Cosa sta succedendo nella sanità casalese? Davvero a seguito della ‘razionalizzazione’ regionale targata centro sinistra i servizi sono in costante diminuzione, e di qualità sempre più scadente, come si legge da mesi?
Ultimo caso, l’intervento dei consiglieri comunali di opposizione/centrodestra Riboldi e Capra riguardo a Oncologia, che ha scatenato le reazioni del sindaco Palazzetti, ma anche del consigliere regionale alessandrino (e presidente della commissione Sanità) Domenico Ravetti, che interviene senza mezzi termini: “Le polemiche sono sempre utili ma non va superato il limite della verità”.
Afferma Ravetti: “Sono da sempre convinto dell’importanza del ruolo delle opposizioni che, per essere utili alle comunità, devono anche utilizzare toni aspri e critiche pungenti. Per questo non mi hanno mai sorpreso le decine di comunicati stampa del centro destra contro il salvataggio della sanità pubblica piemontese; mi ha sorpreso la facilità con cui Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno dimenticato le loro responsabilità politiche circa il fallimento del sistema sanitario e la loro incapacità di superare il “piano di rientro” quando erano al Governo del Piemonte, incapacità dimostrabile dai documenti tuttora pubblicati sul sito del Ministero competente.
Ma l’ultimo comunicato stampa firmato da esponenti della Lega Nord e di Fratelli d’Italia dimostra di quanto ad una certa destra, con evidenti sfumature di incompetenza sulla materia, interessi molto più la polemica finalizzata ad ottenere consenso a buon mercato superando pure il limite della verità.
Scrivono: “Ad Ivrea (molto più piccola di Casale e con un territorio di riferimento minore) viene rinnovata Oncologia e il medesimo Reparto casalese, città che vive una problematica tristemente unica con le malattie amianto correlate, viene chiuso e i posti letto tagliati?“
Semplicemente quello che è stato scritto sull’Oncologia casalese non è vero. E’ vero che si può fare di più e meglio, non ho dubbi. E’ vero che dopo il salvataggio della sanità pubblica piemontese dovremmo progettare insieme il futuro (per esempio rilanciando idee e concretezza per la Ricerca sul mesotelioma). E’ vero che le opposizioni devono fare il proprio mestiere, ma sulla salute dei nostri concittadini servirebbero prudenza e affidabilità, elementi utili a restituire anche autorevolezza alla Politica”.
Federico Riboldi (Fratelli d’Italia) e Emanuele Capra (Lega Nord) però non ‘mollano la presa’, e anzi rilanciano, allargando la riflessione/denuncia ai servizi di Urologia e Fisiatria.
Affermano i due consiglieri comunali casalesi: “Non è un bilancio felice quello della sanità casalese al rientro dalla pausa estiva.
Le notizie che giungono sono sconfortanti e confermano quel trend negativo più volte evidenziato anche in manifestazioni pubbliche dagli esponenti del Presidio Sanità e dai sottoscritti come Consiglieri di opposizione e in Comune e in Provincia. Il depauperamento, dicevamo, passa anche per la diminuzione dei servizi, che appare meno grave della chiusura dei reparti e del taglio dei primari operato con la scure in questi anni, ma egualmente lesivo per il disservizio creato ad una categoria indubbiamente in difficoltà come chi si deve sottoporre a cure mediche.
E’ il caso dell’Urologia dove d’abitudine, nel post interventistico, chi aveva subito interventi si recava direttamente al reparto per le iniezioni. Una comunicazione estiva ha reso la vita più difficile a questi pazienti, nella maggioranza dei casi anziani. L’iter da seguire ora è recarsi dal medico di base per la prescrizione.
Stesso dicasi per gli esami che vengono analizzati dal medico di base che nel caso riscontri anomalie prescrive visita in Ospedale, con liste d’attesa, ci riferiscono i pazienti, significative.
Viene naturale domandarsi quale necessità abbia portato a modificare così radicalmente un servizio che funzionava peraltro molto bene.
Altre notizie, tra le molte che i cittadini inermi di fronte alle prepotenze affidano alla politica locale, ormai percepita come unico baluardo contro un centralismo torinese che ricorda molto più il medioevo che i tempi d’oggi, riguarda la fisioterapia. Viene evidenziato il disagio che si è creato dopo la soppressione della Segreteria, che obbliga i parenti dei pazienti, spesso diversamente abili senza possibilità di deambulazione autonoma, a recarsi al CUP per le prenotazioni e gravando i fisioterapisti di compiti burocratici.
Occorre tenere la guardia alta e ricordarsi che ogni servizio perso lo è per sempre contribuendo a rendere il nostro presidio sanitario un nosocomio minore nell’ambito regionale”.
Acque agitate nella sanità casalese, dunque. E ad Alessandria? Nel capoluogo è tutto tranquillo, o qualcosa cova sotto le ceneri?