Piccole storie di asfalto [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 
Cosa hanno in comune le strade del centro di Castellazzo Bormida (circa cinquemila abitanti), la tangenziale di Alessandria, capoluogo di provincia, e la statale 242 della Val Gardena?

Facile. L’asfalto. Che cosa ha in comune la manutenzione del manto stradale? Facile. Niente.

Sono piccoli esempi di una Italia in cui il metodo e la programmazione sembrano appartenere a nazioni diverse.

Nel paese alessandrino sono in corso da molte settimane i lavori di asporto dell’asfalto e la successiva stesura del nuovo manto. Si comincia un giorno con la fresatura di tratti che vanno da qualche decina di metri a qualche centinaio. Una volta completato l’intervento passano almeno 3-4 giorni prima di vedere l’asfaltatura. Considerando i fine settimana durante i quali non si lavora, in diversi casi sono stati necessari anche quattordici giorni prima di riaprire una porzione via al traffico. Perché? Non è chiaro. Come è invece chiaro che la colpa sicuramente non è del tempo, visto il clima tardo estivo.

Piccole storie di asfalto [Centosessantacaratteri] CorriereAl 1

Lungo la tangenziale del capoluogo è stato steso un pezzo di asfalto nuovo dopo l’intervento all’altezza del sovrappasso ferroviario della linea Alessandria – Ovada. Lavori eseguiti in pochi giorni su entrambe le carreggiate. E una volta conclusi, ecco la comparsa del cartello che indica la temporanea mancanza della segnaletica orizzontale. Ma da mesi quella manciata di metri resta senza linea di mezzeria. Perché? Vernice finita? Gli uffici dei lavori pubblici (la competenza della gestione è stata finora della Provincia) si sono dimenticati?

Piccole storie di asfalto [Centosessantacaratteri] CorriereAl
Nella stretta gola percorsa dalla statale 242 della Val Gardena, quasi all’imbocco della galleria che collega Ponte Gardena, un giorno si transita ed è tutto normale. Il giorno dopo si ripassa e quasi tre chilometri di asfalto sono stati fresati (peraltro in modo millimetricamente preciso) senza alcun disagio. Eccoli pronti per l’asfaltatura, detto e fatto.

Non è per dire che l’erba del vicino è sempre più verde o che gli altoatesini sono migliori. Sembra essere solo una questione di metodo, programmazione e controllo dei cantieri pubblici. Forse è chiedere troppo?