“Quando riesco a dormire 6 ore di fila mi sento quasi in vacanza: ma va benissimo così, le cose da fare sono tante, il percorso per rilanciare Alessandria e il Piemonte è appena cominciato”.
A Fubine si è conclusa da poche ore la Festa della Lega Nord, e per Riccardo Molinari, segretario nazionale della Lega Piemont, c’è appena il tempo di rifiatare: già da oggi il ruolo di assessore comunale a Palazzo Rosso, con deleghe importanti legate soprattutto al Lavoro e alle Attività Produttive lo porterà ad immergersi a fondo nella realtà cittadina (“che conosco peraltro da sempre: questa è la mia città, la amo come nessun’altra, e ci faccio politica da quando avevo 14 anni”), senza però perdere di vista tutte le questioni legate all’organizzazione del Carroccio in Piemonte, e i traguardi che si profilano all’orizzonte, a cui lavorare dopo la pausa estiva: dalle elezioni politiche di primavera, fino a quelle regionali del 2019, in cui la Lega Piemont non nasconde le sue ambizioni:
“La vera sfida – sottolinea Molinari – è ora dare un futuro ai nostri territori, da troppi anni vissuti come periferie dell’impero, e pressoché abbandonati. E l’obiettivo finale non può che essere la conquista di Torino, fra meno di due anni: Chiamparino e la sua maggioranza hanno demolito la sanità, il lavoro, i trasporti. E pensano che il Piemonte finisca a Moncalieri. Per non dire delle sciagurate politiche sull’immigrazione: siamo l’unica regione del Nord che continua a dire ‘prego, accomodatevi, porte aperte. Il silenzio di Chiamparino rispetto ai nuovi provvedimenti del Governo Gentiloni, il cosiddetto Piano nazionale di integrazione, è semplicemente vergognoso. Non credo proprio che i piemontesi, anche quelli che vivono a Torino e cintura, siano disposti a concedere al Pd prove d’appello: sta a noi arrivare all’appuntamento del 2019 preparati, e con una proposta credibile”.
Del resto venerdì sera a Fubine, circondato dall’entusiasmo di tantissimi militanti ed elettori leghisti arivati da tutta la provincia, Matteo Salvini è stato chiaro sui progetti futuri: “Lega al governo e Renzi a lavorare”, e ieri a Piacenza ha presentato un vero e proprio programma di idee e progetti per guidare il paese a partire dal 2018, “sempre che non si voti prima di fine anno’, sottolinea Molinari, “anche perché questo parlamento e questo governo sono ormai completamente delegittimati di fronte al popolo italiano, e presi in giro persino dai loro presunti alleati europei. Prima diciamo basta, meglio è”.
Segretario Molinari, partiamo da Alessandria: quali saranno i suoi primi passi da assessore?
Siamo già pienamente operativi, e queste settimane estive saranno determinanti per una ricognizione puntuale di tutte le attività legate agli assessorati e alle deleghe di mia competenza. Con il sindaco Cuttica di Revigliasco stiamo lavorando a linee programmatiche quinquennali, che guardino al futuro della città, in alcune direzioni strategiche. Il programma di mandato insomma, che non sarà solo un documento formale, ma la sintesi dei nostri progetti, in tutti i settori più importanti, e con estrema concretezza. Per non girarci intorno: in determinati comparti, dalle partecipate agli impianti sportivi, si fa cassa o si valorizza quel che c’è, creando valore per la collettività? La strada di svendita intrapresa da chi ci ha preceduto mette certamente dei paletti, devi partire da quel che c’è. Però vanno fatte scelte, condividendole con la gente. Altro esempio, le manifestazioni: si continua a finanziare ‘a pioggia’, con logiche casuali per non dire altro, o si decide che il comune deve svolgere un ruolo di regia e di governance? Faremo una programmazione rigorosa.
Alessandria quindi si può rilanciare? Sul piano economico e occupazionale non tutto è perduto?
Ma scherziamo? Noi siamo qui perché crediamo che un rilancio della città, dopo questi anni bui, sia possibile e necessario. Lo sa quanti miei coetanei sono scappati in questi ultimi cinque anni, a cercare fortuna altrove, perché questa è percepita come terra in abbandono, priva di opportunità per chi ha voglia di darsi da fare? In questi cinque anni eviteremo annunci eclatanti, e lavoreremo con metodo perché ci sia un’inversione di rotta. Il comune non può dare posti di lavoro, ma creare le condizioni perché questo territorio torni ad essere attrattivo per le imprese sì: lavorando su un sistema di relazioni, agevolando il dialogo, creando i presupposti perché arrivino investimenti privati.
Qualcuno dice: ‘Molinari è assessore a termine, fra pochi mesi sarà a Roma’…..
Io sono qui oggi, e mi impegnerò a fondo, perché me lo hanno chiesto il sindaco Cuttica di Revigliasco, e ampia parte del nostro elettorato. Anche Matteo Salvini è stato chiaro: mettiamo in campo nelle città le nostre migliori energie e competenze, perché la Lega aspira ad essere partito di governo, per salvare l’Italia dal precipizio, dall’incubo in cui l’hanno trascinata i diversi esecutivi di centro sinistra, dal 2011 ad oggi. Detto questo, sarei ipocrita se negassi che, anche per il ruolo di segretario nazionale della Lega Piemont che ricopro da un anno e mezzo, è probabile che le prossime elezioni politiche, e anche quelle regionali, mi possano vedere impegnato direttamente. Ma non sappiamo neanche ancora quando si voterà, e con quale legge elettorale. Mi pare prematuro fare ipotesi. Peraltro i ruoli di parlamentare e di assessore comunale non sono incompatibili, chiedete ai signori del PD, che ne hanno diversi esempi. In ogni caso, la Lega ad Alessandria è un gruppo, ci sono persone di valore, faremo un lavoro di squadra per la città, fin da ora. Nel 2018 si vedrà.
Diamo uno sguardo al Piemonte, segretario Molinari: Novara, Alessandria, Omegna, diversi comuni della Valsesia, Asti sia pur con un candidato civico. Da quando, un anno e mezzo fa più o meno, lei ha preso le redini della Lega Piemont la regione ha cominciato progressivamente a colorarsi di verde: ora il ‘bersaglio grosso’ è Torino?
Certamente sì: lo ha ribadito anche Matteo Salvini sabato sera a Fubine, e domenica a Piacenza: la Lega non è partito di sola opposizione, abbiamo competenze, progetti, personale qualificato per cambiare in meglio questo paese, e questo nostro Piemonte. In alcune città, come Novara, lo stiamo già dimostrando da un anno. Chiamparino e il PD hanno visione torinocentrica, con loro le province, tutte le province, stanno vivendo una stagione di declino, e di rapida dismissione in settori fondamentali per la vita delle persone: il lavoro, la sanità, i trasporti, il sociale. In provincia di Alessandria ne sappiamo qualcosa. Si direbbe che il PD abbia una sola priorità, ossia accogliere sempre più disperati africani, scaricandoli sulle spalle dei territori. Peraltro come segretario nazionale della Lega Piemont sono spesso a Torino, e posso garantire che anche lì c’è forte attesa di liberazione, per aprire una fase nuova, e diversa da quella attuale. La Lega Nord, insieme a tutto il centro destra, arriverà pronta all’appuntamento delle Regionali, lo posso garantire.
E a Roma cosa succederà? Salvini e Berlusconi ‘troveranno la quadra’?
Guardo ai fatti: il governo Gentiloni-Renzi è del tutto delegittimato, tira a campare come tutto questo parlamento. Persino i loro ‘alleati’ europei li irridono, sui temi sostanziali sono più d’accordo con la Lega che con l’attuale governo. Il problema è che proseguendo così il governo di centro sinistra sta screditando tutto il Paese, e non credo che gli italiani si meritino questa fine. Per questo credo che prima si vota, meglio è. Tra la Lega e le altre forze di centro destra il dialogo è costante, e gli elettori sui territori dimostrano di volerci uniti, e vincenti. Non credo che gli elettori di Forza Italia gradiscano ipotesi di alleanze diverse: detto questo, lavoriamo seriamente e verifichiamo gli sviluppi.
Lega Nord e 5 Stelle sono le due più forti voci di protesta di questi anni: possibilità di future alleanze?
(sorride, ndr) E’ noto come la penso: c’è una parte di elettorato certamente ‘mobile’, da loro verso di noi in particolare. E ho ben chiaro che larga parte degli elettori dei 5 Stelle è per una protesta costruttiva, che guardi a progetti di governo. Detto questo, io mi attengo alle esperienze piemontesi, che conosco bene: in questi anni a Torino, in comune come in Regione, 5 Stelle e Pd sono apparsi spesso organici, si sono ‘stampellati’ a vicenda, sembrano due facce della stessa medaglia. Se guardo al Piemonte, nel Movimento 5 Stelle vedo poca concretezza, e idee confuse. E comunque, per un’alleanza di governo almeno alcuni punti di riferimento comuni si devono avere. Cosa pensa e vuole la Lega Nord su lavoro, immigrazione, sicurezza, Europa mi pare sia chiarissimo. I 5 Stelle su ognuno di questi temi mi sembrano estremamente ondivaghi.
Ettore Grassano