Piazza Savona, poi Garibaldi: folle oceaniche, circo e baracconi [Un tuffo nel passato]

I Giardini Pubblici [Un tuffo nel passato] CorriereAl 20di Tony Frisina

 

 

Piazza Garibaldi, o come tutti la chiamavano, Piazza Savona è la maggiore di Alessandria. Nata durante gli ultimi vent’anni dell’Ottocento in forme neoclassiche è un vanto per la città. Il viaggiatore che un tempo giungeva nel capoluogo mandrogno dopo aver attraversato i giardini pubblici – vanto dei giardinieri e dell’allora amministrazione – veniva accolto da questa piazza come con un abbraccio simbolico.

Ora che il treno è un mezzo in disuso l’abbraccio lo ricevono i pochissimi viaggiatori delle Ferrovie rimasti e coloro che giungono in automobile da Corso Crimea o dal Cavalcavia del Dongione, da molti anni ribattezzato Viale Brigata Ravenna. (1)

La maestà dei palazzi dotati di portici e la bellezza delle linee architettoniche che li Piazza Savona, poi Garibaldi: folle oceaniche, circo e baracconi [Un tuffo nel passato] CorriereAlcostituiscono sorprendevano e sbalordivano chi avesse avuto la ventura di trovarvisi al cospetto. Non voglio dire che oggi queste architetture non siano più degne del nostro interesse. Dobbiamo pensare però che quando la piazza fu ultimata questo luogo aveva un fascino superiore grazie all’assenza di automobili e quindi gli spazi si percepivano di una dimensione superiore.

Oceaniche erano le folle che vi si accalcavano per avvenimenti straordinari quali ad esempio la Festa del Decennale della Marcia su Roma o la visita di Benito Mussolini nel corso del 1939, giunto in questa città per l’inaugurazione di opere pubbliche quali la Casa Littoria (2), il Dispensario antitubercolare, la Casa della Madre e del Bambino (3), la Fontana dell’Impero (4) presso i Giardini (5) della Stazione ferroviaria, il Sanatorio Vittorio Emanuele III (6).

Piazza Savona, poi Garibaldi: folle oceaniche, circo e baracconi [Un tuffo nel passato] CorriereAl 3Piazza Garibaldi per tutto il Novecento è stata luogo principe per la socializzazione dei nostri concittadini; inoltre, proprio in questo grande spazio ogni circo equestre che giungeva nella nostra città innalzava il tendone. Tutt’attorno alla piazza e nelle strade adiacenti trovavano posto i carrozzoni delle famiglie dei circensi, quelli con ogni tipo di attrezzatura, il serraglio con gli animali e tutto ciò che serviva per dar vita allo spettacolo.

Di norma il circo si fermava per una settimana o una decade e gli spettatori erano sempre tantissimi, attirati dagli imbonitori che reclamizzavano i fenomeni da baraccone, i numeri degli artisti volanti e dei domatori con relative bestie feroci. Ognuno voleva vedere le cose straordinarie che a gran voce venivano promesse e reclamizzate da coloratissimi manifesti affissi ad ogni angolo della città.

All’arrivo della carovana capitava spesso di vedere per le principali strade una sfilata da mille e una notte. Acrobati, saltimbanchi, nani e giocolieri animavano questa sfilata in cui non mancavano mai gli elefanti che, guidati dal personale in livrea, con la proboscide si tenevano al codino del compagno che precedeva, camminando maestosi in fila indiana.

Era curioso vedere tutte queste stranezze proprio nella strada del classico passeggio. Io personalmente ricordo proprio una sfilata di questo tipo percorrere Corso Roma verso Piazzetta della Lega. Si era verso la fine degli anni ’60.

Qualche giovanotto più focoso degli altri, durante questa passerella di artisti circensi perdeva gli occhi sulle forme opulenti di trapeziste e di cavallerizze in succinto costume di scena, illudendosi forse che qualcuna di queste lo avesse guardato e perfino che gli avesse sorriso.
Era una ragione in più per recarsi agli spettacoli e per avere l’illusione o la speranza, infine, di poter conoscere di persona l’artista che lo aveva ammaliato.

Piazza Garibaldi (7) diventava davvero viva e luogo di gran divertimento, per gli Piazza Savona, poi Garibaldi: folle oceaniche, circo e baracconi [Un tuffo nel passato] CorriereAl 2alessandrini di ogni età, durante il mese di Aprile, quando in occasione della Fiera di San Giorgio arrivavano i baracconi – le giostre – per stazionare proprio lì una ventina di giorni.

Non sono del tutto sicuro che gli abitanti delle case tutt’attorno alla piazza godessero della stessa contentezza generale, in quanto pomeriggio e sera frastuono musiche e schiamazzi erano assicurati.

Ricordo tanti pomeriggi nel corso degli anni ‘60 e ‘70, passati tra autoscontri, montagne russe – dette l’otto volante – e giostre “Pé ‘nt èl cü”.

Letteralmente questo termine dialettale si può tradurre con la frase poco elegante “piedi nel culo” e sta ad indicare la famosa attrazione che girava vorticosamente e che – per effetto della forza centrifuga – faceva volare in alto chi si era sistemato sui seggiolini appesi alle catene. Tanti giovanotti e qualche ragazza, proprio spingendo il seggiolino dell’amico seduto davanti, cercavano di scagliarlo a prendere un fiocco posto molto in alto, la cui conquista permetteva di godere di un giro omaggio.

Ricordo perfettamente le giostre della mia adolescenza. Quasi tutte.

Gli autoscontri erano l’attrazione più gettonata. Poi c’era la pista, dove automobili da corsa venivano lanciate a folle velocità su un circùito che disegnava il numero otto, con relativo cavalcavia. Ricordo anche un’attrazione che i ragazzi di allora chiamavano le gabbie. Erano appunto delle gabbie in cui giovanotti aitanti e prestanti si lasciavano rinchiudere e dopo un aiuto iniziale ad opera del personale, per vincere l’inerzia, dovevano riuscire, mediante movimenti precisi del loro corpo, a far fare il giro completo alla gabbia attorno all’asse a cui la stessa era collegata, come se si trattasse di un’altalena che girasse per tutti i 360°.
I giri terminavano dopo un certo tempo, quando lo stesso personale che aiutava i giovanotti a partire per il giro, dopo un certo tempo li fermava tirando una sorta di leva che frenava la corsa. I più imbranati dopo qualche oscillazione non riuscivano a far salire la gabbia anche dopo diversi tentativi e con faccia smorta uscivano sconsolati e magari pieni di vergogna per la figuraccia.

Piazza Savona, poi Garibaldi: folle oceaniche, circo e baracconi [Un tuffo nel passato] CorriereAl 4Naturalmente in piazza c’erano anche i vari trenini per i piccoli e le classiche giostre con i cavalli (finti); a me – che non erano mai piaciute tanto – non interessavano più. Rammento anche di aver visto per diversi anni di fila una giostra con dei veri cavalli, erano dei pony, che imbrigliati rispettivamente ognuno alla propria stanga, giravano in tondo portando i bambini in sella.
Vecchi ricordi ormai sepolti nelle pieghe del tempo e che passando per questo luogo sovente tornano alla mente.

Per chi volesse rivivere ricordi ancora più lontani nel tempo (1945), ambientati anche Piazza Savona, poi Garibaldi: folle oceaniche, circo e baracconi [Un tuffo nel passato] CorriereAl 1in questa piazza suggestiva, può leggere l’ultimo lavoro dello scrittore nostrano Angelo Marenzana, che ha scelto proprio questi luoghi per dar vita alle gesta dei suoi personaggi.

Il negozio di stoffe Premiati Tessuti Lorenzo Maida è ubicato proprio all’angolo di Piazza Garibaldi con Piazza Marconi e Maida, che è il protagonista indiscusso del bellissimo romanzo, si muove con sicurezza per la città e per i bassifondi alla ricerca della verità.
Sogno e realtà, storie vere e trame immaginate si compenetrano, partendo proprio dalle colonne dei bei palazzi ottocenteschi della piazza, contendendosi il sole e le tenebre, i misteri, la pioggia e la nebbia alessandrina.

 
(1) Interessante brandello di storia poco conosciuta e che la dice lunga sulla malvagità di chi ha le leve del comando. La Brigata Ravenna.
https://www.lemarcheelagrandeguerra.it/2014/12/27/brigata-ravenna-un-caso-di-esecuzioni-sommarie/
https://it.wikipedia.org/wiki/Decimazione_della_brigata_Ravenna#cite_note-4

(2) https://mag.corriereal.info/wordpress/2015/03/29/la-casa-littoria-un-tuffo-nel-passato-2/
https://mag.corriereal.info/wordpress/2015/01/25/uomo-in-carrozzella-palazzo-del-littorio-un-tuffo-nel-passato/

(3) https://mag.corriereal.info/wordpress/2015/03/01/casa-della-madre-e-del-bambino-un-tuffo-nel-passato/
https://mag.corriereal.info/wordpress/2016/03/27/casa-della-madre-e-del-bambino-2-un-tuffo-nel-passato/

(4) https://mag.corriereal.info/wordpress/2014/08/24/la-fontana-dellimpero-un-tuffo-nel-passato/

(5) https://mag.corriereal.info/wordpress/2017/01/29/giardini-pubblici-un-aeroplano-tra-le-aiuole-un-tuffo-nel-passato/
https://mag.corriereal.info/wordpress/2017/01/01/lorenzo-mina-prof-ing-architetto-alessandria-2-e-cartolina-dei-giardini-pubblici-un-tuffo-nel-passato/
https://mag.corriereal.info/wordpress/2016/12/11/lorologio-floreale-dei-giardini-pubblici-e-il-suo-papa-un-tuffo-nel-passato/
https://mag.corriereal.info/wordpress/2016/05/08/il-trenino-dei-giardini-un-tuffo-nel-passato/
https://mag.corriereal.info/wordpress/2015/11/15/la-fontana-con-zampillo-dei-giardini-pubblici-un-tuffo-nel-passato/

(6) https://mag.corriereal.info/wordpress/?s=sanatorio+frisina

(7) https://mag.corriereal.info/wordpress/?s=piazza+garibaldi+frisina