Governo è ambiguo sui criteri che guiderebbero la scelta del Ministero, se rinnovare con gara le concessioni che scadono o riprenderne la gestione diretta, come è stato fatto ad esempio per la concessione dell’autostrada “Autobrennero”, scaduta nell’aprile 2014, per la quale, a differenza della nostra autostrada, il Ministero ha già deciso di non effettuare gare per il rinnovo della stessa e di tornare a gestirla direttamente.
Quello delle concessioni autostradali è un business che non conosce mai crisi, soprattutto grazie a Governi troppo “morbidi” con i concessionari e troppo severi con gli utenti.
A partire dagli anni ’90, sono state rinnovate molte concessioni mediante proroghe anche di oltre vent’anni, senza fare gare pubbliche, questo ha comportato il continuo aumento delle tariffe, a fronte di una riduzione degli investimenti (nel 2016 circa 1 miliardo di investimenti a fronte di 5,7 miliardi di ricavi netti da pedaggi).
Già nel 2008 l’Autorità per Concorrenza si espresse dicendo che il nuovo metodo di calcolo avrebbe aumentato gli utili dei concessionari e penalizzato i consumatori.
Per questi motivi il M5S ha sempre denunciato il rischio che comporta la proroga delle concessioni autostradali senza gara, una chiusura di fatto del mercato, con distorsioni della concorrenza, che poi si riflettono sugli utenti in termini di aumento tariffario.
Nel nostro programma di Governo, abbiamo infatti dato ampio spazio a questo tema: innanzitutto vogliamo trasparenza sui contratti in essere, attualmente secretati e poi riteniamo che le concessioni, alla scadenza, devono tornare nella disponibilità dello stato.
Paolo Nicolò Romano
Deputato M5S