Ho appreso dai mezzi di informazione
che il 9 e 10 Settembre alla Cittadella di Alessandria si svolgerà la manifestazione “La Cittadella dello sport e del benessere” una festa degli sport tra cui equitazione e sport cinofili. Non c’è dubbio che essi lo siano ma sono sempre più messi in discussione gli sport che usano gli animali, a cominciare dall’equitazione, sport tra i più blasonati, coi suoi lustrini, costumini e cappellini.
Spesso ci si avvicina all’equitazione perché si nutre affetto per il cavallo ma bisognerebbe guardarla con gli occhi del cavallo che vuole correre se ne ha voglia, vuole un branco con cui spostarsi per brucare, abbeverarsi nei fiumi, rilassarsi. Non vuole applausi per impennate, imprese acrobatiche e ludiche e soprattutto non vuole punizioni per i suoi sbagli. La comune visione del cavallo vede nell’animale uno strumento la cui esistenza è collegata al suo utilizzo.
Questo approccio è sostenuto e incentivato dalle pratiche tradizionali di doma e addestramento, anche quelle cosiddette “dolci” o “etologiche”, perché tutte richiedono al cavallo una prestazione. L’azione dell’essere umano sull’animale è coercitiva da un punto di vista fisico e psicologico e da questa azione l’animale non ha alcuna possibilità di sottrarsi: il cavallo deve essere sottomesso in qualche modo affinché l’essere umano lo possa cavalcare e utilizzare. La ferratura, la sellatura, il morso, le redini, gli speroni sono mezzi di costrizioni di cui il cavallo farebbe volentieri a meno.
L’equitazione, più che uno sport, è un’industria di cui fanno le spese i cavalli. La realtà è sotto i nostri occhi vergognosamente chiusi davanti ai cavalli che comunicano i loro disagi, inascoltati
In Cittadella c’è molto spazio per il migliore amico dell’uomo, nella sua veste di “sportivo” e soprattutto di “cane di razza”.
L’Agility
“(…)non vuole solo rappresentare la coppia cane – padrone, ma indica una vera e propria collaborazione tra due atleti che partecipano a una competizione. (…) non tutte le razze canine sono semplici da addestrare ed è bene sapere di doversi armare di una grande pazienza prima di intraprendere questo sport.(…)”
Il Mondioring
“è uno sport per cani che mette in evidenzia le attitudini, l’addestramento e le capacità del binomio cane e conduttore.. (…) Gli esercizi di obbedienza comprendono: La condotta senza guinzaglio (…) L’assenza del conduttore per un minuto. (…) L’invio in avanti, (…) Posizioni a distanza, (…) Rifiuto dell’esca, (…) Ricerca dell’oggetto (…) Salto (…) Attacchi (…) In questo esercizio il figurante, che indossa una tuta intera imbottita, deve tentare di disturbare il cane, (…) Si tratta di una disciplina estremamente spettacolare da vedere, difatti attira a sé numerosi spettatori.(…)”
La Rally
“è una disciplina sportiva adatta a tutti i cani e a tutti i conduttori, dove è previsto che il binomio cane-uomo compia un percorso lungo il quale devono essere eseguiti esercizi indicati da cartelli disposti lungo il tragitto. (…)”
Il Disc Dog
“è uno sport cinofilo che consiste nel cimentare il proprio cane in prove di abilità per afferrare il frisbee. (…).”
Il Canicross
“è una (…) corsa in natura in prevalenza su sentieri in compagnia del nostro amico a quattro zampe, mediante l’utilizzo di una imbragatura utilizzata dal cane che gli dà la possibilità di tirare il conduttore (…) alla base della disciplina vi deve sempre essere un buon rapporto e possedere gli elementi base dell’educazione e dell’obbedienza.”
Lo Sheepdog
“è un antico e nobile mestiere di pastorizia (…) Questi cani venivano costantemente selezionati in base alle loro attitudini a lavorare con le greggi, alla loro obbedienza, alla loro capacità di condurre il bestiame da un luogo ad un altro attraverso il loro atteggiamento senza abbaiare o mordere.”
Il Coursing
è “uno sport cinofilo per le razze canine del gruppo 10 (levrieri) che consiste in una caccia simulata che si svolge su terreno naturale (…) I cani inseguono a coppie una preda finta detta zimbello correndo su un percorso di 500/1000 metri con brevi rettilinei e cambi di direzione. Lo zimbello viene mosso da un filo che scorre su un sistema di pulegge compiendo bruschi cambi di direzione e simulando quindi il movimento naturale di una lepre. (…)”
Come se non bastasse il Coursing a farci assaporare il gusto della caccia, ecco che come sport cinofilo c’è proprio la Caccia. E tra gli sport portati in trionfo in Cittadella, abbiamo avuto fortuna nell’aver scampato la pesca, forse perché manca un pittoresco laghetto in loco. Ci sono sport che hanno come obiettivo fare goal, fare canestro, arrivare al traguardo… La caccia e la pesca hanno un unico obiettivo: uccidere. Nel caso della caccia, non si pensi che le vittime siano soltanto gli animali selvatici. Lo sono altrettanto i cani che in Cittadella saranno protagonisti “sportivi”.
La legge 281/1991 definisce i cani “animali d’affezione” ma i cani dei cacciatori non sono animali d’affezione, non si vedono a passeggio con le loro famiglie, nel giardino di casa, in vacanza; sono soltanto mezzi per uccidere come lo sono i fucili. I cacciatori spesso li abbandonano perché non servono più; non a caso i cani da caccia nei canili sono sempre in buon numero. L’amore che i cacciatori sbandierano per i loro cani non trova riscontro in ciò che spesso scrivono sui loro siti web “Il cane nella caccia al cinghiale è costantemente al fronte. È lui che porge il petto nell’assalto all’arma bianca del nemico. E le ferite se non sono mortali sono ugualmente profonde e dolorose. (…) è tuttavia frequente che il cane nel corso della sua carriera le buschi. Quando accade è la fortuna che deve darci una mano. Una ferita superficiale aiuta il nostro amico a capire che il cinghiale va trattato con le pinze; una ferita profonda ci fa correre dal veterinario. Il reiterarsi di incidenti invece ci fa comprendere che quel determinato soggetto va accantonato; arreca danno a se stesso, ci fa spendere soldi per cure e medicine ed aumenta in modo esponenziale il coefficiente di rischio anche per i compagni che cacciano al suo fianco. Nel contatto con il cinghiale la fuga non è disonorevole. Il cane che al primo accenno di carica scatta indietro come una molla è un cane furbo, che tiene alla sua pelle. I brocchi restano lì a ciondolare e a far da bersaglio. I matti vanno a morire. (…)”
I cani da caccia non sono affatto matti ma li si fa ammattire col trattamento che si riserva loro. In Cittadella tutto questo sarà “sport e benessere”.
Il nuovo Assessore al Welfare Animale Giovanni Barosini farà un esordio davvero spettacolare, degno della mortifera stagione venatoria che è alle porte.
Cordiali saluti.
Paola Re
Consigliera e responsabile petizioni di FRECCIA 45
Associazione di promozione sociale per la protezione e difesa animale