“A testa alta. Il Popolo, quando vuole cambiare la Storia, non si ferma. Se oggi pretendere un lavoro dignitoso e stabile, non nella stabile precarietà, immaginare un Paese che possa costruire il proprio benessere rispondendo alla nostra gente e non alle multinazionali o alle banche d’affari, chiedere l’autonomia delle nostre Regioni, pretendere che prima vengano i diritti delle nostre famiglie e poi quelli di chi ci invade, significa essere rivoluzionari, facciamola con la testa alta questa rivoluzione. Non abbiamo paura, non ci pieghiamo, perché sappiamo di essere dalla parte giusta: quella del Popolo. #pontida2017″
Riccardo Molinari, alessandrino segretario della Lega Piemont, non usa mezze parole, per celebrare la ‘Festa della Lega Nord’, ossia l’annuale raduno di Pontida.
Dalla provincia di Alessandria i leghisti sono partiti all’alba, con 2 pullmann pieni di militanti e numerose auto al seguito. A Pontida domenica mattina c’erano almeno 70mila militanti e simpatizzanti della Lega Nord, in arrivo da tutta Italia.
Sul palco parlano soltanto i presidenti di Regione: Zaia per il Veneto, Maroni per la Lombardia, e Toti per la Liguria, e pure in rappresentanza di quella parte di Forza Italia che guarda all’alleanza con il Carroccio, senza se e senza ma.
Poi tocca a Matteo Salvini, il ‘capitano’ della Lega, ‘tirare le fila’ della giornata. Il segretario federale denuncia l’atteggiamento intimidatorio di queste settimane nei confronti del Carroccio: ” si comportano come il regime nel 1925 che imbavagliava chi non la pensava come volevano”.
Per la provincia di Alessandria, insieme al segretario della Lega Piemont Riccardo Molinari, a Pontida c’è anche Gianfranco Cuttica di Revigliasco, sindaco di Alessandria.
Umberto Bossi, invece, non è fra i relatori: “segnale che devo andarmene”, chiosa il fondatore della Lega. O forse semplicemente significa che, data la situazione in cui la Lega giudiziaria in cui il Carroccio si trova a causa sua, dargli la parola in maniera ufficiale sarebbe stato quantomeno inopportuno.