Amazon (!) di Alessandria e Borsalino che rinvia [Centosessantacaratteri]

Sozzetti Enricodi Enrico Sozzetti
https://160caratteri.wordpress.com

 

 

Le occasioni mancate? Ad Alessandria si comincia davvero a perdere il conto di quante siano state finora. Anche perché di molte non si è mai venuti a conoscenza. Una di queste si chiama Amazon. Mentre a Vercelli da ieri è operativo il centro di distribuzione realizzato nel polo logistico di Larizzate (centomila metri quadrati per 65 milioni di euro di investimento) dove sono entrati i primi duecento dipendenti (saranno seicento a regime, con l’obiettivo di raddoppiare entro quattro anni) e il primo prodotto stoccato è stato un aspirapolvere della Bosch, si scopre che ad Alessandria c’erano stati dei contatti con i vertici di Amazon Italia per valutare l’eventualità di un possibile insediamento. Quanto sia stato approfondito il confronto con i rappresentanti dell’allora giunta guidata da Rita Rossa, non è dato sapere con precisione. Ma un carteggio lascerebbe intendere che la valutazione di Palazzo Rosso sia tutto sommato riassumibile così: ‘L’ipotesi di un insediamento logistico nell’area alessandrina appare non prioritaria tenuto conto della prossimità del centro di Castel San Giovanni, a pochi chilometri da Piacenza’. E così mentre fra Tanaro e Amazon (!) di Alessandria e Borsalino che rinvia [Centosessantacaratteri] CorriereAlBormida si pensava che l’ipotesi di un immenso magazzino fosse fantascienza, a Vercelli in pochi mesi è stato raggiunto l’accordo e in un anno è tutto operativo. Nella terra risicola per eccellenza c’era uno spazio in fondo a un’area industriale a disposizione. Ed è stato usato. Uno spazio ad Alessandria non c’era? O nessuno ha creduto che il colosso mondiale dell’e-commerce potesse davvero arrivare?

 
C’è chi non è mai arrivato e chi non si sa bene quanto e come resterà. L’assemblea dei soci della Borsalino che doveva deliberare l’aumento di capitale che avrebbe visto Philippe Camperio acquisire il controllo della società rilevando la quasi totalità delle azioni era convocata per il 18 settembre, è stata rinviata di un giorno, ma non è stato sufficiente e il tutto è stato spostato alla prossima settimana (l’altro punto all’ordine del giorno era l’approvazione dei Bilanci 2014, 2015, 2016 e la proposta di una azione di responsabilità nei confronti dei precedenti Amazon (!) di Alessandria e Borsalino che rinvia [Centosessantacaratteri] CorriereAl 1amministratori che hanno portato al tracollo l’azienda). Non si sono presentati i due azionisti attuali (due società, oggi nelle mani di un curatore fallimentare e un custode giudiziario, che facevano capo a Marco Marenco, inquisito per bancarotta) e anche la seconda convocazione dell’assemblea dei soci della Borsalino non è stata in grado di arrivare a una decisione. “Siamo in una fase di stallo, ma breve. Gli aspetti tecnici al centro dell’esame sono superabili in pochissimo tempo” assicurano negli uffici della Haeres Equita Srl (sede legale a Valenza, nello studio del commercialista Carlo Frascarolo), la società che l’imprenditore italo-svizzero ha costituito per ottenere l’affitto del ramo di azienda dello storico cappellificio alessandrino che scade a fine anno. Se le cose andranno per il verso giusto, il Consiglio di amministrazione della società (composto da Raffaele Grimaldi, Saverio Canepa e Marco Moccia) presenterà al Tribunale la proposta di concordato preventivo (la prima era stata bocciata alla fine del 2016). A questo punto la parola spetta ai giudici, chiamati a valutare tutte le modifiche apportate alla procedura. Esiste, però, la probabilità che qualcosa vada comunque storto e la conclusione sia il fallimento. In questo caso la posizione di Camperio, che ha investito milioni e risanato i debiti fatti dai precedenti amministratori, sarebbe identica a quella di un qualsiasi altro acquirente. Pronto a sborsare fior di quattrini per rilevare il marchio conosciuto in tutto il mondo, però magari meno interessato di Camperio a mantenere ad Alessandria la produzione.