Alessandria, da dove si comincia? [Controvento]

Sindaco Rossa a ruota libera: bilancio di fine mandato e 'trailer' del programma elettorale CorriereAl 1di Ettore Grassano

 
Ora da dove si comincia? Questo pensano oggi tanti alessandrini, anche tra quelli che il sindaco Cuttica magari non l’hanno votato, ma che comunque un cambiamento ad Alessandria lo auspicavano, e lo hanno accolto con favore, o quanto meno con curiosità.

Venerdì scorso, con l’insediamento ufficiale del consiglio comunale e la contestuale presentazione della giunta, si è esaurita la fase post elettorale, che a causa della scelta sbagliata (del governo di centro sinistra: forse speravano che a votare ci andasse solo il loro ‘zoccolo duro’, e tutti gli altri al mare: ma dati delle amministrative alla mano hanno sbagliato i conti) di votare a fine giugno fan sì che i nuovi sindaci e organi amministrativi si insedino in piena estate.

Però questi sono dettagli tecnici. A noi cittadini in realtà interessa altro, ossia capire se e come potrà cambiare qualcosa (in meglio, si intende e si spera, sempre) nel nostro rapporto con la politica locale. Nella fattispecie, alessandrina.

Lo sappiamo: le prime settimane (diciamo pure luglio e agosto, ferie comprese) dovranno essere dedicate alla fase, fondamentale e delicata, del riassetto organizzativo della ‘macchina’, del comune e delle partecipate: quindi nuove nomine (con qualcuno, ci dicono, che sarebbe prontissimo anche a cambiare casacca, pur di restare dove sta, e si trova benone), ridefinizione degli obiettivi e delle strategie, e naturalmente analisi dettagliata dei conti, per evitare brutte sorprese.

Noi cittadini, però, abbiamo priorità un po’ diverse, e in fondo semplici. Passaggio di consegne a Palazzo Rosso: al lavoro il nuovo sindaco Cuttica CorriereAlChe in buona parte il sindaco Cuttica aveva saputo anche sintetizzare in campagna elettorale, e forse ha vinto le elezioni anche per questo.

Proviamo allora a riepilogare cosa ci aspettiamo dal nuovo sindaco di Alessandria, e dalla sua squadra (l’elenco delle richieste è naturalmente ‘aperto’: integratelo pure):

 
1) Una città sicura. La gran parte degli alessandrini ha oggi timore di vedersi ‘svuotata’ casa se la lascia incustodita anche solo per poche ore, o di subire scippi per strada (specie gli anziani), o semplicemente di dover pagare una ‘mini tassa’ ogni volta che si entra/esce da un parcheggio, o da un supermercato. E’ questione che riguarda tutta la provincia, sia chiaro. Forse tutta Italia. Un senso di assedio. Non è tutta colpa degli stranieri, chiariamolo. E soprattutto non di tutti gli stranieri. La prima responsabilità è invece di governi pusillanimi, incapaci, demagogici: si vedano anche i provvedimenti di questi ultimi giorni. Però noi qui siamo, ad Alessandria, e quindi ci aspettiamo che, su questo fronte, la nuova maggioranza faccia meglio di quella precedente. Che semplicemente ha fanno nulla per cinque anni, alzando le mani e dicendo: “la legge non ce lo consente”.

 
Cassonetti Amag Ambiente2) Una città pulita. Il volontariato in questi anni ha fatto cose egregie, ma non basta, e non è giusto. Tocca alle autorità competenti gestire la situazione, e nel caso anche coordinare i volontari. Servono telecamere, qui come per la sicurezza? Usiamole, ma la repressione non basta. Se qualcuno sbaglia cassonetto per la monnezza, o lascia un televisore per strada, facciamogli un’ammenda, ma chiediamoci anche se il sistema di raccolta funziona. Per quello di smaltimento, dopo tante voci, e anche segnalazioni puntuali (ad esempio da parte di Emanuele Locci) è dovuta intervenire la Procura di Brescia per constatare che il re è nudo. Noi alessandrini lo sapevamo da tanti anni, ma incontrandolo gli dicevamo, come nella favola appunto, “che bel vestito indossa oggi, Sire”.

 

3) Le periferie di Alessandria giacciono in semi abbandono, a parte la ‘pantomima’ dei lavori pubblici pre-elettorali degli ultimi mesi, in cui effetti saranno già scomparsi entro fine anno. Soprattutto tanti sobborghi lamentano totale assenza non solo di partecipazione, ma di semplice dialogo, contatto, segnalazione. Il centro sinistra anche su partecipazione e decentramento ha ‘fuffeggiato’ per 5 anni. Ora il centro destra provi a rimboccarsi le maniche davvero.

4) Vogliamo cercare di costruire un’Alessandria da cui chi ha un minimo casalbagliano-1di ambizioni, capacità e competenze non debba per forza scappare? Mica davvero pensiamo che la filiera dell’economia alessandrina di domani possa basarsi solo sull’assistenza agli anziani, e sul miserabile business attorno ai migranti, vero? Attrarre imprese non è impossibile, altrove di riescono. Certo, devi offrire infrastrutture fisiche e digitali all’onor del mondo, trasporti efficenti e reti, e magari qualche incentivo. Vi pare possibile che, mentre lo standard altrove è ormai la banda ultralarga, gran parte del comune di Alessandria ‘viaggi’ ancora con connessioni internet basate su Adls anni Novanta, dove se arrivi a 3 mega reali sei fortunato? Casalbagliano poi potrebbe raccontarne di belle, su questo come su altri fronti.

5) Dialogo vero e diretto tra Palazzo e cittadini: che non vuol dire burocrazia, ossia Urp, o un assessore dedicato a quello, e poi privo di potere reale sulle singole questioni. E non significa neppure che tutti gli alessandrini devono potersi rivolgere, per qualsasi questione privata, al sindaco Cuttica, come se fossimo un paesino di 600 abitanti. Significa invece disponibilità reale da parte di tutta la squadra di governo, e si spera anche di almeno parte dell’opposizione. Ma anche del personale dirigente e dei funzionari dell’ente, per quel che è di loro competenza. Noi cittadini di Alessandria vorremmo un comune di cui sentirci parte insomma, e non un ente ‘taglieggiatore’, da cui stare alla larga il più possibile, perchè se lo si vede all’orizzonte significa semplicemente tasse, balzelli o multe in arrivo.

Che dite, chiediamo troppo?