Mentre scrivo è giovedì pomeriggio, e sta per chiudersi la prima giornata di apertura dei botteghini che prenotano gli abbonamenti per assistere alla nuova stagione dei Grigi. Le fonti alle quali mi appoggio solitamente mi parlano di numeri straordinari (oltre duecento abbonati il giorno dell’esordio della campagna abbonamenti!), oltretutto sottoscritti in una giornata con 40° all’ombra e in una sede provvisoria al di là del Cristo che non è certo abituale per chi vuole abbonarsi.
E come è successo per le ultime sfide elettorali, i pronostici fatti dagli
“esperti“ penso saranno clamorosamente smentiti. Ma saranno smentiti soprattutto quelli che “i Grigi siamo noi (ma solo se fate quello che vi diciamo…)”; quelli che sono convinti (e che convincono pure gli altri) che il Mocca sia il loro territorio e lì esercitano il loro incontrastato dominio al di là del rispetto delle regole; quelli (trenta al massimo) che hanno usato negli ultimi mesi la tastiera come una clava, affossando ed insultando squadra e società accompagnati da quei minus habens che scrivono pure “mi piace” in calce a quei post livorosi, sgrammaticati e farneticanti (in qualche caso poi quei “mi piace“ arrivano da giornalisti che godono, così sembra, della massima fiducia in Società: andiamo bene!).
Ma come, siamo all’esordio della campagna abbonamenti e Jimmy ha già tratto conclusioni così definitive, direte voi?
No, certo. Ma ci sono segnali inequivocabili che qualcosa sta cambiando. Che, forse, stiamo imboccando la strada maestra per diventare pure noi una piazza calcistica “normale“ dove la passione per i colori di casa (quando c’è davvero, e non è solo la scusa per celebrare la propria autoreferenzialità) è un vantaggio per il calcio cittadino e non un problema.
E riusciremo a capire tante cose alla fine della campagna abbonamenti, non solo dai dati numerici ma, per esempio, dall’età dei sottoscrittori, dai settori dello stadio che godranno delle preferenze degli abbonati e da altri segnali, magari piccoli, ma che saranno significativi nella nuova geografia del Mocca.
Penso quindi che la rivoluzione rispetto ai frequentatori abituali dello stadio sia cominciata: magari alla chetichella, ma stanno prendendo corpo nuovi equilibri.
E arriveremo, secondo me, ad una situazione “ normale “ quando, per esempio, la Nord sarà frequentata e ispirata da giovani e giovanissimi i quali, negli anni, diventeranno la spina dorsale della passione per i Grigi.
Una passione che, se non ha un andamento generazionale logico, rischia di trasformare una sola generazione di tifosi come referenti esclusivi della passione stessa, con tutti i problemi che derivano da questa situazione anomala.
Perché, se a volte basta un manipolo di buoni giocatori per conquistare una categoria superiore, per consolidarsi è indispensabile che tutte le componenti di una “piazza calcistica“ siano all’altezza: Società, Settore Tecnico, squadra, strutture, pubblico e giornalisti al seguito.
E con giornalisti che, per esempio, commentano con “mi piace“ certe nefandezze scritte su facebook temo che per noi anche la Lega Pro sia grasso che cola, altro che sognare di andare a sfidare il Bari o il Brescia!