Mossi & Ghisolfi in affanno a Corpus Christi…[Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

I progetti e le sfide alla globalizzazione del gruppo Mossi & Ghisolfi di Tortona potrebbero fermarsi a Corpus Christi? Forse no. Ma quello che sta attraversando oggi la multinazionale alessandrina è decisamente un momento travagliato.

“Stiamo affrontando difficoltà finanziarie” ha ammesso Mauro Fenoglio, direttore della produzione di M&G Chemicals, con una dichiarazione rilasciata al giornale Caller Times. In Texas non mancano i problemi legati ai ritardi nella costruzione di quello che vorrebbe essere il più grande impianto al mondo per la produzione di Pet e di Pta. Taglio di posti, affanno finanziario, fino alla notizia, riportata sulle pagine economiche del quotidiano Il Messaggero, che la M&G Chemicals sarebbe stata assoggettata al Chapter 11, procedura fallimentare americana che può essere paragonata all’amministrazione straordinaria.

Il motivo? L’indebitamento contratto negli ultimi anni per finanziare un ampio ventaglio di investimenti. Dall’Italia fino alle frontiere più lontane, come gli Stati Uniti d’America, il processo di internazionalizzazione del gruppo è continuato, prima sotto la regia diretta di Vittorio Ghisolfi (ha fondato l’azienda nel 1953 con Domenico Mossi; è stato anche presidente di Confindustria Alessandria) e poi con i figli Guido (scomparso nel marzo del 2015) e Marco. Il Gruppo opera negli Usa, in America Latina, Asia ed Europa. Nel 2016 ha registrato un fatturato di oltre 1,9 miliardi di dollari, con oltre 1.700 collaboratori. Mossi & Ghisolfi è controllata dalla società M&G Finanziaria, di proprietà della famiglia Ghisolfi.

La svolta arriva all’inizio del 2000 con l’acquisizione del business globale di Shell nel Mossi & Ghisolfi in affanno a Corpus Christi…[Centosessantacaratteri] CorriereAlsettore Pet, quindi prosegue nel 2002 con quella delle attività Rhodia in Brasile e l’anno successivo con la costruzione a Altamira, in Messico, di un grande stabilimento di Pet. Fra il 2006 e il 2013, anno in cui iniziano i lavori a Corpus Christi. E qui, oltre all’aspetto finanziario (l’investimento sfiora il miliardo di dollari), pesano anche altre vicende, come l’abbandono dei lavori da parte della Ims Contracting che dopo avere richiesto il pagamento di 50 milioni di dollari ha lasciato il cantiere, e la successiva necessità di fare fronte alle richieste dei subappaltatori e la ripresa dell’attività con la società Bay.

La visione e l’intuizione di Guido Ghisolfi hanno cambiato volto alla chimica italiana e hanno gettato le basi di una bioeconomia che fra chimica tradizionale e sostenibilità nel 2015 ha raggiunto un valore di circa 251 miliardi di euro di fatturato, per 1,65 milioni di occupati. Ma la morte di Guido, le redini affidate, di fatto, a Marco e al management, e la costante ricerca della migliore competitività potrebbero avere pesato sulla gestione ordinaria di una realtà che ha fatto i conti con la costante necessità di risorse fresche. L’anno scorso, per esempio, Mossi & Ghisolfi ha fatto ricorso al placement obbligazionario (collocamento privato) di circa cento milioni sul mercato. Ecco perché, secondo la ricostruzione del ‘Messaggero’, Mediobanca, in Italia, e Rothschild, per il fronte internazionale, starebbero lavorando a un piano di messa in sicurezza che potrebbe avere come obiettivo quello di creare le condizioni per l’ingresso di nuovi soci.

Il gruppo tortonese ha creato una tecnologia rivoluzionaria, il Proesa, che consente di ottenere biocarburanti e altri composti chimici da vegetali non alimentari ed è l’unica in grado di produrre a livello industriale bioetanolo di seconda generazione. La tecnologia è stata messa a punto (è il 2009) nell’impianto pilota di Rivalta Scrivia, ma quando ha preso corpo il progetto di una linea produttiva completa è iniziata a crescere la protesta contro l’iniziativa con la discesa in campo di comitati locali. E l’impianto produttivo è stato costruito a Crescentino.