Canta che ti passa [Il Flessibile]

caruso4di Dario B. Caruso.

La musica fa bene.
Certamente – per chi ci crede – ti avvicina a Dio.
Comunque – per chi non ci crede – ti avvicina all’uomo.
È assodato che ha una funzione educativa, sociale, culturale.

Notizia di questi giorni.
Cinquecentoquarantasette giovani cantori del Coro di Ratisbona nell’arco di cinquant’anni di storia dal secondo dopoguerra alla fine del secolo scorso hanno subito violenze fisiche e psicologiche, stupri e torture di vario genere.
Bambini di otto, nove anni che hanno affrontato un collegio, le famiglie dei quali pensando di avere il meglio della formazione e consegnando invece i propri figli in un lager vero e proprio nascosto dietro la croce di Cristo.
Brutta storia.

Canta che ti passa [Il Flessibile] CorriereAlFrancamente avrei pensato che una storia del genere avrebbe fatto passare in secondo piano l’arrivo dei migranti, Roma Capitale, il Tour de France, la Juventus a New York.
Pensavo che avrebbe ribaltato la cupola di San Pietro e l’intero colonnato.
Pensavo che avrebbe fatto prendere un coccolone al Papa e a tutti i preti, le suore e i frati che sono o si dicono tali.
Invece no.
Dopo qualche accenno nell’arco di una giornata tutto è tornato come prima, come dopo un temporale estivo quando l’afa si mitiga per qualche manciata di minuti e poi ritorna opprimente e silente.

Bene, non mi resta che invitare tutti i giovani studenti a cantare.
Anche tu, che mi guardi con quell’aria ebete.
Avanti, sei fortunato perché puoi contare su regole rigide e un’educazione ferrea.
Anche a Ratisbona.
Forza.
Canta che ti passa.