Madonna della Guardia a Tortona: per gli animali non è una festa

Fuochi d'artificioHo appreso dal sito web del Comune di Tortona  il programma relativo alla Festa della Madonna della Guardia che conosco perché da sempre vivo a Tortona. Come è scritto sul sito, la festa “nel tempo si è arricchita di attività collaterali trasformandosi in una vera e propria festa del quartiere di San Bernardino, pur conservando un aspetto devozionale”; in effetti è una delle tante feste in cui si mescolano il sacro e il profano con messa, novena, processione, benedizione dei malati, bancarelle e i soliti fuochi d’artificio dalle 22:15 alle 22:30 la sera del 29 agosto.

“La festa ha sempre una partecipazione di pubblico enorme, anche da altre regioni e province, in particolare dalla Liguria.” E’ vero: Tortona è inondata da migliaia di persone animate da fede o in cerca di svago.

Chi organizza la festa crede forse che quei 15 minuti di fuochi siano determinanti per l’enorme partecipazione di pubblico? Se per molti esseri umani sono 15 minuti di divertimento, per gli animali sono 15 minuti di incubo. La specie umana, cosiddetta evoluta e superiore, non dovrebbe divertirsi sulle disgrazie delle specie non umane.

I fuochi d’artificio sono indubbiamente una tradizione che caratterizza molte feste: lo scenario è emozionante e anch’io da bambina ne ho subìto il fascino, ma il rovescio della medaglia mostra uno spettacolo con un prezzo molto alto, non solo in termine monetario, e a pagarlo sono soprattutto gli animali.

Affinché una tradizione possa ritenersi parte del bagaglio culturale che valga la pena tramandare e non sia solo una pedissequa ripetizione del passato, occorre che essa sia moralmente accettabile. Occorre che le istituzioni civili e religiose analizzino i contenuti delle tradizioni e scelgano che cosa mantenere, abbandonare o modificare.

Nessuna manifestazione dovrebbe prescindere dal rispetto dei diritti e della dignità degli esseri umani, così come degli animali, definiti ‘esseri senzienti’ nell’articolo 13 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.

I fuochi d’artificio spaventano gli animali, provocando reazioni imprevedibili che mettono a rischio la loro incolumità. L’essere umano ha una finestra uditiva compresa tra le frequenze degli infrasuoni (al di sotto dei 16 hertz) e quelle degli ultrasuoni (al di sopra dei 15.000 hertz); il cane invece percepisce fino a 60.000 hertz e il gatto fino a 70.000 perciò i rumori che per noi sono un piacere, per loro sono un dolore.

Se gli animali domestici hanno in un certo senso la “fortuna” di essere protetti dalle loro famiglie, quelli selvatici e acquatici no. Gli uccelli si spaventano, volando disorientati e impauriti: spesso urtano contro edifici e alberi rischiando di ferirsi e di morire e il loro udito può restare compromesso in maniera permanente.

Gli animali acquatici sono colpiti in modo particolare quando lo spettacolo ha come scenario proprio l’ambiente acquatico: luci e suoni costituiscono un elemento disturbante del loro habitat. Gli animali degli allevamenti, purtroppo legati e ingabbiati, sbattono contro le gabbie e tentano di divincolarsi dalle catene invano.

Non è da sottovalutare l’inquinamento causato da questo spettacolo  «(…) Il processo di fabbricazione dei fuochi d’artificio prevede l’utilizzo di centinaia di composti, che poi vengono rilasciati nell’aria e nel territorio. (…) si fa uso di troppe sostanze velenose ed inquinanti. (…) arsenico, antracene, tetracloruri, (…) alluminio, clorati vari, cloruro mercuroso, nitrati, ossalati, perossidi, solfati e solfuri, (…) filiera formata da piccoli aghi di metallo, (…) acido gallico, acido picnico, (…) solfati di rame, (…) ferro, carbone amorfo, (…) clorato di barite, (…) clorato di stronziana, (…) piombo. La maggior parte degli ingredienti descritti sono velenosi. Per quanto riguarda i quantitativi, uno spettacolo medio piccolo (…) prevede l’utilizzo di circa 80-100 Kg di prodotti (per 5-10 minuti di spettacolo). I fuochi d’artificio sono azionati da polvere pirica nera (polvere da sparo denominata AKA). (…) Gli spettacoli pirotecnici sono molto costosi. Da più parti si sono levate proteste contro quella che è effettivamente una spesa inutile, oltre che deleteria (…)»

Scriveva Carlo Levi in “Cristo si è fermato a Eboli” (1943-44): «Era la grande giornata, la festa dei raccolti, la sera del fuoco. Si erano spese tremila lire per i fuochi artificiali, e questa era un’annata cattiva: altre volte si era arrivati anche alle cinque e alle seimila: i paesi più grandi consumano, nei giorni dei loro santi, cifre anche molto più grosse. Tremila lire, per Gagliano, sono una somma enorme, il risparmio totale di mezza annata, ma per i fuochi si buttano volentieri, e nessuno le rimpiange.»

Se anche oggi questi soldi si buttano volentieri e nessuno li rimpiange, allora c’è ancora molta strada da fare.

Vi invito a riflettere sulla festa del prossimo anno affinché quei 15 minuti siano impiegati per il bene di esseri umani e non umani.

 
Paola Re – Tortona