“La mia personale previsione è che in primavera si voterà con le leggi elettorali vigenti: non perché non ci sia tempo e modo di trovare una soluzione, ma perché tutto sommato al leader del PD va bene così, e forse non solo a lui. In ogni caso, prima di allora ci attende un finale di legislatura complicato”. Il senatore Federico Fornaro in questi anni i lettori di CorriereAl hanno imparato a conoscerlo, e ad apprezzarne la capacità di analisi.
A lui ricorriamo, ogni tanto, per farci spiegare lo scenario della politica romana visto da dentro il Palazzo, non soltanto in una prospettiva ‘di sinistra’, ma ovviamente partendo da lì, essendo Fornaro uno dei protagonisti dello ‘strappo’ che hanno portato alla nascita di Articolo 1 – Mdp, il Movimento dei Democratici e dei Progressisti che, alle elezioni politiche del 2018, si confronterà per la prima volta con le urne: da solo? Alleato con Sinistra Italiana e con Pisapia?
Cerchiamo di capirlo in questa chiacchierata, in cui si parla però di molto altro: la legge di bilancio alle porte, lo ius soli, la legge elettorale e persino..il caso Moro e le Brigate Rosse.
Senatore, pronto a tornare sui banchi di Palazzo Madama?
Veramente ho già cominciato la settimana scorsa, con tre commissioni anche piuttosto interessanti: prevedo un autunno intenso….
Ci spieghi allora da dove riparte l’Italia della politica che conta, quella dei palazzi romani…
Sul tappeto vedo tre priorità: la legge di Bilancio, la legge elettorale, lo ius soli che poi è anche in parte biotestamento. Tutte partite delicate, a cui il Partito Democratico si presenterà avendo completamente ‘smontato, nell’ultimo anno, la sua maggioranza. Mi riferisco naturalmente in primo luogo all’arroganza con cui ha trattato la sinistra del partito, creando le condizioni per la nascita di Mdp. Anche se sottolineo che in questi mesi ci siamo comportati con lealtà estrema: L’unica volta in cui non abbiamo partecipato al voto è stato sulla cosiddetta ‘manovrina’, con eliminazione dei voucher. Lì ci fu un problema di opportunità, ma anche di merito: si sarebbe dovuto ricorrere ad un provvedimento ad hoc, e discuterne. Ma quando parlo di maggioranza ‘smontata’ penso anche al rapporto del PD con gli alfaniani, alla brusca frenata sullo ius soli solo per accontentare loro: l’assenza di una condivisione di valori all’interno della maggioranza è evidente a tutti.
Senatore, sta dicendo che non voterete la prossima legge finanziaria?
(sospira, ndr) Dipenderà dai suoi contenuti. Se la logica del Pd renziano dovesse essere la ricetta classica della destra, ossia meno tasse per tutti, non vedo spazi per una convergenza. Meno tasse per tutti significa nei fatti meno tasse per i ricchi, e meno welfare e servizi per i più deboli. Questa è la verità, questo lo snodo su cui confrontarci nelle prossime settimane. Del resto i timidi segnali di ripresa dell’economia di questi mesi, come evidenziato anche da un’analista come Lucrezia Reichlin (nella foto), sono tutt’altro che decisivi, e lasciano irrisolte tutte le questioni legate agli investimenti infrastrutturali. O si cambia rotta, e si torna ad un sistema di seria progettazione pubblica (e certamente anche privata), o lo scenario di declino per l’Italia resterà immutato, con pesanti conseguenze soprattutto per le categorie sociali più fragili. Lo dice persino Banca d’Italia, del resto, che buona parte dei famosi bonus ’80 euro’ di Renzi sono finiti in tasca a chi non ne aveva bisogno, e non hanno modificato nulla. Bisogna cambiare strada radicalmente, prendendo atto che esistono in Italia quasi 5 milioni di persone in condizioni di povertà assoluta. La prossima legge di Bilancio non può ignorarli.
Di questi temi discute mai con il senatore Morando, sottosegretario all’Economia del Governo Renzi prima, Gentiloni poi, e da novese suo quasi conterraneo?
Le occasioni di confronto con Morando non sono mai mancate, e le sue competenze sono fuori discussione. E’ proprio nel merito che siamo distanti: lui è convinto che le riforme renziane, in ambito economico come altrove, siano la strada giusta, e semmai vadano completate e ampliate. Noi di Mdp riteniamo l’esatto contrario: il neo liberismo del Pd renziano non ha funzionato, la precarietà del mondo del lavoro è sempre maggiore, e non è un valore ma un elemento di debolezza e instabilità. Quindi chiediamo al governo Gentiloni segnali di forte discontinuità, già a partire dall’imminente legge di Bilancio.
Sul fronte elettorale invece cosa succederà? Quando andremo al voto, e con quale legge?
I tempi per ‘armonizzare’ le leggi elettorali di Camera e Senato, come da indicazione della Consulta, e dello stesso presidente Mattarella, ancora ci sarebbero, ma non credo che succederà. Si andrà a votare a febbraio, o ad aprile? Credo di più alla prima ipotesi, sempre per interessi e calcoli renziani. Che non modificherà la legge elettorale del Senato, per fare un favore al suo alleato Alfano: oggi esiste uno sbarramento all’8% su base regionale per i partiti che corrono da soli, che però si abbassa al 3% per chi sta in coalizione. Evidenti gli interessi in campo. Alla Camera, se non subentreranno modifiche, avremo collegi da circa 600 mila elettori, che per casa nostra significa Alessandria Asti. Capolista ‘bloccati’, e un sistema sostanzialmente proporzionale, con il premio di maggioranza al 40%: ma non per le coalizioni, solo per la lista.
Da cui l’ipotesi del ‘listone’ del centro destra: il centro sinistra invece che farà? C’è chi come Pisapia sembra fare ‘l’occhiolino’ a Renzi, mentre voi e altri la pensate diversamente…
Facciamo una riflessione più ‘alta’, senza guardare solo agli interessi di bottega elettorale. La domanda è: esiste in Italia un bisogno di rappresentanza reale, in termini di politiche sociali ed economiche prima di tutto, per una parte significativa di elettori di centro sinistra che, ad oggi, ‘fuggono’ dal Pd renziano, astenendosi o votando 5 Stelle? Noi di Mdp (ma credo non solo noi) pensiamo di sì, e crediamo che questa porzione di elettorato sia a doppia cifra. La sfida dunque è proporre un progetto politico di sinistra, alternativo al Pd renziano, che torni a dare voce a questi cittadini, elettori, persone in carne ed ossa che ci sono, che tutti conosciamo e con cui ci confrontiamo quotidianamente.
Adesso o mai più dunque? Ossia, le prossime elezioni politiche sono davvero il banco di prova decisivo per un soggetto politico unitario, e di sinistra, alternativo al Pd?
E’ certamente così: le elezioni della prossima primavera saranno decisive, e già le regionali siciliane di novembre saranno un test interessante.
Ius soli e immigrazione, senatore Fornaro: la sinistra su questi temi non rischia di perdere consenso, e il contatto con il paese reale?
Non credo, e in ogni caso trovo ridicolo il tentativo del Partito Democratico di scimmiottare la destra: anche perché tra una copia e l’originale si sceglie sempre l’originale, mi pare evidente. Ma soprattutto la legge sullo ius soli (che è assolutamente ‘mitigato’, la legge va analizzata nel merito) è questione di civiltà, riguarda il dna della sinistra, e non può essere oggetto di opportunismi elettorali. Parliamo dei ragazzi e delle ragazze che studiano nelle nostre scuole, insieme ai nostri figli, e comunque ripeto con una serie di doveri, oltre che di diritti, connessi allo status di cittadino italiano.
L’obiezione la conosce, senatore Fornaro: molto spesso i terroristi che colpiscono in Europa sono immigrati di seconda generazione….
Se vogliamo (e dobbiamo) sconfiggere il terrorismo occorre assolutamente affrontare il tema dell’integrazione degli stranieri, non ghettizzarli. Ovviamente parliamo di un fenomeno epocale, non sintetizzabile in poche battute di intervista. Ma in Francia, in particolare, un certo ‘brodo di coltura’ del terrorismo nasce proprio dall’emarginazione di questi ragazzi, dal loro sentirsi ed essere in effetti cittadini di serie B. Quanto al fenomeno immigrazione nel suo complesso, dico no alla strumentalizzazione becera di certa destra, senza dubbio irresponsabile. Non servono criminalizzazioni, e non si può affrontare un fenomeno epocale semplicemente negandolo, o alzando barriere. Naturalmente però l’approccio deve essere europeo, non italiano. Mi ha colpito l’affermazione del ministro Minniti, per cui oggi il nuovo confine dell’Europa è il Mali. E’ così, condivido questa visione: e senza un vero piano Marshall europeo volto allo sviluppo dell’Africa non ne usciremo.
Volgiamo più modestamente lo sguardo anche a casa nostra: incombonole elezioni provinciali, eppure molti cittadini sono convinti che l’ente Provincia neanche esista più..
E’ l’effetto inevitabile dell’ennesima riforma mancata, che ha generato molto più caos, a tutti i livelli, che benefici o risparmi. Sul fronte elezioni, di secondo grado ossia che coinvolgono soltanto consiglieri e sindaci dei nostri 190 comuni, credo che la partita tra il candidato del centro sinistra Rocchino Muliere (sindaco di Novi Ligure, ndr) e quello del centro destra Gianfranco Baldi (sindaco di Cassine, ndr) sia apertissima. Personalmente, come consigliere comunale del mio paese, Castelletto d’Orba, sosterrò Muliere, ma ritengo Baldi persona perbene e di valore, e avviso per tempo il Pd: l’esito elettorale mi pare tutt’altro che scontato. Per quanto riguarda l’ente Provincia: un ente di area vasta, con reali compiti di coordinamento e gestione del territorio, è quanto mai essenziale, soprattutto in un territorio ampio come il nostro. Purtroppo da un lato la Provincia ha conservato funzioni essenziali (strade, edilizia scolastica, ambiente), dall’altro lo Stato matrigna l’ha ridotta in condizioni tali da non poter ‘chiudere’ un bilancio. Una situazione paradossale, che andrà sanata nella prossima legislatura.
E a Palazzo Rosso, senatore Fornaro? Pentito di aver appoggiato la renziana Rita Rossa, anche alla luce della sconfitta? Siete pronti a ripartire, e da dove?
Pentito no: la nostra è stata una scelta di coerenza, dato il cammino di quinquennale condivisione amministrativa con il Partito Democratico. Certo, il messaggio degli alessandrini è stato chiaro, e occorre prenderne atto. Ma siamo già in cammino: in queste settimane sarà individuato un coordinatore provinciale di Mdp, e naturalmente il dialogo è aperto con tutti i soggetti interessati ad intraprendere un nuovo percorso a sinistra. Che ovviamente non potrà essere disgiunto dalle scelte nazionali.
Ci sono pezzi di centro sinistra che, al contrario vostro, alle ultime comunali hanno detto ‘no grazie’ al Pd. Solo per sintesi facciamo nomi di persone: Borgoglio, Barberis, Miraglia. Ci saranno convergenze?
Sono tutti amici, e persone con cui il dialogo c’è sempre stato, anche quando abbiamo fatto scelte diverse. Naturalmente il confronto è aperto.
Chiudiamo con una ‘chicca’, senatore Fornaro. Lei è segretario della Commissione che si occupa del caso Moro. Si saprà mai davvero cosa è successo in quegli anni, o siamo destinati ad essere la patria dei misteri, magari di Pulcinella?
Ci sono carte ancora segregate, di cui non posso parlare. Molte altre invece sono disponibili, e raccontano intrecci complessi. Certamente prima, durante e dopo il sequestro Moro permangono misteri e silenzi spesso inaccettabili, da parte sia di ex brigatisti come di esponenti dello Stato. Ma non ci fermiamo…..